Questo è uno spazio riservato ai giovani, d’età e di spirito. Gli argomenti sono liberi. Un solo limite: ogni articolo non deve superare le 30 righe. Naturalmente, non ci sono vincoli alla fantasia. Una commissione, da me presieduta e da me composta, premierà di settimana in settimana, con l’onore di un aggettivo, il “manufatto migliore” (come direbbe Emma Marcegaglia).
Scrivete, scrivete: qualcosa resterà. E magari anche qualcuno.
L’ATTESA DEL DERBY
Questa non è una settimana come le altre a Milano. E’ l’una di due. E’ la settimana del derby.
Sono teso, lo ammetto. Da quando mi sono trasferito in città vivo il derby in maniera totalmente differente, è un’esperienza mistica ed ho bisogno di affrontarla in un certo modo se voglio sopravvivere all’attesa.
Esco di casa in tarda serata e decido di fare quattro passi per le vie del mio quartiere, accendo una sigaretta rollata a mano e la aspiro avidamente. Non sono un fumatore abituale, ma una sigaretta al momento giusto mi aiuta a gestire la tensione e a godermi la situazione.
Osservo una coppia che discute. Lui le dice che Icardi è più forte di Higuain, lei incalza dicendo che Suso vale due Perisic. La donna ha l’ultima parola, sempre, anche quando si parla di calcio. Ma forse è solo la mia immaginazione di tifoso pre-derby. Probabilmente discutevano su chi avesse dovuto portare il cane a pisciare prima di andare in ufficio.
Un chiodo fisso, il derby. Ripenso a quando vivevo in Irlanda. Complice una naturale predilezione della popolazione autoctona per la Premier League, il profumo di derby lo si iniziava ad avvertire solo in prossimità del weekend. Mandavo i miei soliti messaggini agli amici interisti con cui predicevo una loro agevole vittoria e prontamente intascavo il loro invito ad accomodarmi a quel paese. Iniziava così la mia partita. Un paio di pinte per carburare ed ero sugli spalti di San Siro, in barba ai 1.937,96 Km di distanza.
A Milano la vivo ancora peggio. Ho la sensazione che in questi giorni la gente mi guardi in modo diverso. Quando sono per strada, sono fermo al rosso di un semaforo o dal benzinaio. Chiunque mi incroci mi scruta e si chiede se sono rossonero o nerazzurro. Pensate sia da pazzi? Beh, io con gli altri lo faccio.
Calcio una lattina per terra ed immagino di essere Higuain che fredda Handanovic da pochi passi. Poi penso a De Vrij e Skriniar, due dei migliori difensori del campionato e mi chiedo se il Pipita riuscirà a trovare lo spazio per battere a rete.
Incrocio per strada un ragazzo che calcia una cartaccia arrotolata, stringe tra le labbra una sigaretta; sorrido, pensando che lui potrebbe essere il mio alter ego interista, con le sue speranze ed il suo carico di ansie. Aveva immaginato di essere Icardi ma sfortunatamente per lui il suo tiro è finito in curva.
Alzo il capo e riconosco la facciata del palazzo. Le mie gambe mi hanno riportato a casa, la mia mente invece è ancora sul prato verde di San Siro a giocare un derby senza tempo.
Il derby è anche questo. Spremo da ogni minuto che mi separa dal calcio d’inizio il succo dell’attesa. La partita poi, può avere un gusto dolcissimo, come il miele più pregiato, oppure un sapore acre, velenoso. E’ una sensazione unica. E comunque tranquilli amici interisti, vincerete facile, come sempre. Io nel frattempo, cercherò di sopravvivere.
La solitudine dei numeri 10
La storia della Juve, dalla riapertura delle frontiere dei primi anni ’80, si è tinta, curiosamente, di alterne fortune in uno dei suoi attori protagonisti (di certo il principale nella percezione del tifoso, sia di animo Romantico che devoto di Sua Maestà il Risultato)
Iniziò tutto con Liam Brady, l ‘Irlandese Solitario’, provenienza londinese, accolto sull’italico suolo con altri 2 grandi (Ruud Krol sotto il Vesuvio, Paulo Roberto Falcao futuro ottavo Re di Roma – gli altri grandi sarebbero accorsi negli anni successivi). Biennio vincente, grande professionista, specialista in calci piazzati e serpentine (appunto.. ‘solitario’), culminati nel rigore trasformato in una calda domenica in quel di Catanzaro (stadio Comunale poi Nicola Ceravalo, ero presente), fatale per gli avversari e per la temperatura della rivalità con la compagine gigliata, un po’ meno per la Juve, che portò a casa l’ennesimo titolo.. Eppure Brady sapeva di esser stato ceduto ..
