L’Inter è più forte e anche per questo – al di là dell’autogol di Gatti – ha vinto. Di corto muso, a dar retta allo scarto; molto di più, se consideriamo il palo esterno di Calhanoglu – the best, con Pavard e Mkhitaryan – e le due paratone di Szczesny su Barella e Arnautovic. Inzaghi è il più moderno degli allenatori antichi; Allegri, il più antico degli allenatori moderni. Mai che faccia la prima mossa, contro certi avversari; Inzaghino, lui, una volta in vantaggio magari si rannicchia un po’ troppo, ma anche perché dispone di transizioni e contropiedi al curaro.
Direte: gran partenza della capolista, d’accordo, ma se sul coast to coast di McKennie Vlahovic non sbaglia lo stop, cosa avresti scritto? Sì, ma vogliamo parlare del «miracolo» di Bremer su Thuram? L’Inter ha afferrato la partita per la gola, la Juventus ha sistemato il canonico pullman, dal quale usciva di rado, alla ricerca di un Yildiz non perduto, ma dimenticato. Come spesso succede, il destino ha scelto un periodo di relativa calma per infliggere la pugnalata fatale: spioventino di Barella, corpo a corpo tra Thuram e Gatti, do di petto dello stopper.
Se il primo tempo è stato noioso, il secondo è stato più mosso, più equilibrato. Costretto a recuperare, Allegri attacca. Non con procedure capaci di strappare il tifoso dal sofà, se non in un paio di casi, ma attacca. E cambia. Persino Alcaraz, agli sgoccioli. E addirittura Miretti. Naturalmente, Chiesa: un po’ spalla del serbo, un po’ ala, ombra del miglior sé stesso. Una valigia dimenticata in deposito. La copertina se l’erano presa Martinez e Vlahovic: il film, in compenso, è stato di altri. Di Sommer non rammento un intervento, al di là dei rischi che le mischie seminano, comunque. Più 4 con un’Atalanta in meno: lo scudetto ha un indirizzo. Imploso il Napoli, quello noto.
https://www.irishtimes.com/sport/soccer/2024/02/08/uefa-president-aleksander-ceferin-announces-departure-after-current-term/
“In his opening address, Čeferin said: “My daughter actually told me: ‘Father, sometimes I think you are a character from The Lord of the Rings.’ But I’m not. I’m not interested in the ring.””
Questa è una roba veramente commovente, toccante. Bisognerebbe veramente chiedere in ginocchio al figuro di rimanere ancora un pò.
Più che il signore degli anelli direi Frodo, per altri motivi magari.
Unsobboni.
Dathemi acebbi, dammian, ciala (no il cialis, ummisevve) defrai e il vecchietto ammeno, tutti e undisci deh, e vi sollevo il mondo.
Eh ma se si muovono male e corrono poco nonostante abbiano un’età media nettamente piú bassa di quella dell’Inda, ci sarà un motivo?
E il motivo NON è che i nostri sono piú scarsi. Io all’Inda prenderei, sugli undici titolari contro di noi, al massimo tre giocatori.
Il problema è che la Juve di Allegri non è organizzata e compatta nemmeno nel fare catenaccio (vedasi gli ultimi due gol subiti, loffa di Baldanzi e carambola gialappesca tra Gatti, Pavard e Thuram).
si, e no. magari organizzati lo erano, ma si son mossi con una mollezza poco edificante. e comunque il portinaio il tiro dell’empoli avrebbe potuto e dovuto prenderlo…..
in generale, quando difendi così basso, per così a lungo, ti esponi al rischio “gattonata” (che non è un’accusa a Gattone che a me piace) e devi sperare nella scarsa capacità offensiva avversaria, quando difendi più avanti ti esponi al rischio del contropiede avversario. se hai ottimi palleggiatori e difensori intelligenti e veloci puoi limitare al minimo questo tipo di rischio. ma noi non abbiamo nè gli uni nè gli altri.
comunque, off topic, che tanto l’unico è allegri….
la dimostrazione di quanto valgano le proprietà straniere e il calcio contemporaneo l’ha data la roma, che nemmeno ha mandato un usciere al funerale di una storica bandiera del passato come Losi.
