L’Inter è più forte e anche per questo – al di là dell’autogol di Gatti – ha vinto. Di corto muso, a dar retta allo scarto; molto di più, se consideriamo il palo esterno di Calhanoglu – the best, con Pavard e Mkhitaryan – e le due paratone di Szczesny su Barella e Arnautovic. Inzaghi è il più moderno degli allenatori antichi; Allegri, il più antico degli allenatori moderni. Mai che faccia la prima mossa, contro certi avversari; Inzaghino, lui, una volta in vantaggio magari si rannicchia un po’ troppo, ma anche perché dispone di transizioni e contropiedi al curaro.
Direte: gran partenza della capolista, d’accordo, ma se sul coast to coast di McKennie Vlahovic non sbaglia lo stop, cosa avresti scritto? Sì, ma vogliamo parlare del «miracolo» di Bremer su Thuram? L’Inter ha afferrato la partita per la gola, la Juventus ha sistemato il canonico pullman, dal quale usciva di rado, alla ricerca di un Yildiz non perduto, ma dimenticato. Come spesso succede, il destino ha scelto un periodo di relativa calma per infliggere la pugnalata fatale: spioventino di Barella, corpo a corpo tra Thuram e Gatti, do di petto dello stopper.
Se il primo tempo è stato noioso, il secondo è stato più mosso, più equilibrato. Costretto a recuperare, Allegri attacca. Non con procedure capaci di strappare il tifoso dal sofà, se non in un paio di casi, ma attacca. E cambia. Persino Alcaraz, agli sgoccioli. E addirittura Miretti. Naturalmente, Chiesa: un po’ spalla del serbo, un po’ ala, ombra del miglior sé stesso. Una valigia dimenticata in deposito. La copertina se l’erano presa Martinez e Vlahovic: il film, in compenso, è stato di altri. Di Sommer non rammento un intervento, al di là dei rischi che le mischie seminano, comunque. Più 4 con un’Atalanta in meno: lo scudetto ha un indirizzo. Imploso il Napoli, quello noto.
Sarà semplicistico, ma a me pare che non appena si sono sentite voci di un prolungamento/spalmatura del contratto dell’allenatore, è arrivato 1 punto in 2 partite.
Scritto da gian-carlo giappogobbo, ladro, dopato ecc.ecc. il 9 febbraio 2024 alle ore 16:29
Come!
Vuoi dire che la squadra non vede l’ora che se ne vada?
L’allenatore piu’ forte dell’universo?
Ma nooooooo… loro stanno pregando che resti altri dieci anni
“Il Tempo” è un giornalaccio ( almeno dal mio posto di vista ) di Roma che però ha il pregio ( l’unico…) di ospitare in prima pagina i meme di Federico Palmaroli , in arte Osho, che rigorosamente espressi in dialetto romanesco sono spesso molto spassosi…eccone uno uscito oggi a proposito di Jannik Sinner
https://www.giornalone.it/prima-pagina-il-tempo/
Scritto da Robertson il 9 febbraio 2024 alle ore 12:11
Sollevare il mondo non saprei,pero a stantuffarla ben bene son bastati.
Cambiato il divano?
Su.
Sarà semplicistico, ma a me pare che non appena si sono sentite voci di un prolungamento/spalmatura del contratto dell’allenatore, è arrivato 1 punto in 2 partite.
Al netto delle tecnologia che, a parer mio, non può non risentire di tutte queste interpretazioni, di tutti questi cavilli.
..però questo merita una riflessione. Vero, capisco, ma il calcio sarà sempre intriso di interpretazioni e di cavilli. E la tecnologia deve fermarsi di fronte a ciò che è interpretabile, deve limitarsi a ciò per cui è destinata, anzi “programmata”: all’oggettivo. Quindi certo, non aumentare la casistica “interpretabile”, ma nemmeno tentare di eliminarla per far spazio alla sola tecnologia….
meno male Beck, almeno lei nell’universo…(anche se non sempre…)
ci vuole scienza ci vuol costanza ad invecchiare senza maturità…(cit)
Gentile Riccardo Ric, scusi per il ritardo. Il cartellino blu non mi piace. Ne ho già scritto, a suo tempo, su un altro nosocomio. Invece di snellire il regolamento, si continua a zavorrarlo in maniera tale da rendere sempre più complicato il mestiere dell’arbitro. Al netto delle tecnologia che, a parer mio, non può non risentire di tutte queste interpretazioni, di tutti questi cavilli.
sull’aspetto estetico, lo sai, mi interessa zero tagliato, oltre ad essere appunto soggettivo. Ci mancherebbe altro che qualcuno mi imponesse ciò che devo ritenere bello o meno. Bah oddio, in questo mondo di oggi in effetti c’è pure il desiderio di imporre concetti del genere, (bello, brutto, giusto, sbagliato) per determinare consumi, mode, propagande varie, voti, appartenenze calcistiche e chi più ne ha più ne metta. Starò invecchiando, sicuro, e come tutti gli anziani di ogni epoca faccio fatica a riconoscermi nel mondo moderno, ma mai mi farò imporre, in modo subliminale o meno, ciò che trovo bello o no. E, inerente alla Juve, io trovo bello solo il risultato di vittoria.
Scritto da Andrea il 9 febbraio 2024 alle ore 09:42
precisazione: quando parlo di integralismi non mi riferisco a concetti quali offensivismo, ecc ecc. C’è l’allenatore più offensivista e quello meno, c’è l’allenatore che predilige alte percentuali di possesso palla, quello che se ne strabatte e che si interessa più a quel che viene fatto quando la squadra è in possesso, ma anche ad evitare che la squadra avversaria possa far “male” quando non è in possesso. Sono concetti che rientrano nelle idee, nei convincimenti legittimi di ogni allenatore, l’allenatore che io reputo integralista invece è quello che non modifica mai, che dispone la squadra sempre con il medesimo modulo con il medesimo atteggiamento, a prescindere dalla squadra avversaria e dal contesto della partita specifica. L’allenatore che dichiara “noi abbiamo il nostro modo di giocare e non lo modifichiamo mai”. Secondo me è indicativo di limitatezza mentale ed invece la capacità di adattamento, di variare, di adattare alla bisogna, anche di cambiare idea se necessita,, di seguire l’istinto, sono indicativi di apertura mentale. Ed il primo Allegri juventino fu l’apotesi di questi concetti “liberali”, sempre secondo me. Il secondo Allegri, molto meno, in effetti.