Questo è uno spazio riservato ai giovani, d’età e di spirito. Gli argomenti sono liberi. Un solo limite: ogni articolo non deve superare le 30 righe. Naturalmente, non ci sono vincoli alla fantasia. Una commissione, da me presieduta e da me composta, premierà di settimana in settimana, con l’onore di un aggettivo, il “manufatto migliore” (come direbbe Emma Marcegaglia).
Scrivete, scrivete: qualcosa resterà. E magari anche qualcuno.
Egregio signor Beccantini, l’ammiro da anni per il suo modo schietto di esporre le idee e la forza anche di andare conto corrente.
Ho letto con piacere le sue opinioni sulla Gazza di oggi.
Vorrei esprimere la mia opinione che e poi la risposta con modestia a una sua domanda:
Era il caso di arruolare Zaza?
Per me No, ma la Juventus sta dopo anni ripetendo in Italia quella politica per loro fruttuosa di comprare tutti i probabili rinforzi delle concorrenti e lasciare ad altri le bricccioke.
Altrimenti non avrebbe senso un mercato di questo tipo.
Dibala è a mio parere un gran bel talento, ma sento che le sue fortune predatorie le farà altrove e non alla Juve. A gennaio compreranno un’altra punta.
Invece penso che Balorelli che ha forza e talento, se sarà più sereno, possa dare e fare la differenza in un Milan scollato.
Molte grazie del suo eventuale spazio e commento
Cordialmente ,
Paolo Gallitto
Pereyra deve abbassare la crestina.
Se oggi era scazzato perchè non è partito titolare col Madrid può sempre tornare a Udine.
Sbalorditiva e’ la continuità. Nell’unica stagione in cui si è espresso al di sotto del consueto standard, gravato da problemi fisici, al 30% della condizione ha sfiorato un mondiale. Lì ha mostrato la sua grandezza. Quei problemi hanno reso Messi ancora più forte, al culmine della maturità spesso si gestisce. Nel corso della gara preserva energie, si maschera da uomo comune: gioca semplice, evita affondi. Poi quando si trova nella condizione propizia, ti fa male: abbassa il baricentro, sprigiona dai quadricipiti una forza mai vista, accelera e lascia sul posto i suoi marcatori diretti. Ha occhi ovunque, una visione periferica che consente di controllare l’intero terreno di gioco; fa un appoggio ogni mezzo metro, e in ciascun appoggio nasce la possibilità di cambiare idea o direzione. Appena vede il varco svela la sua natura, torna extraterrestre. E quando decide di vincere, vince. Ha schiantato il Bayern di Guardiola da solo. Sono bastati tre affondi. Come certi pittori anche un grande calciatore vive periodi diversi nei quali trasforma il proprio modo di giocare: il Messi giovane era un pugile che sempre cercava di stender l’avversario al primo round e spesso ci riusciva; quel gioco era rischioso per articolazioni e muscoli. Col tempo il suo repertorio si è arricchito, ha imparato a dosarsi: aspetta il momento giusto e quando l’avversario abbassa la guardia piazza il colpo del knock-out. All’occorrenza non disdegna l’idea di vincere ai punti. Dai suoi problemi ha appreso come diventar più forte. Nel momento in cui il fisico non risponde perfettamente ai comandi si affida alla mente, “svelando” un modo diverso di giocare. Evita contrasti e accelerazioni inutili e nell’arco dei 90 minuti, non appena si apre un minimo spiraglio, affonda. Penetra tra le maglie della difesa a velocità proibitiva, tocchetti frequenti e impercettibili sulla palla mandano fuori tempo gli avversari. Le gambe aderenti al terreno mulinano con una rapidità sconosciuta: sembra che scherzi tale e’ la semplicità con cui esegue l’impossibile. E mentre ti chiedi da dove e’ passato e’ già davanti al portiere. Il ragazzo non risponde alle comuni leggi della fisica e della meccanica. Appartiene ad una categoria a parte, gioca per la storia. Impossibile un paragone con Maradona. Ne e’ l’erede. Probabilmente lo supera. Non puoi avvicinarti alla personalità straripante di Diego Armando, figlio di un tempo di grandi rivendicazioni sociali, sentimentalmente inarrivabile. Messi e’ un leader tecnico, silenzioso: parla solo con i piedi. La sfida verte su piani diversi: continuità e numeri. Manca soltanto un mondiale, autentico suo “tallone d’Achille”; dannato diagonale a fil di palo……
“Nel cuore di ognuno di noi c’è un vuoto che ha la forma di Dio” sostiene Pascal. Non aveva visto Messi.
