I ruttini della Francia. I morsi dell’Austria. Gli sbadigli dell’Inghilterra.
** A Dortmund, Francia-Polonia 1-1 (Mbappé su rigore, Lewandowski su rigore). Più che le mani degli allenatori, i piedi dei giocatori. E i guanti di Skorupski. Per 70’ i vice re del Mondo banchettano. Solo che il portiere del Bologna para tutto, tranne il penalty del mascherato Mbappé, al primo squillo europeo. Penalty che si era procurato Dembélé: sino al tiro o al cross, un pericolo per gli avversari; dopo, un pericolo per i compagni. Se la nazione pende a destra, la Nazionale continua a votare a sinistra: Theo, Kylian (specialmente dopo l’ingresso, tardivo, di Giroud). Ma ecco la «solita» pennica: con lo scarto ancora in bilico, i francesi ordinano caffè e digestivo, tra un flato e l’altro. Upamecano, fin lì impeccabile, pesta un piedino a Swiderski. Rigore varista. Lewandowski (36 anni ad agosto) lo trasforma due volte: il primo, muovendosi, glielo aveva parato Maignan. Sangue bleu, sì, ma annacquato.
** A Berlino, Olanda-Austria 2-3 (Malen autorete, Gakpo, Schmid, Depay, Sabitzer). Austria prima, dunque. La partita: come rovesciare una borsa e trovarci di tutto, strafalcioni ed emozioni. Rangnick ha messo su un branco di lupi che azzannano chiunque si aggiri nei loro boschi. Occhio all’Austria, aveva ammonito Zibì Boniek. Però. I batavi ne soffrono le invasioni e le accelerazioni. Continuano a crepitare le autoreti: bellissima quella di Malen, in spaccata, da attaccante puro (quale, in effetti, è).
** A Colonia, Inghilterra-Slovenia 0-0. Southgate a parte, non esattamente una cima, come vanno piano i suoi leoncini. Calcoli o serbatoi vuoti? Una tazza di camomilla. Il momento-memento? L’ingresso di Josip Ilicic, 36 anni, il piede sinistro della Dea.
** A Monaco, Danimarca-Serbia 0-0. Spiccioli per Vlahovic e Milinkovic-Savic. E pure qui, nonostante Djokovic, pochi dritti e pochissimi rovesci. Un mortorio. Danesi secondi. Serbi a casa.
** Per concludere, fiocco azzurro: Francia, Germania, Spagna e Portogallo nell’altra parte del tabellone. Spalletti con le chiappe al muro.
È che si fa – qualcuno fa, compreso Alessio evidentemente – l’ errore di guardare il passato con gli occhiali del dopo
La situazione della Juve nell’estate del 2011 è quella che dice luca G.
Non quella di Berlino luglio 2015.
È come si dicesse che era evidente che Spiaze avrebbe fatto molto bene con acerbi darmian barella chalanoglu mkitarian
Prima, acerbi era un vecchio castrone a fine carriera preso dalla Lazio, Darmian idem, barella un giovan3 che viene da Cagliari (cit smemorato del Salento), calha uno scarto del Milan, l’ armeno un 35,enne che veniva dalla riomma.
Bravi tutti. Dopo. In realtà bravi conte e Inzaghi.
Per onestà , la seconda grande mano gliela diede “l’uomo che sussurrava ai cavalli”
In un colpo solo:
- ci regalò il miglior centrocampista italiana degli ultimi trentina d’anni
- riuscì a perdere uno scudetto incredibile
Forse il capitano un piccolo vitalizio da 3/4 mila al mese glielo potrebbe anche fare… con tutti i guai che c’ha.
Indovinando
Il blocco lo fece Conte
Anche indovinato, ad esempio, il non acquisto di Inler.
Fabio Paratici lo aiutò, pescando un certo Arturo Vidal da Santiago del Cile.
Per quelli che trovò dei settimi posti, Angelo Alessio dovrebbe bere di meno….
Buffon era dato per finito e spesso c’era il dubbio Storari…
Barzagli si pensava un quasi ex
Del Piero aveva discreti annetti…e non aggiungiamo altro
Bonucci era il cugino scarso di Ranocchia
E potrei andare avanti, ma parecchio
parlando di cose serie, Tuttosport torna a bomba con lo scambio Chiesa/ Dipippenzo. Ammesso e non concesso che si voglia vendere Chiesa per questioni di richieste di ingaggio esose e situazione contrattuale in scadenza, spero proprio che nè allenatori nè dirigenti juventini vogliano veramente prendersi il terzino dei gomorroidi.
un Birindelli qualsiasi fa le stesse cose e costa un ventesimo. Cambiaso può fare anche meglio di entrambi ( e lo ha fatto) e se proprio serve un’alternativa c’è il 2 della Slovenja che non credo costi (e pretenda) chissà quanti milioni
A Riccardo Ric piace fare il pericoloso di destra, ma sa benissimo quanto sia stata pericolosa certa destra. Magari non crede al suo ritorno, ma non la nega.
Scritto da ezio maccalli il 26 giugno 2024 alle ore 14:28
Grazie per aver spiegato (a Riccardo Ric) perché è importante la differenza che io trovo, tra il definire, o meno, una persona un coglione. Anche se credo che Riccardo Ric sia ben conscio di quella differenza, altrimenti non si spiega quale sia la sua discriminante, per la definizione di un coglione.
se non mi leggete più, mi hanno deportato…..
Il saluto fascista ha portato morte, distruzione, segregazione, deportazione, negazione della libertà individuale e sociale. (anche gli assegni famigliari che fanno il paio con i 20 euro al mese di detassazione demagogica dei salutatori attuali).
Il saluto fascista, in Italia ha portato stragi nelle banche e nella piazze.
Senza il saluto fascista, e senza le scorribande, non sarebbe esistito il blocco sovietico, stante il fatto che i Russi se ne sarebbero stati a casa loro, se non attaccati.
Il pugno alzato, saluto glorioso, in ITALIA, ha contribuito in larga misura a portare diritto allo studio, statale laico e popolare, al di fuori dei confessionali, adeguamenti salariali e diritto al riposo lavorativo (forse voi non ve lo ricordate, ma ancora negli anni 60 nelle fabbriche si lavorava la domenica mattina), diritto al divorzio, all’aborto.
A causa dei rigurgiti dei salutatori fascisti, si è poi verificata la deriva che ha portato ai fenomeni avventuristi e criminali che conosciamo di brigatisti ed affini. (per quanto anche lì, servizi segreti italiani e stranieri il loro ruolo lo abbiano giocato)
Purtroppo gran parte dei diritti a suo tempo conquistati adessi son stati calpestati, in ambito lavorativo e scolastico, e anche molti dei diritti civili sono a rischio. Grazie ai governi di destra che hanno preceduto questo e ai revisionismi dei renzini assortiti.
Andrea, in vita ho votato anche a sinistra, magari quella parecchio annacquata, quando ho ritenuto fosse l’ opzione migliore. Nessun tifo calcistico per me in politica, nessun senso di appartenenza, nessuna tessera di partito. Decido di volta in volta per chi votare.