Subito dopo: Michel Platini: le ‘Menuer de Jeu’, immenso nel talento e nell’arguzia. Un 10 che fu un grande 10, per il popolo e l’immaginario del calcio mondiale. En passant il primo vero titolo nella storia degli àlteri Galletti lo confezionò Roi Michel in un Europeo dominato ..
Poi tanti 10 incompiuti: il malcapitato Magrin (qualche punizione e tanta, forse troppa, classe in meno del suo illustre predecessore), lo smarrito Zavarov (direttore d’orchestra dell’armata del colonnello Lobanovski, ma pesce fuor d’acqua in un contesto differente), il Divin Codino (eppur ‘coniglio bagnato’), Pinturicchio Del Piero (citazione Godot a parte, una seconda parte di carriera non fulgida come la prima), Zizou Zidane (per la classe donatagli da madre natura, di certo non avida quel dì, avrebbe potuto vincere e decidere di più..come avrebbe fatto poi tra i galacticos del Bernabeu) ..
Fino a Carlitos Tevez, e qui forse la ‘garra’ e la tecnica lo avrebbero collocato ai livelli assoluti di Roi Michel, peccato che dopo 2 stagioni lo spirito zingaro abbia preso il sopravvento ,,
Infine Dybala, in pectore un piccolo Sivori, ma con troppe pause, non solo tecniche, che ne minano la possibilità di dominare realmente..
Quindi: pare davvero singolare ma si torna sempre (e solo) al nativo di Joeuf per individuare un’icona assoluta e con i crismi da ‘insostiuibile’, in quel momento storico e negli anni immediatamente successivi … gli altri, seppur grandi, appaiono malinconici in alcuni momenti della loro parentesi sabauda, come il più grigio Morfeo di gaimaniana memoria, Sovrano di un Regno ma senza la superiorità di un Roi ..
Ovviamente è provocatoria
Sorrido Ezio, così ti voglio. Però con la chiusa non concordo, se non in forma provocatoria. Mai abbassarsi al loro,livello….perfetto il resto.
Esimi direttori di “là dove si nasce intristi”, di piccoli corrieri (che nostalgia di quello “dei piccoli”) di colà dove i campionati son falsati, faziosi assortiti più o meno zazzeruti, avariati o invariati
Esimi personaggi irrilevanti che campano grazie a stipendi ingiustificati frutto di canoni estorti
Esimi “che orgogliosamente amano e hanno un cuore” mentre è notorio che fuori dalla loro città magari nella loro stessa Regione “gli altri” al posto del cuore hanno immondizia (cit)
Potrei ricordarvi di un Var che ha fatto annullare un goal per fallo a centrocampo, salvo poi non accorgersi di un fuori gioco del giocatore cui è stato accordato un calcio di rigore, o di un fallo su Kedhira nell’area di porta.
O di un giocatore espulso dopo aver subito un fallo da rigore non accordato.
Potrei rammentarvi di un goal a Catania dove persino i panchinari dell’ Inter erano in fuorigioco, o di un colpo di testa di Fernando Couto trasformato in rigore. Come un fallo di Materazzi nell’ area del Siena, rigore che se trasformato avrebbe consegnato lo scudetto all’ Inter.
Potrei parlarvi, visto che non lo fate mai voi, di una relazione della procura federale che a proposito del presidente dell’ Inter parlava (anzi scripta manent) di comportamenti da perseguire come ILLECITO SPORTIVO. Non perseguibili SOLO per raggiunta prescrizione.
Potrei rammentarvi di un goal di Milito in fuorigioco di 3 metri, Inter Barcellona.
Potrei, se non foste ormai diventati inutili postatori di cazzate assortite tipo selfie di mogli di arbitri cui piace il Bernabeu, di fratellicognaticugini di arbitri che tifano per una squadra di calcio che non sia la vostra.
Postatori di pattumi sottotitolati in cui un arbitro si rivolgerebbe all’altro, nell’auricolare, dicendo “adesso nel recupero la vinciamo” e poi nella zona interviste, davanti ai vostri scagnozzi e ai vari dirigenti della squadra avversaria, discuterebbe amabilmente con l’allenatore avversario sulla prestazione dell’ arbitro centrale.
A proposito, ma ai vostri editori, un pò di vergogna non viene?
Invece mi limiterò a rivolgermi a quelli che quello che è successo è intollerabile, e a quelli che vincono solo grazie ai loro meriti, sapete una cosa?
Avrei dato 5 scudetti per vincere grazie al goal in fuorigioco di Matuidi.
Buona sera a lei, gentile Alessandro. Scusi per il ritardo. Sono tutti prezzi esagerati, dai 40 milioni per Bernardeschi agli 86 per Van Dijck, dai 160 per Coutinho ai 222 per Neymar. Non si discute il valore acclarato di qlcuni (Neymar, poi Coutinho) ma quei prezzi sono una folle saggezza dei mercati dei ricchi.
