Firenze stanotte sei bella…

Roberto Beccantini6 febbraio 2025Pubblicato in Per sport

Alzi la mano chi. La Fiorentina più bella, l’Inter più brutta. Tre a zero: 60’, Ranieri (di sinistro, al volo, su schema da corner); 68’, Kean (di testa, su cross di Dodò); 90’, ancora Kean, 15 gol in totale (su erroraccio di Dimarco). E già nel primo tempo, le occasioni più ghiotte erano capitate alla zucca di Kean (parata di Sommer) e Dodò, imbeccato da Moise (destro a lato).

Per essere Franchi. E non solo. Era il seguito della partita sospesa, la sera del 1° dicembre, per il cuore «matto» di Bove. Si è ripreso, alla «spagnola», dal minuto dello stop, il 17’. Non so come sia successo, ma è successo. Non perdevano, i campioni, dal derby d’andata (22 settembre). Inzaghi poteva ruotare la rosa: e, difatti, un po’ l’ha ruotata. Palladino, lui, era in emergenza piena, senza gli elementi ceduti al mercato di gennaio, senza i rinforzi e senza, last but not least, Gudmundsson (tonsillite).
Questo, forse, spiega il diverso atteggiamento: Fiorentina sul pezzo, sempre e con tutti (Ranieri addosso a Lautaro, per esempio, e Comuzzo alle costole di Mkhitaryan); Inter padrona del palleggio (78%) e di nient’altro. Lenta di gambe e di testa, greve in Calhanoglu e Frattesi, attesa al varco e – sistematicamente, implacabilmente – giocata e soggiogata.

Tutti da sette, gli opliti di Commisso, con Kean e Ranieri da 8. Tutti, paradossalmente, meno uno: De Gea, il portiere. Mai impegnato. Se non da Dimarco, da una cinquantina di metri. E testimone di un unico brivido agli sgoccioli (Arnautovic). Perché sì, Inzaghino ci aveva provato anche con il tridente. Botta pesantissima. Inattesa e strameritata. L’Inter rimane, così, a tre punti dal Napoli, mentre la Viola pizzica la Lazio al quarto posto, in piena corsa Champions, spedendo la Juventus al sesto.

Da due punti in sei gare a tre vittorie su tre, tra cui Lazio fuori e Inter in casa. Scalpi nobili. Il calcio è (anche) questo. Però, ripeto, Fiorentina tre Inter zero. E il resto, Conte.

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