Perfetto Andrea!
Aggiungo soltanto che, in ambiente Juve, è passato il nefasto concetto che l’UNICO modo di ottenere il risultato sia quello di giocare anticalcio, mentre invece provare a creare un gioco armonico ed organizzato sia contrario ad ottenere il risultato.
E, beninteso, non sto mica parlando di Guardiola ed epigoni, perchè per me è altrettanto degno e a suo modo godibile l’impenetrabile falange mobile di Simeone o Emery, rispetto al ricamo di passaggi di Arteta o DeZerbi, o allo sturm-und-drang delle squadre di Klopp.
Il problema è che la Juve di Allegri non è organizzata e compatta nemmeno nel fare catenaccio (vedasi gli ultimi due gol subiti, loffa di Baldanzi e carambola gialappesca tra Gatti, Pavard e Thuram).
perfetto, andrea.
Allegri non fa fase difensiva, fa insensato e sterile catenaccio stile anni sessanta (e mal fatto).
La juve prende goal con la cartonense avende 9 giocatori (NOVE) in area contro 3 indaisti. Per cui, se la tesi è che si occupa principalemnte (facciamo solo dai..) della fase difensiva, evidentemente se ne occupa male. Se dopo il significato è confidare nelle doti atletiche e muscolari di Bremer e Gatti, non è fase difensiva, è calcio da prima categoria.
Se poi invece è colpa dei giocatori che non applicano bene i suoi dotti insegnamenti, o è un insegnante scarso o non ha ascendente sui giocatori o entrambi. Ergo…
Scritto da Fabrizio il 9 febbraio 2024 alle ore 08:40
guarda che l’inda-cina spendeva miliardi per prendere i vampeta…. non è che aver speso troppo e male con una caterva di doppioni e mezzi giocatori faccia una squadra competitiva
E’ argomento che abbiamo già affrontato. Nel calcio esistono la fase difensiva e la fase offensiva. SONO IMPORTANTI ENTRAMBE. Non c’è dubbio che Allegri prediliga curare la fase difensiva e siccome io penso, ritengo, sono convinto che per aumentare le probabilità di vincere, subire poche reti sia un caposaldo, l’abc, la nozione di base, di conseguenza, stimo Allegri.
Scritto da Riccardo Ric il 8 febbraio 2024 alle ore 13:19
Ciao Riccardo,
concordo sul fatto che entrambi le fasi siano importanti. Ma così come ha scritto Bit in un commento, anch’io sono propenso a pensare che non sia un bene distinguerle nettamente l’una dall’altra. Nel senso: è così che si creano e che si entra nelle ideologie (offensivismo/difensivismo, intellettualismo/pragmatismo, ecc).
La mia sensazione è che Allegri abbia inoculato un modo di interpretare le partite troppo passivo e che questo atteggiamento renda più complicata e dispendiosa (a livello energetico, fisico e mentale) la TRANSIZIONE (qui cade l’ideologia) da difesa ad attacco.
In tutto ciò, c’è l’aspetto estetico, che non si può negare con la novella del “il risultato è tutto”, altrimenti si nega il fatto incontrovertibile che la partita è un evento pubblico che si desidera guardare e mi accontento di leggere il risultato su Internet.
E in ambito estetico, posto che i gusti non si discutono, i miei occhi mi dicono che la roba che fa praticare Allegri alla Juve si chiama non-gioco, ovvero un modo di ANESTETIZZARE l’attività del gioco altrui, basandosi sul proprio atteggiamento passivo: il risultato sono per lo più partite brutte, perché quello si è ricercato. Però, ecco: se mi dici che tu non trovi brutto questo approccio, che anzi ti entusiasma vedere come il gioco si annulla, mentre nel contempo si riesce a infilare qualche goal rocambolesco grazie alla qualità dei nostri singoli giocatori, non ho niente da obiettare.
In conclusione, il mio punto di vista è che Allegri non sfrutti al meglio il potenziale della squadra e che il risultato ovviamente è importante, ma non può essere tutto, altrimenti muore l’essenza del giocare.