Buona sera, gentile Beccantini. Anzitutto un augurio di buon anno a tutti con qualche giorno di ritardo. Dunque, Coutinho al Barcellona per 160 milioni. Così, tanto per gradire. Cifra eccessiva o in linea col valore del giocatore?
Io c’ero!
A distanza di due mesi da quella maledetta finale per la Juventus, oggi 4 agosto, il mercato ed il calcio è ad una svolta epocale….Qualche ora fa, Neymar da Silva Santos Júnior, noto come Neymar Jr, ha firmato per il Paris Saint-Germain per la modica cifra di 222 milioni di €. Il trasferimento più caro della storia del calcio, a distanza di un anno da quello effettuato da Paul Pogba, acquistato dal Manchester United per 105 milioni, più le esagerate commissioni che sono state incassate dal potentissimo procuratore Mino Raiola. Esatto, i procuratori, gli artefici di un mondo, quello del pallone, che sta andando a rotoli; come i potenti del mondo, anche gli agenti di calcio dominano lo sport più amato e seguito al mondo attraverso il dio denaro, generando serie di trasferimenti sempre più costosi.
Sopratutto quest’ultima sessione di mercato, ad un mese circa dalla conclusione e con altri colpi scoppiettanti che sicuramente renderanno il mercato ancora più affascinante, ha mostrato una preoccupante crescita dei trasferimenti, che diventano sempre più costosi: se già negli anni precedenti, con l’avvento degli sceicchi e dell’inutile introduzione del Fair Play Finanziario, c’erano stati colpi importanti, negli ultimi 2 anni si è “sfondato” ben due volte il muro della tripla cifra e stiamone certi che accadrà sempre più spesso. Infatti, mentre nel 2009 il colpo più costoso della storia era stato quello di Cristiano Ronaldo, passato dal Manchester United al Real Madrid per “soli” 94 milioni, solo qualche anno più tardi, un ragazzo gallese da Londra è arrivato alla corte di Florentino Perez in tripla cifra, non senza qualche polemica: già perché mentre il trasferimento di CR7 era stato in qualche modo giustificato, gli ultimi tre colpi che si sono successi al primo posto di quelli più costosi nella storia, sono stati oggetti di polemiche e inchieste. Il 1° settembre 2013, quando venne annunciato Gareth Bale a Madrid, la tv londinese dichiarò la cessione del gallese per 85 milioni di sterline, al cambio 100 milioni di €, mentre quella madrilena, dichiarò l’acquisto di GB11 per 91 milioni…dopo tre anni venne mostrato il contratto: il giocatore è costato 101 milioni. La telenovela si concluse, pur con qualche scetticismo, ma il mondo ancora non sapeva cosa sarebbe successo nelle successive tre sessioni di mercato…
L’estate scorsa infatti, il caso ci ha riguardato da vicino, considerando che Pogba, dopo Euro 2016, giocando non benissimo, è passato per 105 milioni al Manchester United, il club che 4 anni prima lo aveva scaricato, garantendo alla Juve una plusvalenza incredibile; ma anche in quel caso le polemiche non mancarono, dato che è ancora aperta un’inchiesta da parte della Fifa sopratutto per via dei circa 30-40 milioni guadagnati dal suo agente, il già citato agente di origine olandesi, contribuendo all’incasso di 76 milioni della Juventus. Cifre naturalmente ancora non certificate, ma che stando a media e Fifa dovrebbero essere queste, ed in attesa della sentenza, il motivo dell’inchiesta riguarda Mino Raiola e dunque la Juventus ex-proprietaria del cartellino poiché, l’agente avrebbe ricevuto una cifra non legale: ufficialmente semplici commissioni o accordi dei numerosi contratti firmati dal francese che già avevano
fruttato al magnate campano diversi milioni, ma che secondo la Fifa sarebbero stati incassati da Raiola in quanto terzo possessore del cartellino, cosa illegale per l’ente internazionale calcistico, che vuole vederci chiaro.
