Questo è uno spazio riservato ai giovani, d’età e di spirito. Gli argomenti sono liberi. Un solo limite: ogni articolo non deve superare le 30 righe. Naturalmente, non ci sono vincoli alla fantasia. Una commissione, da me presieduta e da me composta, premierà di settimana in settimana, con l’onore di un aggettivo, il “manufatto migliore” (come direbbe Emma Marcegaglia).
Scrivete, scrivete: qualcosa resterà. E magari anche qualcuno.
Cartesio
Ottima la tua analisi, tuttavia come sottolinei la controprova non la si potrà mai avere. Di certo quando le riserve sono state schierate in una partita che contava qualcosa (alludo al quarto di coppa italia) la sconfitta è stata netta. la realtà è che le riserve sono molte lontane dal valore espresso dai titolari. In ogni caso il problema della stanchezza vedo che è sollevato sempre e solo nel nostro campionato; le altre squadre corrono e giocano per tutto l’anno arrivando regolarmente in fondo a tutte le competizioni. Guardando i quarti di champion è apparsa di solare evidenza la differenza tecnica che ancora esiste tra la juventus (con tutti i meriti che alla squadra e a conte è giusto riconoscere in questi anni) e le 8 squadre protagoniste. Io credo che il gioco di conte necessiti di essere rinnovato senza grandissimi scossoni di rosa: un passaggio al 4-3-3 con l’acquisto di soli due grandi attaccanti esterni a mio avviso sarebbe sufficiente per rendere la juve competitiva anche in europa.
Gent.mo Beck, devo dire che nemmeno io penso la classifica sarebbe identica, tre/ quattro punti per strada li avremmo forse persi, ma avremmo i due risultati: titolari meno spremuti e riserve più integrate nel progetto squadra. Questo è il classico problema delle squadre di allenatori-martello alla Capello. Onestamente avevo speranze che Conte finisse per somigliare di più a Marcello Lippi.
Gentile Cartesio, eccellente contro-analisi. Ma non sono sicuro che con più turnover la classifica sarebbe identica.
Gentile Paola, le ha risposto il gentile Runner68.
LIONE-JUVENTUS
Ogni valutazione non può prescindere dal risultato (positivo), ma nemmeno dimenticare il gioco che lo ha prodotto (men che discreto).
La Juventus, non da ieri, è sulle gambe a causa della corsa oggettivamente straordinaria fatta in campionato. Non si avrà mai la controprova, ma i risultati in campionato sarebbero stati gli stessi o paragonabili se il tecnico avesse utilizzato la rosa a disposizione in modo più ampio: alcune partite con squadre di mezza o bassa classifica si sarebbero vinte ugualmente utilizzando i vari Padoin, Peluso, Ogbonna, Caceres, Giovinco, Quagliarella, senza spremere i titolari e farli arrivare a questo punto della stagione completamente svuotati.
Pirlo è ormai l’ombra del giocatore che è stato, non regge fisicamente il confronto e rallenta il flusso del gioco; conserva lampi di classe che lo rendono comunque decisivo (penso alle punizioni che hanno risolto le partite con Genoa e Fiorentina in coppa), ma è arrivato a una fase molto simile a quella che caratterizzò gli ultimi anni di Del Piero: lo si tiene in campo sperando nel lampo di classe, ma nel frattempo si gioca sostanzialmente con un uomo in meno. A questo punto risulterebbe preferibile impiegare Marchisio nel ruolo di regista arretrato ottenendo maggior circolazione di palla e dinamismo, nell’attesa che lo stato di forma del “genio di Flero” ritorni, se mai lo farà, a livelli accettabili.
Pogba appare da un paio di mesi a questa parte svuotato mentalmente, capace di colpi non indifferenti che ha in repertorio, ma sempre meno decisivi e funzionali al gioco di squadra. E discorso analogo si può fare per Vidal.
Tevez è un campione stanco, anche lui protagonista di un’annata da incorniciare, ma arriva a questo punto della stagione con poca lucidità. Lo stesso dicasi per Llorente che paga il primo anno di piena attività dopo una stagione passata a smoccolare sulla panchina dell’altezzoso Athletic Bilbao. Sono entrambi stati troppo spremuti, senza usare le alternative che pure la rosa presentava.
Il Lione, che ha dimostrato un valore assoluto da medio-bassa classifica in serie A (per intenderci un poco sopra il Sassuolo e una spanna sotto il Parma o il Verona), ha impiegato mezzora ad affrancarsi dall’equivoco di trovarsi di fronte una squadra schiacciasassi (come probabilmente avevano dipinto i bianconeri in fase di preparazione della partita) e poi ha preso coraggio e solo la bravura di un Buffon ritrovato e l’insipienza degli avanti transalpini hanno salvato la squadra italiana da una debacle già nel primo tempo. La ripresa ha visto una Juve leggermente più presente, vuoi anche per i positivi quanto tardivi ingressi di Giovinco e Vucinic, e, complice un calo fisico dei francesi, si è vista una prevalenza più netta che ha portato alla rete, casuale e pur meritata.
In sostanza la speranza italica di portare a casa qualche provvidenziale punto di ranking non è totalmente mal riposta, ma la Juventus e il suo tecnico sono attesi ad un cambio di rotta sostanziale nella competizione europea: in Europa vince chi osa, chi segna, chi porta pericolo nella metà campo avversaria. Continuare a regalare un uomo dietro, per coprire gli attacchi, e non essere incisivi in attacco può aver pagato finora, ma non durerà. Conte dovrebbe, oltre ad utilizzare maggiormente la rotazione dei suoi giocatori, non solo quando costretto da squalifiche e infortuni, creare uno schema alternativo al collaudato 352, portando le squadre che incrocia a doversi preoccupare costantemente della qualità di tre attaccanti (due di movimento e tecnica, più uno come boa centrale) e non solo delle sporadiche incursioni di centrocampisti ora stanchi (vedi Vidal e Pogba) o non attrezzati a svolgere con qualità superiore la fase offensiva (Asamoah e Lichtsteiner, piuttosto che lo spaesato, davanti alla porta, Isla).
Tutto è ancora nelle mani della Juve, sia in Campionato che in Coppa, ma serve un cambio di ritmo che temo la Juve non possa o non sappia darsi
Runner.
Ah, grazie, questo proprio non lo sapevo.
Scritto da Paola Cirina Pomicina il 4 aprile 2014 alle ore 12:47
Le rispondo io, i numeri dell’ argentina erano in rigoroso ordine alfabetico in quell’ edizione. Se non erro anche nell’ 82 fu così eccezion fatta per Maradona col 10.
Per Beccantini. Scrivo di qua per non disturbare la discussione di là con una domanda che non c’entra niente. Mondiali in Argentina del 1978. Ho recentemente visto alcuni video di quel campionato del mondo e nella formazione della Celeste ho notato una cosa stranissima: il portiere Fillol col numero 5 e Ardiles, un giocatore di movimento, con il numero 1. Come mai? C’è una storia dietro questa strana numerazione?
MCphisto.
Non leggo più dall’altra parte per cui non so che cosa scrivete.
Bravo, Cianciolo. Tutto giusto e corretto, peccato che sono cose che in un modo o nell’altro ne scriviamo da tempo (involuzione tattica e anche fisica) e ci diciamo dall’anno scorso (sugli esterni).