Noiosissima e timidissima, per insufficienza di «nove». Lo slogan va oltre il ruolo: ingloba il senso armistiziale che per un tempo aveva sequestrato e rallentato l’ordalia; censura l’insana ideologia di preferire il palleggio al tiro, ribadita dall’ennesima bocciatura di Vlahovic (eppure 4 gol in Champions e 7 in campionato). Il Bruges è un arco di frecce giovani, in casa aveva liquidato Aston Villa e Sporting. Lo allena un tipo, Hayen, che stravede per Del Piero. Il signore sì che se ne intende.
Le sfide con Atalanta e Milan avevano scoperchiato scenari di gloria. Invece: modico turnover e via con le cucchiaiate di brodo, un po’ a te un po’ a me. Douglas Luiz, «Flopmeiners» e Nico Gonzalez, falso nueve, sono stati sostituiti. Morale: 150 milioni di mercato non proprio in fumo, ma manco «in» arrosto. Per adesso. Al netto dei gracili progressi del brasiliano.
La panchina non è più corta: ha «liberato» Conceiçao (toh), Yildiz, Thuram, McKennie e il serbo. Lo 0-0 è lo specchio di un pari con vista playoff che, giusto nella ripresa, ha agitato e offerto brandelli emotivi: Jutglà fuori dal limite, dopo pasticcio di Di Gregorio; liscio di Nico da uno slalom di Mbangula, l’enfant du pays (tra i migliori, ancora); zuccata di Koop; acrobazia di Nilsson; parata di Mignolet su sventola di Locatelli; blitz di Talbi, murato dal portiere.
Il solito possesso, i soliti (rari) tiri. E quel dominio del ritmo che, senza strappi, porta a rischiare poco ma a produrre poco di più. Per carità , all’orizzonte incombe il Napoli, e dal momento che in certi casi «due feriti sono meglio di un morto», hanno festeggiato anche nelle Fiandre. Il Bruges si è difeso a blocco basso e contropiede, sistema che Locatelli e c. hanno sempre faticato a scardinare. Il confine della differenza resta la rifinitura, la fantasia: al diavolo le lavagne. Aspettando il presente di Kolo Muani e il futuro di Vlahovic.
** Atalanta-Sturm Graz 5-0 (Retegui, Pasalic, De Ketelaere, Lookman, Brescianini). Il brivido di Camara, sullo 0-0, e poi avanti con i carri (ora armati, ora felpati). Gli austriaci saranno stati pure arrugginiti dalla sosta, ma che rumba. E che cambi (Cuadrado e Lookman in testa). Ricapitolando: «manita» in scioltezza, e un bacio alla differenza reti, con i gol, vado a memoria, tutti in stile Barça, dal cuore dell’area (piccola, addirittura). Prima vittoria interna in Champions, ebbene sì, e playoff in tasca. L’Ego di Bergamo sorride: ne ha facoltà .
** Bologna-Borussia Dortmund 2-1 (Guirassy su rigore, Dallinga, Iling-Junior). Tutti in piedi, al Dall’Ara. Tutti commossi. Non è mai troppo tardi. Eliminati, ma vittoriosi: e in rimonta, per giunta. Dal penalty di Guirassy gli opliti di Italiano hanno ricavato rabbia e gioco per rovesciare il destino. Tra abbracci sospetti (su Ndoye) e mezzi miracoli (di Kobel su Orsolini). Cruciali le staffette del mister rossoblu. Mentre i tedeschi si mettevano a fare i ragionieri, il Bologna ha colto l’attimo: nel giro di un minuto, dal 71’ al 72’, aggancio e sorpasso, Dallinga e Iling-Junior, sostituto dell’infortunato Orsolini. Un successo, due pareggi, quattro sconfitte: ciao Europa, grazie per le lezioni, grazie per le emozioni.
Lo faccio apposta Lassie.
Tanto non ci capisci un cazzo e ti proteggo da scrivere qualcuna delle tue solite castronerie calcistiche.
Ovviamente sempre quando non sei tutto preso, col tuo gemello diverso, a sputare su Giuntoli, Motta e la Juve.
Avete letto che Cherubini si appresta a portare la sua nausea a Parma?
Ah ecco si può usare c o g, quindi sempre italiano e’. Bon. (Ma con la h e’ roba da urlo…rido…)(però ti stai distraendo e mi stai distraendo dalla visione di PSg City….muto!!!)
Non capisco proprio una sega Lassie. So bene che si può usare C o G ma C fa…cagare e cacofonicamente pure schifo ed è per gente tipo Pio, Amedeo e appunto Lassie.
Che la lingua italiana sia nata in Toscana è una fake news tipo che Florentino volesse il Cialtrone. La lingua italiana è nata nella Bassa Sassonia.
La lingua italiana è nata in Toscana per merito di quel violaceo di Dante che difatti venne mandato in esilio da quel popolo di imbecilli. Con quanto, come ho già scritto , a me della Toscana frega un cazzo
https://www.treccani.it/vocabolario/cacare/
No, da italiani.
Con la c è da cafoni e roba da Pio, Amedeo e Lassie: la crème della comicità destronza.
A volte uno si chiede che cazzo ci faccia Kovacic nel City…mah, robaccia da indaista.
È il Danilo croato.
Cagare con la g e’ roba da bauscia milanesi…
Si dice cagare con la G non con la C.
Proprio come le cazzate che il Ministero della Menzogna si affretta a scrivere, a fiumi, non appena la nostra Juve non vince.
Loro…I love the Cialtrons e la Juve che non vince.