Alzi la mano chi. La Fiorentina più bella, l’Inter più brutta. Tre a zero: 60’, Ranieri (di sinistro, al volo, su schema da corner); 68’, Kean (di testa, su cross di Dodò); 90’, ancora Kean, 15 gol in totale (su erroraccio di Dimarco). E già nel primo tempo, le occasioni più ghiotte erano capitate alla zucca di Kean (parata di Sommer) e Dodò, imbeccato da Moise (destro a lato).
Per essere Franchi. E non solo. Era il seguito della partita sospesa, la sera del 1° dicembre, per il cuore «matto» di Bove. Si è ripreso, alla «spagnola», dal minuto dello stop, il 17’. Non so come sia successo, ma è successo. Non perdevano, i campioni, dal derby d’andata (22 settembre). Inzaghi poteva ruotare la rosa: e, difatti, un po’ l’ha ruotata. Palladino, lui, era in emergenza piena, senza gli elementi ceduti al mercato di gennaio, senza i rinforzi e senza, last but not least, Gudmundsson (tonsillite).
Questo, forse, spiega il diverso atteggiamento: Fiorentina sul pezzo, sempre e con tutti (Ranieri addosso a Lautaro, per esempio, e Comuzzo alle costole di Mkhitaryan); Inter padrona del palleggio (78%) e di nient’altro. Lenta di gambe e di testa, greve in Calhanoglu e Frattesi, attesa al varco e – sistematicamente, implacabilmente – giocata e soggiogata.
Tutti da sette, gli opliti di Commisso, con Kean e Ranieri da 8. Tutti, paradossalmente, meno uno: De Gea, il portiere. Mai impegnato. Se non da Dimarco, da una cinquantina di metri. E testimone di un unico brivido agli sgoccioli (Arnautovic). Perché sì, Inzaghino ci aveva provato anche con il tridente. Botta pesantissima. Inattesa e strameritata. L’Inter rimane, così, a tre punti dal Napoli, mentre la Viola pizzica la Lazio al quarto posto, in piena corsa Champions, spedendo la Juventus al sesto.
Da due punti in sei gare a tre vittorie su tre, tra cui Lazio fuori e Inter in casa. Scalpi nobili. Il calcio è (anche) questo. Però, ripeto, Fiorentina tre Inter zero. E il resto, Conte.
Zero alibi x Motta Date questa rosa a un pioli qualunque (non dico a conte) e siamo in cl in carrozza
Non so se avete ammirato il tiro, anzi il tiretto, di quella fighetta ossigenata.
Quello che fa più male è vedere la maglia numero 6 di Gaetano Acirea addosso ad uno sconosciuto….poi uno dice che la JUVENTINITA’ non esiste più. Gaetano abbi pietà di questi bifolchi
Ahahahahahahah
Thiago è il primo colpevole di questo scempio, proprio come lo era il Cialtrone negli anni scorsi.
Ma sono confuso perché giurerei di ricordare cose del tipo:
- che in campo ci vanno i giocatori;
- che è assurdo addossare la colpa solo su un capro espiatorio
..eh bravo Gatti
aspettiamo tranquilli il progetto
Il goal preso mi terrà sveglio per diverso tempo.
Il Como classica squadra che cala vistosamente nel secondo tempo… avessimo tenuto il primo tempo era praticamente vinta, senza meritarlo ma vinta. Ora poi entra il dribblatore folle..speriamo
Già se pure magnato uno slot sto scemo
…..e comunque quello che fa più male non sono i cambi, ma la partita mozzarella, senza un guizzo, senza garra…