Questo è uno spazio riservato ai giovani, d’età e di spirito. Gli argomenti sono liberi. Un solo limite: ogni articolo non deve superare le 30 righe. Naturalmente, non ci sono vincoli alla fantasia. Una commissione, da me presieduta e da me composta, premierà di settimana in settimana, con l’onore di un aggettivo, il “manufatto migliore” (come direbbe Emma Marcegaglia).
Scrivete, scrivete: qualcosa resterà . E magari anche qualcuno.
Sigilllo?
X Paolo – Mi faccia capire, lei avrebbe radiato il milan e la Juve E all’inter non avrebbe solo assegnato lo scudetto?
A proposito di comodità , direi che l’ Italia è un “poltronificio” ( tante poltrone e tantissimi poltroni )
Bravo Primario…post delle ore 09.00….Little Lions
Gentile Paolo, buon giorno. Grazie per il suo contributo. Non parlerei di lassismo culturale. Le ripeto il mio concetto base: nessun birbante in carcere (metaforicamente), ma qualche finto santo a piede libero (metaforicamente, anche qui: sa a chi mi riferisco). Il problema degli italiani è semplice. Leggono il vangelo e lo piegano a loro uso e consumo. Il vangelo dice: scagli la prima pietra chi è senza peccato. Non chi ne ha commessi (eventualmente) di meno.
Su Conte e la Nazionale, lei giustamente pone l’accento sulla possibilità che possa essere rinviato a giudizio per frode sportiva, dopo i quattro mesi di omessa denuncia scontati nell’ambito della giustizia sportiva. Non una parola invece, da parte sua, sul fatto che sia stato scelto come team manager Lele Oriali, che patteggiò per il passaporto falso di Recoba. Gentile Paolo, non mi piace l’Italia dei Moggi e dei Giraudo, ma – mi perdoni – neppure la sua. La loro è un’Italia troppo bassa (e comunque non esclusiva), la sua troppo comoda.
Buonasera Roberto,sono Paolo quel Paolo che si e’ letto le intercettazioni che sono state omesse dal processo su calciopoli e solo in un secondo tempo rivelate.Pensavo di non scriverle piu’,perche’ secondo me paragonare quello che ho letto nelle trascrizioni con quello che Moggi e soci avevano messo in piedi era a dir poco impensabile,certo se il regolamento federale impedisce qualsiasi contatto verbale tra i tesserati e i gestori del settore arbitrale tutta la serie A era da retrocedere,e certamente l’Inter non doveva annoverare uno scudetto nel suo palmares,ma molto probabilmente Juventus e Milan andavano radiate dal calcio italiano.Lei si domandera’ perche’ le ho riscritto,per due motivi,ieri sera ho visto un servizio sul tg2 in cui ha distanza ormai di alcuni anni si metteva in discussione tutto l’impianto accusatorio nei confronti di schettino,lo sciagurato comandante della concordia,si cercava in modo subdolo di mettere in cattiva luce tutto il personale in plancia,dimenticando che erano dei sottoposti obbligati a eseguire degli ordini,la Costa che non voleva far intervenire i rimorchiatori per interessi economici e il comandante che inveiva contro schettino stesso perche’ tornasse a bordo a salvare il salvabile.Ecco questa situazione mi ha ricordato molto,con il debito rispetto per la tragedia della Concordia,il progressivo lassismo culturale che si sta’ verificando nei confronti di una pagina bruttisima del calcio italiano.Tra poco si celebrera’ moggi martire,non parliamo di galliani che non e’ stato neanche sfiorato da nessun tipo di inibizione,e tutti gli altri saranno i delinquenti che hanno osato ribellarsi a un sistema consolidato,o no?Lei in risposta a un mio commento sulla poco elegante frase di Tavecchio sui mangiabanane mi disse che un importante dirigente sportivo americano fu esautorato per molto meno,ecco mi aspetterei da giornalisti competenti e politicamente corretti come lei una campagna mediatica dura ma veramente dura su chi sbaglia nella sostanza non nella forma,non commento altresi’ le notizie di oggi sul calcio scommesse,ma molto probabilmente avere il ct dell’italia accusato di frode sportiva e’ la normalita’ per milioni d’italiani a cui e’ stato detto che moggi e galliani in fin dei conti non hanno fatto niente di male.La ringrazio e le auguro una buona serata.
