Tanto rumore per un autogol. La sventurata zucca di Wober sul crossettino di capitan Mbappé (da destra, da destra…). Riassumere Austria-Francia 0-1 in un episodio potrà sembrare irriverente, e in effetti un po’ lo è, visto il pressing imposto da Rangnick, der professor, e la notte dell’oratore Mbappé: due reti divorate, la prima complice Pentz, la seconda senza se e senza ma. Più il naso rotto e il giallo per l’infantile teatrino degli sgoccioli.
Maschia e in perenne equilibrio, l’ordalia di Dusseldorf. Che poi detto equilibrio sia stato determinato, soprattutto, dalla mira poco bleu dei vice campioni del Mondo e dai rari tiri degli avversari (di rilievo, solo quello di Baumgartner, su assist di Sabitzer, sventato da Maignan), questa è un’altra storia. Che appartiene all’anima randagia del calcio.
I migliori: l’arabo Kanté e la rive gauche di Theo. Da Rabiot, modica quantità e una super palla a Kylian. Da Thuram, arrosto nei dribbling e fumo nel resto. Si è giocato per 100 minuti a gran ritmo. Beati loro.
** A Francoforte, Belgio-Slovacchia 0-1 (Schranz). Calzona batte Tedesco nel derby calabro. Risolve Schranz, in avvio. Slovacchi, tosti, al guinzaglio di Lobotka. Belgi, le solite cicale. Doku e De Bruyne ci provano ma trovano un muro semovente. Lukaku? Un romanzo: sprecone e iellato. Si mangia almeno un paio di gol e due glieli sfila il Var, per un fuorigioco di mezza spalla e un braccino di Openda. Nel Novecento sarebbe finita 2-1 per i rossi. Dura lex, sed lex.
** A Monaco, Romania-Ucraina 3-0 (Stanciu, Razvan Marin, Dragus). Pronostico cicccato, in pieno. Per giocare, gli ucraini giocano: ma sotto porta, fantasmi. I romeni non hanno fretta. Sono rapidi, però. E Lunin, impeccabile al Real, li imbocca: una «distruzione dal basso» arma lo splendido destro del talentuoso Stanciu; poi va giù di pancia su una telefonata dell’empolese Marin. Attenuanti generiche, viceversa, sul tap-in di Dragus. What else? Dragusin sigilla il bunker, Dovbyk e Mudryk, Sudakov e Tsygankov girano in folle. E l’orgoglio? Prigioniero, probabilmente, dell’ansia da prestazione.
Ahahah, un certo “il fu mattia pascal” era quel demente di Lovre (siete stati separati alla nascita e messi in 2 diversi cassonetti di immondizia del campo di zingari) di cui ancora conservo svariati post a te dedicati, lurido buzzurro Sciacallo.
Gradiresti rileggerli? Hihihihi.
Beh siamo già rimasti scottati con Salas, speriamo che non si ripeta…
I calciatori hanno troppo potere contrattuale
Sembra intanto che Texas rischi di far saltare Douglas Luiz…
Comunque Turchia Georgia dal punto di vista del “phatos” mica male….sconfitta amarissima per i georgiani visto quella sequenza incredibile di episodi al sesto minuto di recupero
…ecco da Lorenzo Musetti mi aspetterei assai di più in termini di tornei vinti a fine carriera
Scritto da Giovanni il 18 giugno 2024 alle ore 19:22
That’s right.
Il Real l’anno prossimo avrà in attacco Vinicius, Rodrygo, Bellingham, Mbappe, e poi Endrick e Guler. Non male, direi
I miei conoscenti in turchia mi parlavano di sto Arda Güler … E mi dicevano fosse meglio di Yldiz
Anch’io, in definitiva, parlo di vittorie nei tornei che la classifica “importante “ è poi solo una conseguenza, Lorenzo ha gia’ nel carniere un ATP 500 vinto contro Alcaraz e un 250 vinto contro Matteo Berrettini, ma avrebbe potenzialità per vincerne molti di più di ATP 250 e 500 e, perché no, puntare pure a qualche 1000 , magari cominciando a frequentare , dei 1000, qualche semifinale/finale…e’ la vittoria nei tornei che fa la differenza in positivo, che lascia un segno, per dire il pur ammirevole Schwartzman, infinitamente meno dotato di Musetti come “talento naturale”e’ arrivato ad essere numero 8 del mondo ma ha chiuso la carriera con in tutto le vittorie in 1 ATP 500 e 3 ATP 250 e niente di più.,.ecco da Lorenzo Musetti mi aspetterei assai di più in termini di tornei vinti a fine carriera
Scritto da Giovanni il 18 giugno 2024 alle ore 18:24
Tutto condivisibile. Se rileggi il mio commento, parlo di vittorie di tornei. Né di posizione nel ranking, né di montepremi. È vero che ha solo 22 anni, ma credo sia giunto il momento, per lui, cosa vuole fare da grande, o meglio, cosa vuole essere, da grande.