Artigli, non sbadigli

Roberto Beccantini28 dicembre 2024Pubblicato in Per sport

Diciottesima di campionato, ultima dell’anno.

** Lazio-Atalanta 1-1 (Dele-Bashiru, Brescianini). Rock and ball. Un tempo a testa, come si scriveva nel Novecento. Baroni passa dal 4-2-3-1 al 4-3-3. E dal momento che è mossa scaltra e non paurosa, sarà proprio Dele-Bashiru, il centrocampista in più, a sbloccare un dominio che, nel corso di una stessa azione, aveva prodotto un doppio salvataggio di Carnesecchi e un palo di Guendouzi. La Dea? L’Aquila le ruba l’idea – penso al pressing, a quel Rovella indiavolato – e la costringe a un infinitesimale cabotaggio. Annaffiato, tra parentesi, da fiaschi di grossolani errori.

Ripresa. Gasp, scocciato, rivolta l’assetto. L’Atalanta invade in massa i territori laziali; Cuadrado e Lookman si mangiano, di crapa, il pari; Lookman centra il montante; gli ultimi cambi, Zaniolo e Brescianini, fissano il tabellino all’88’. Azionissima Zaniolo-Lookman-Brescianini e gol a porta vuota. In contropiede, però, è Dia a divorarsi il raddoppio in un paio di occasioni (clamorosa la prima). Si fermano, così, a 11 le vittorie consecutive dei bergamaschi. A naso, e a occhio, c’è di peggio.

** Cagliari-Inter 0-3 (Bastoni, Martinez, Calhanoglu su rigore). Uno sbarco nell’isola complicato, anche per la fiera opposizione degli «abitanti» (e le parate di Scuffet), ma poi la legge dei più forti. La legge dell’Inter. Campanile di testa di Baroni su campanile di Barella. Rasoio di Lautaro su cross di Barella (e due). Non segnava, il Toro, dal 3 novembre: e se n’era già mangiati due. Quindi la sbracciata di Wieteska e il rigore di Calhanoglu. Il polacco aveva sostituito Mina: non esattamente lo stesso lucchetto. In trasferta, Leverkusen esclusa, la squadra di Inzaghino non porge da un pezzo l’altra guancia: 1-0 Roma, 3-0 Empoli, 5-0 Verona, 6-0 Lazio, 3-0 Cagliari. Diciotto gol a zero. C’era Zola, in tribuna: nostalgia canaglia del suo destro.

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