Dura mezz’ora, la Lazio di Baroni. Frizzante nel gioco, dal panorama piacevole: una cartolina. Le mancano Romagnoli e Castellanos, l’occasione capita a Noslin, un tiraccio. Poi si fa male Gila. Entra Gigot: farà male. L’Inter comincia da lui, e dal rigore (braccio alto, a murare Dumfries) che Calhanoglu trasforma. E’ il 41’. Agli squali di Inzaghino non sembra vero. Il raddoppio coinvolge Calha, Dumfries e Dimarco, sinistro volante e schioccante.
Esce Gigot, il detonatore involontario, ed entra Lazzari. Coppia centrale, Patric-Marusic. Emergenza dell’emergenza. L’onda lunga non si placa: il terzo è di Barella, destro dal limite, splendido, su tocco del turco. Poi Dumfries, di testa, sopra Nuno Tavares (binario triste e solitario). La manita la cala, in bello stile, Carlos Augusto, una riserva, imbeccato da Dimarco. L’Aquila non vola più da un pezzo. E, giusto al 90’, ecco la ciliegiona di Thuram, in un presepe allo sbando.
Morale: 6-0. E in trasferta, per giunta. E con sei marcatori. Sia chiaro: in agosto, avevo «iscritto» i duellanti a campionati diversi, ma i Lotitiani stavano offrendo un calcio capace di sedurre molti pulpiti, moltissimi polpastrelli. Dicesi crollo, in gergo. Verticale, assoluto, mortificante. L’Inter risponde, così, ad Atalanta e Napoli; e replica con un «set» che, immagino, non passerà inosservato. Aggrapparsi alla dieta di Lautaro fa sorridere. Hanno segnato tutti (gli altri), ciascuno a modo suo: dettaglio che non può non rendere orgoglioso il pilota.
Dal martedì grigio di Leverkusen al lunedì esplosivo dell’Olimpico, non esattamente lo stesso film. E balla sempre il recupero di Firenze. Gli applausi a Mihajlovic avevano battezzato la sera. I tricche-tracche dei campioni l’hanno solcata, scolpita e suggellata. Direi che può bastare. O no?
Scritto da Superciuk il 18 dicembre 2024 alle ore 10:49
Si e no. A me pare una squdra bloccata psicologicamente (da cosa non so. Un calcio troppo cerebrale del miste? Difetti di personalità di qualcuno? Forma fisica? Stanchezza?).
Fatto sta che a parte l’atteggiamento del cagliari dovuto al risultato, nell’ultima mezzora la squadra ha mostrato un dinamismo (movimenti ssenza palla) e aggressività che nel primo tempo di ieri, e col venezia, e col bologna ed altre erano sconosciute.[]
Scritto da Robertson il 18 dicembre 2024 alle ore 11:30
E’ palese il cambiamento dell’ultima mezzora, ma la partita sul 2-0 era finita. Con il Monza avremo la controprova a partire da come Motta schiererà il centrocampo. Giocare con il trequartista senza avere un vero trequartista vuol dire farli mali da soli perchè i vantaggi in fase offensiva sono praticamente nulli mentre a centrocampo concedi quasi sempre la superiorità numerica agli avversari.
Riccardo Ric, facciamo ad intenderci, se vinci scudetto, o Champions, puoi anche “fare a meno” di vincere la Coppa Italia, non ti serve per capire se hai la mentalità vincente. Ho scritto di crearla. E si può cominciare dalla Coppa Italia.
Bon, potremmo chiedere una deroga per giocare direttamente la finale di Coppa Italia.
Si certo, vincere la finale merita un quid di entusiasmo in più, infatti l ultima, come le precedenti, l ho accolta con buon entusiasmo, ne ho viste due allo stadio, Juve Lazio 2 1 (goal di Matri proprio allo scadere dei supplementari ) Juve Milan 1 a 0 goal di Morata sempre nei supplementari. Poi vidi all epoca del secondo Trap, una semifinale vittoriosa contro il MIlan (quel Milan), Delle Alpi sold out, entusiasmo alle stelle. Guido 83, anno della finale di Atene dopo si vinse la coppa Italia, eppure di quella stagione si ricorda purtroppo soprattutto la finale, Sono andato a controllare l albo d oro. Siamo stati senza vincerla dal 95 al 2015 praticamente un ventennio (nessun riferimento subliminale, giuro), non direi che quel ventennio lo si ricordi senza vittorie.
Scritto da Riccardo Ric il 18 dicembre 2024 alle ore 13:40
Non si tratta di valutare una stagione, ma di creare una mentalità vincente, e la mentalità vincente, passa necessariamente dalle vittorie. Anche della Coppa Italia. Cominciando dalla Coppa Italia.
La coppa Italia ha grande valore in finale.
Quelle non bisognerebbe mai perderle qualsiasi il trofeo in Palio.
Una competizione dove la squadra piu forte parte dagli ottavi giocando la partita secca in casa ha valore relativo.
Però mi fa piacere leggere che qualcuno ha scoperto che le vittorie in Coppa Italia servono (anche) per il morale.
Che poi sti deficienti del zazzaron-sabatin pensiero che dicono che il dna è quello non si può modificare si dimenticano il meraviglioso quadriennio lippiano e i primi anni di conte, calcio aggressivo e di possesso dove chiunque venisse a torino non vedeva la palla se non all’inizio e quando la raccoglieva dal sacco. Sono pure analfabeti funzionali. Ma non hanno rispetto per loro stessi, figurarsi se lo hanno per il football.
Eccellente Di Gregorio ieri. Sabato avevo qualche dubbio sul secondo goal perchè non avevo visto la deviazione. Bell’acquisto. Finalmente un portiere che quando esce basso non ha paura di nessuno. In alto è buono, ma può migliorare. Il fatto che la squadra non abbia molti saltatori non lo aiuta, ma Savona si farà e pure i giovani prenderanno piu sicurezza.
Se dopo si vuole un lampione in porta, avanti che c’e posto.
La Coppa Italia è rilassante, se vai avanti ti diverte , se esci non te ne frega un cazzo. Ma non è certo torneo sul quale valutare la stagione ne’ nel bene ne’ nel male (sempre detto, giuro). Come le super cazzole (cit Ezio, cit Conte Mascetti)