Il giorno in cui Leo deciderà di appendere le scarpette al chiodo, sarà la nostalgia a incaricarsi di trasformarlo in mito. Scolpiti nella memoria i capolavori disseminati nell’arco di una carriera senza precedenti. Romanzieri o semplici “testimoni” tramanderanno le sue gesta alle generazioni future. Allora sarà definitivamente chiaro che Messi giocava per la Storia e altrettanto evidente sarà la portata della sua grandezza.
Buon giorno, gentile Leonardo. Scusi per il ritardo e il disguido. Le avevo scritto di là, in corsia.
Grazie per il contributo.
Ha vinto la squadra che aveva più fame: la Juve. Ha colpito pur sempre il fuoriclasse: CR7. Ha risolto il giocatore che desiderava più di ogni altro la vittoria: Tevez.
Al Bernabeu è gara aperta con il Madrid ancora favorito.
Non condivido l’impiego di Ramos in mezzo al campo né l’esclusione del centravanti dall’undici iniziale, considerando il brillante momento del “Chicharito”. Ronaldo-gol tanto per non sporcare la media, ma poco altro.
Lampante la crescita bianconera. Da rimarcare la personalità di Sturaro. Giovane, si, soltanto sulla carta. Impeccabili Vidal, Morata e Marchisio, anche qualcosa oltre.
E poi Tevez, man of the match. Scatti, ripartenze, dribbling. Coraggio, quello dei cavalli di razza.
Talenti di strada nati e cresciuti in un preciso contesto sociale: proteggono il pallone come un bene prezioso, dribblano per sopravvivere, corrono per scappare dalla miseria. Nel tempo conservano intatto il loro istinto: incoscienza, leggerezza, audacia.
Quando Carlitos vola a rete davanti agli occhi ha la porta, dietro di sé il barrio fuerte apache.
(anzi, a volte neanche quelle con le ostriche e lo champagne riescono)
(Ricordati però, che non è detto che tutti gli anni le nozze coi funghi riescono a meraviglia)
Ciao Ezio….
Bellissima
Egregio Beck, un paio di considerazioni. La realtà ci dice che la juventus quando gioca a 3 non prende MAI gol, quando gioca a 4 prende SEMPRE almeno un gol. Non sarebbe stato opportuno col real giocare a 3 fin dall’inizio? Su Pirlo: sarò impopolare, ma a mio avviso è già andato da un pezzo (d’accordo con lei sulla necessità di sostituirlo lasciando in campo sturaro). Tuttavia, se proprio bisogna farlo giocare, non sarebbe, ad oggi, meglio riportarlo agli albori della carriera facendogli fare il regista dietro le punte? Lo si terrebbe lontano dall’area di rigore evitando gli ormai continui e spesso letali errori in uscita dalla difesa; inoltre ne si potrebbero sfruttare meglio e in misura maggiore le qualità balistiche.
Grazie.
CHIEDENDO SCUSA A JANNACCI………..
Quelli che se vince con Allegri è merito di Conte …..Ooh Yeah…
Quelli che se non vince con Allegri aveva ragione Conte…..Ooh Yeah…
Quelli che la Roma ha ridotto il gap,
quelli che la Roma ha un gioco internazionale
quelli che la Roma ….. Ooh Yeah, Nooo Yeah
Quelli che se ne vanno perché non gli comprano Iturbe e Quadrado… Ooh Yeah…
Quelli che se andrebbero perché gli han comprato Iturbe e Quadrado ….Ooh Yeah
Quelli che avrebbero preso Garcia,
Quelli che “il mio regno per un dribbling”
Quelli che “almeno Cerci…” Ooh Yeah….Noooo yeah….
Quelli che” perché prendi Morata e dai via Immobile?” …Oooh Yeah….
Quelli che “perché lasciare Zaza e Berardi in provincia?” Ooohhh Yeah…..
Quelli che li lasciano a maturare in provincia,
perché, quando cadono dall’albero, ci pensino gli altri allo smaltimento differenziato Ooohhh Yeaahhh
Quelli che lo farebbero anche con Anderson e Dybala Ohhhh Yeah…..
Quelli che ci faranno un paio di Dybala per tutta l’estate Ooohhh Yeahh…. Noooo Yeaaah….
Quelli che non ci piacciono i funghi,
Quelli che con i funghi ci fanno dei pranzi prelibati…. Oooh Yeah
Quelli che se non possono mangiare in un ristorante da 100 euro,
preferiscono saltare il pasto… Ooohhh Yeah
Quelle che nei ristoranti da 100 euro mangiano gratis,
e le regalano anche un appartamento Ooooh Yeah……
Ooohhh Yeah, Ooooh Yeaaaah, Noooo Yeaaah