Ma dopo un anno, ecco un nuovo, spinoso caso: O’Ney passa dal Barcellona, che già aveva creato scalpore per il suo acquisto all’epoca dal Santos, dato che la cifra totale, forse di 57 milioni, fu divisa tra diverse parti, al PSG per 222 milioni di €, la clausola del fenomeno brasiliano, che verrà pagata proprio dal 10 della Seleção per liberarsi dal contratto blaugrana. In molti si sono chiesti: “Ma si può fare?”, per la Liga no, ma solo per l’immagine e l’importanza del giocatore in Spagna poiché ci sono stati casi in passato: esempio? Ander Herrera nel 2014 per passare dall’Athletic Bilbao ai Red Devils pagò la clausola e si liberò del contratto dei baschi. L’affare destò meno scalpore, sopratutto per via della poca importanza mediatica dello spagnolo rispetto al “terzo giocatore più forte al mondo” che certamente farà perdere appeal alla Liga spagnola. Il neo acquisto del PSG, che scatenerà una guerra tra gli organi calcistici, è stato pagato ufficialmente 300 milioni dal Qatar per essere uomo immagine dei Mondiali 2022, farlo liberare dal contratto con i catalani ed accasarsi a parametro 0 al club dello sceicco Nasser al-Khelaifi senza creare problemi con il FPF. Quest’ultimo trasferimento appena citato, desterà scalpore ma sopratutto rimarrà nella storia perché per la prima volta , l’acquisto di Neymar è qualcosa che fa realmente paura: un “semplice” calciatore ha mosso, oltre che i soliti media e tv del mondo, una nazione, un vero e proprio stanziamento ed investimento di una banca, qualcosa di incredibile, per meri scopi politici ed economici che vanno ben oltre il calcio. Sarà la copertina del Mondiale del 2022, quando avrà quasi 30 anni, sarà garanzia di merchandising e probabilmente di vittorie di trofei del club ed individuali. Sarà l’uomo più pagato in Europa, 30 milioni all’anno, forse al mondo, in attesa dei rinnovi contrattuali degli altri top player e di comprendere realmente quanto guadagnano i giocatori in Cina. Infine anche il padre, avrà la sua discreta parte: 40 milioni, non male per un ex-giocatore di seconda fascia che fa l’agente del figlio ed è stato l’artefice di tutto. Cifre spropositate che di anno in anno aumentano, dal colpo del secolo Jeppson a Napoli di 105 milioni di vecchie lire, a Maradona a Napoli, passando per il grande Milan fino alle cifre ragionevoli spese per campionissimi come Ronaldo e Zidane che hanno segnato il passaggio dalle lire alla rovina del calcio e dell’economia: L’€, che ha portato con sé scandali, corruzione e aumenti che come nella vita vanno di pari passo con il calcio che ogni anno vede un mercato sempre più spropositato. Un aumento drastico della vita che ha portato all’aumento dei trasferimenti e l’inizio di un circolo vizioso che difficilmente smetterà nel breve periodo. Il nuovo paradiso del calcio, la nuova frontiera del calcio, passa da qui, dai soldi, come dimostrano i più recenti casi, da Neymar a Donnarumma, con gli interessi del giocatore, del procuratore e se c’è posto anche per la famiglia a fare da parte il motivo vero per cui si va in campo, per mostrare i propri valori e onorare la maglia come le bandiere di un tempo, neanche troppo remoto, ci tenevano a rispettare: i più crudeli potrebbero dire non c’erano questi introiti derivanti da patrimoni spropositati né diritti tv, ma siamo certi che i vari Maldini, Zanetti, Del Piero, Totti e le ultime come Buffon, De Rossi, Marchisio ed Hamsik, non lo avrebbero mai fatto, giocando solo per amore dello sport, del calcio, come quando lo praticavano da bambini giocando con la stessa mentalità , privo di interessi, per divertirsi e farsi trascinare dal talento e dalla voglia di giocare.
In seguito alla cessione del fenomeno brasiliano, assisteremo ad un effetto domino incredibile, che coinvolgerà le stelle del calcio mondiale e di sicuro altri milioni che nel giro di qualche anno di questo passo distruggeranno lo sport più ambito al mondo, facendolo diventare una semplice macchina da soldi privo di spettacolo ed interesse, per cui urgono manovre della Fifa, per abolire il FPF bistrattato dalle superpotenze per far fronte magari ad un salary cap stile NBA, per dar vita un gioco più pulito e che dia a tutti la possibilità a tutti di spendere senza esagerare, senza compromettere l’economia del calciomercato e per salvaguardare lo sport più bello del mondo. La Fifa n’è consapevole e dopo le ultime mosse si aspettano provvedimenti ed in attesa di capire quali manovre saranno apportate, osserveremo come spettatori a teatro per poter raccontare e dire un giorno: “Io c’ero!”
04/08/2017
Mattia Esposito
La yoya
Sguardo perennemente acceso sul cangiare fulmineo del possibile, si aggira voglioso intorno a la pelota, ipotizzando spesso l’impossibile.
La sua immaginazione si accende curiosamente nella sua corsa da bimbo ansioso, in un dialogo continuo col divenire fulmineo della sua giocata.
Ha il calcio pulito e precisissimo che solo un mancino può realizzare, preferendo il tocco arcuato alla sassata rettilinea, stregato forse dalla torsione curva delle traiettorie celesti.
Ha imbarazzi emotivi di chi forse non coglie appieno il suo estro miracoloso.
Ha il sorriso troppo aperto di chi non sa di essere il prediletto dagli dei.
Gentile Matteo, scusi per l’abissale ritard. Grazie per la sua contro-analisi. Molto argomentata.