Paolo B.
Ai consiglieri regionali della Lombardia, poverini, è stata concessa l’opzione di farsi restituire i contributi versati durante gli anni di “servizio”. Eh sì, l’alternativa era di aspettare la pensione (rivalutata) a 60 anni, poi spostata a 66……… allora sono tutti corsi a farsi ridare i soldini: decine e in alcuni casi centinaia di migliaia di euro.
proprio come a noi: infatti tutti sapete che l’ INPS ci restituirà tutti i soldi versati da noi, e dalle aziende per le quali abbiamo lavorato, se non vogliamo morire prima di vedere la pensione………….Ai consiglieri regionali della Lombardia, poverini, è stata concessa l’opzione di farsi restituire i contributi versati durante gli anni di “servizio”. Eh sì, l’alternativa era di aspettare la pensione (rivalutata) a 60 anni, poi spostata a 66……… allora sono tutti corsi a farsi ridare i soldini: decine e in alcuni casi centinaia di migliaia di euro.
proprio come a noi: infatti tutti sapete che l’ INPS ci restituirà tutti i soldi versati da noi, e dalle aziende per le quali abbiamo lavorato, se non vogliamo morire prima di vedere la pensione………….
(fonte il corriere della sera)
Beccantini, buon giorno e grazie.
La cosa che trovo deludente è l’ancora altissimo grado di servilismo e credito, da parte dei media, nei confronti di un personaggio come Matteo Renzi, che ogni giorno che passa mi convinco sempre di più a considerarlo un pericolo per la democrazia (Marco Travaglio, uno dei pochissimi giornalisti col coraggio di criticarlo, quest’estate sul Fatto Quotidiano scriveva di svolta autoritaria) e pure un uomo incosciente e spregiudicato.
Alla fine cos’è il renzismo? Né più e né meno che una malattia infantile del berlusconismo. Un concentrato di arrivismo, opportunismo, carrierismo, il tutto condito con massicce dosi di faciloneria, presunzione e vanità . Lo si capisce anche dalla cifra intellettuale dell’ideatore fiorentino di questa nuova tendenza culturale: “lasciatemi lavorare”, “l’Italia deve cambiare” (abbiamo visto che cambiamento è una parola neutra, si può sì cambiare in meglio, ma pure in peggio), “la gente è con me” (ma anche no), “o si fa come dico io o vado a casa” (verrebbe voglia di dirgli: vada pure). E naturalmente quelli che non sono d’accordo vengono sfottuti e marchiati come conservatori, gufi, rosiconi, gente che non vuole il bene del paese perché che si oppongono al suo Grande Cambiamento, che chiaramente ci viene sistematicamente venduto come bello, giusto, miracoloso.
Adesso che i sondaggi lo danno in vistoso calo di popolarità e che il Partito Democratico ha perso alcuni punti dal tanto strombazzato 40% delle Europee dello scorso maggio, il suo livello di arroganza, strafottenza, bullismo e di vendicatività è aumentato a vista d’occhio. Ma ai grandi giornali di questo paese va bene così, può andare avanti tranquillo per la sua strada, siccome lo scorso anno, al momento della sua autonomina a premier, lui e le sue giovani marmotte, come le ha chiamate il professor Ricolfi su La Stampa, ci erano state presentate come l’ultima speranza prima del baratro, quasi in un clima da “dopo di Lui, il diluvio”.
Incredibile a dirsi, qua siamo ben oltre Berlusconi, siamo in presenza di una persona con ancora meno scrupoli e con addirittura più sfacciataggine.
Gentile Alessandro, buon giorno. Certo che sì: il cambiamento – come, se vogliamo, il futuro – è un posto diverso, non necessariamente migliore. Sta a noi fare coincidere diverso e migliore. La storia ammonisce che l’abbinata non sempre è riuscita.
Gentile Vanni, grazie. E’ un articolo molto attuale e molto interessante. Lo consiglio ai Pazienti.