Non si può non cominciare dall’Halleluia di Sinner e del doppio Bolelli-Vavassori, vincitori sull’erba tedesca di Halle, per poi passare a un’altra erba, quella di Francoforte, dove soltanto al 91’ la Germania ha raggiunto una Svizzera non proprio in versione Federer ma capace per un’ora abbondante di controllare e respingere, in bellezza, la monotonia «relazionale» (sic) dei tedeschi. Persino di Kroos. E addirittura di Gundogan.
Così: 1-1. Germania prima, Svizzera seconda. In copertina, Ndoye (firmatario del gol su invito di Freuler: alé Bologna!), Akanji e Xhaka, autore di una «curva» che avrebbe potuto garantire il raddoppio (ma Neuer è Neuer, meine Damen und Herren). Il pareggio l’ha siglato Fullkrug, il centravanti-ciccia, di testa, su cross di Raum: due cambi. Mossa, quella dell’Altafini del Borussia Dortmund, che – dal mio divano – avrei fatto molto prima, vista la notte di Havertz. Ma il divano non è la panchina.
La Germania è stata Musiala sino all’arrembaggio finale, quando i corpo a corpo hanno relegato gli elvetici sugli scogli. Nagelsmann era partito con la solita «tipo». Calcio piatto, attorno a troppe mischie e a qualche dribbling, unica variante di lavagna. E di ritmo. Yakin è percepito come un Normal-one, ma proprio questa è la sua forza. Gioca bene, la Svizzera, «bene» per l’organizzazione e la volontà di rispondere, sempre, colpo su colpo. Magari, in alcune situazioni, Embolo e c. avrebbero potuto, e forse dovuto, essere più incisivi sotto porta, ma non si può avere tutto (e tutti). Ndoye, comunque, un palo lo aveva scheggiato.
Il Var ha spinto un Orsato dal metro «inglesissimo» a graziare Sommer sul tiro-gol di Andrich: per una pedatina di Musiala a monte. La video-assistenza, ancora, ha cancellato il 2-0 di Vargas per l’ormai canonico fuorigioco di un piede. Negli ottavi, se ci si qualifica come credo, ci toccheranno i diversamente Roger. Occhio.
Intelligente Spalletti. Per la partita decisiva ha abbandonato ogni velleità dettata dalla propaganda ed ha rispolverato le nozioni di base. Si attacca quando il pallone si ha noi, si difende quando lo hanno gli,altri. Oltre tutto la Croazia non fa certo, di cos era?,ah si, dell,intensità , un proprio punto di forza, Sfida in equilibrio ma l equilibrio stasera premierebbe l Italia, e con il trascorrere dei minuti sarà sempre più la Croazia a doversi sbilanciare, Vero e’ anche che più passano i minuti e meno ne resterebbero per recuperare un eventuale svantaggio. I love football
Un 5-3-1-1 degno del cagon de puto. Anzi no, il cagon de puto a sinistra metteva kostic che un tempo era stato un ala.
Di Lorenzo in leggero miglioramento. Forse il fondo l’ha toccato.
Mozzarelline però. Fior di latte, manco di bufala.
Guarda Robertson me lo chiedo anch’io.
Ho pensato forse che è uno dei pochi che tira
Che brutta cosa che è diventata la Croazia
Per quanto mi sforzi non riesco a trovare la imperscrutabile ragione per cui pellegrini debba giocare mezzo sinistro in nazionale.
Adesso segnerà sicuramente.
Stasera in panchina…Cesarone Maldini!
Poi magari la nazionale la sfanga, ma questa formazione fa vomitare in principio.
Qualche post fà ho lasciato intendere di una certa mafia indaista (hanno riesumato pure la mummia di Darmian).
E vi raccomando il capo cosca Occhiobello, presenza fissa a fianco di Sgravina, nel ritiro azzurro fin dall’inizio.
Cosa che se l’avesse fatto Lucianone.
Ohibò. Il.monaco zen mi ha preso in parola. Che mi stia spallettizzando?
Uh che bello l abbraccio tra Gigione mio e Marione mio