Uscirà , dunque, dal braccio di ferro tra Spagna e Inghilterra l’erede europea dell’Italia manciniana. Domenica sera a Berlino: una finale inedita. A Dortmund, i leoncini hanno sconfitto per 2-1 l’Olanda. Anch’essi in rimonta, come le furie a Monaco, martedì. Tutt’altra partita, però. Primo tempo da discoteca; secondo, da convento. Già al 7’, Xavi Simons borseggia Rice e stanga, di destro, dal limite: gran gol. England al tappeto? Manco per idea. Lecca di Kane e pugni di Verbruggen; poi, al 14’, il rigore di Dumfries (molto, troppo varista) trasformato dal capitano. Come on, come on: quasi gol di Foden con «parata» di Dumfries sulla linea; traversa di Dumfries, e dai, su corner; palo di Foden. Sinceramente: l’Inghilterra più bella, anche se poco Bellingham, del torneo.
Improvvisamente, l’infortunio di Depay. E’ il 35’, e Koeman chiede scusa al calcio totale: fuori una punta, dentro un centrocampista (Veerman). La trama, come si dice in gergo, cambia da così a così. La marmellata batava contro rivali che, attorno all’ora, flettono. Pickford li salva su Van Dijk. Sono squadre che sembrano comitive di turisti «felici» che i treni (degli avversari) facciano tutte le fermate possibili e immaginabili. Walker che si mangia Gakpo; Aké che, alla distanza, imbavaglia Bukayo Saka; il possesso di Reijnders, Schouten e c. di una noia pazzesca.
Fino alle staffette di Southgate. Se il il ct olandese l’aveva spenta, il guru british la riaccende. Richiama Kane (ci sta) e Foden, addirittura: il migliore, non ci sta assolutamente (per me, almeno). Avrei tolto Bellingham. Minuto 90: Palmer (vice Foden) imbecca Watkins (vice Kane), destro tranciante che ne buca due in un colpo, De Vrij e il portiere. E allora: da Southgate pippa a Southgate genio. Scommettiamo?