Questo è uno spazio riservato ai giovani, d’età e di spirito. Gli argomenti sono liberi. Un solo limite: ogni articolo non deve superare le 30 righe. Naturalmente, non ci sono vincoli alla fantasia. Una commissione, da me presieduta e da me composta, premierà di settimana in settimana, con l’onore di un aggettivo, il “manufatto migliore” (come direbbe Emma Marcegaglia).
Scrivete, scrivete: qualcosa resterà . E magari anche qualcuno.
prima di pensare ad estendere la coppa italia sarebbe più opportuno limitare il campionato………
sedici squadre, solo trenta partite, e allora si potrebbe fare la coppa italia unica tra a-b-c con eliminazione diretta giocando sui campi di provincia….
Una coppa italia simile a quella inglese è un sogno. Ma la colpa è dei grandi club, che accampano molteplici scuse per evitare il confronto con le piccole. Quella vera è che hanno paura di prendere delle sonore umiliazioni, con tutte le conseguenze, negative di solito, del caso.
In italia abbiamo una mentalità sbagliata e vediamo la coppa italia quasi come una seccatura, comoda solo per ottenere in posto in europa. E’ un grande errore a cui rimediare sembra impossibile.
Ci sono dirigenti che preferiscono di gran lunga un terzo posto in campionato ( dunque Champions) rispetto a quella coppetta. Valli a capire.
Però non sono i soli: la stampa, molti tifosi sono complici nel svalutare questo torneo!
Purtroppo anche l’attuale formula, fatta per tutelare i grandi club, rende impossibile i miracoli della coppa inglese. Invece negli anni 70-80 A, B e C partivano assieme d’agosto con i gironi eliminatori e qualche sorpresa poteva scapparci!! Ricordo ancora la mia Cremonese semifinalista di Coppa Italia nel 1987, che arrivò fin lì grazie alle parate, ai rigori, del portiere di riserva Violini: Verona e Inter vennero buttate fuori dal dischetto. Si arrese all’Atalanta, peraltro ormai retrocessa in serie B e che l’anno dopo fu protagonista, pur essendo nella serie cadetta, di una cavalcata in Coppa delle Coppe.
Che tempi!! Oggi c’è poca emozione. Magari la sorpresa può darla il Siena, ma non è la stessa cosa ( e poi spero che torni a Torino questa coppa).
Matteo, piacere. Continua a scrivere.
Bello Matteo. E quanto era bello il calcio inglese quando gli “stranieri” erano gli irlandesi, gli scozzesi e i gallesi.
Matteo, buon giorno. Grazie della visita. Complimenti per la tua testimonianza. Non immagini quanto mi sia piaciuta. Ieri ho seguito il Liverpool, pagherei perché anche in Italia la Coppa nazionale avesse la stessa formula, del tutti contro tutti in partita secca (salvo replay in caso di pareggio) fin dai primissimi turni. Purtroppo, siamo terribilmente indietro, per arrivare alla finale unica abbiamo dovuto sprecare anni e anni. Un caro saluto.
L’errore di Bonucci, se è errore, è quello di non averla controllata, o spazzata, ma secondo me visto la dinamica dell’azione, non era facile fare di più.
Ezio, io l’ho rivista su Youtube, (perchè giustamnente mi hai fatto venire il dubbio), la palla era diretta a Bergessio, non mi ricordo chi ha passato del Catania, ma Chiellini era uscito sul portatore di palla senza prenderla, poi Bonucci la palla l’ha rimpallata, ma sui piedi di Almiron che era solo, anche perchè Barzagli aveva scalato in mezzo per coprire, visto che erano usciti sia Chiellini che Bonucci.
Comunque sai come la vedo io, se c’era il minatore Lichsteiner, arrivava in diagonale a mille allora e Almiron se lo portava via.
OK sul rimpallo, ma prima qualcuno ha “bucato”… il pallone… se non era Bonucci hai visto chi’
Ivan, che l’Inter approfittasse di calciopoli non era poi scontato,può essere vero, ma oltre a calciopoli, “inciaparono” anche in 53 partite consecutive senza rigori contro.
Citando il Primario, circostanza singolare.
Ogni anno in Inghilterra vengono scritti nuovi capitoli di una favola che dura ormai centoquaranta anni, la FA Cup. Anche conosciuto come “The Cup”, il torneo nazionale inglese attira l’attenzione di qualunque appassionato di calcio per quella che è la sua grande, inspiegabile peculiarità : è assolutamente imprevedibile. Pronostici puntualmente disattesi, grandi corazzate della Premier League che affondano su campetti di provincia contro semisconosciute compagini di leghe minori, attaccanti di livello mondiale bloccati da oscuri difensori di categoria.. La Coppa alimenta di anno in anno la sua leggenda arricchendosi puntualmente di nuovi aneddoti, nuove storie da raccontare, nuovi Club che passano alla ribalta anche solo per un giorno e fissano un punto indelebile nella loro personalissima storia. Quest’anno gli eroi sono i ragazzi dello Stevenage FC, team dell’omonima cittadina a poche miglia da Londra che milita senza infamia né lode nella terza serie britannica, la Football League One. Arrivato con tanto cuore e tanta corsa al quinto turno, gli ottavi di finale, il piccolo Stevenage ospita nell’altrettanto piccolo Broadhall Way il Tottenham, terza forza della Premier League e squadra allenata da Harry Redknapp, indiscusso genio del calcio moderno e prossimo allenatore della nazionale dei Tre Leoni. Tutto farebbe pensare ad una passeggiata e ad un simpatico pomeriggio da ricordare per gli inglesissimi giocatori dello Stevenage, con tanto di maglie scambiate e qualche autografo alla fine di una goleada annunciata. E invece lo spirito della FA Cup colpisce ancora, ed ecco che gli Spurs, forti di campioni come Bale e Defoe, di centrocampisti di livello come Parker e di giovani in ascesa inarrestabile come Livermore, Rose e Parker, sono bloccati. Totalmente inibiti, incapaci di offendere e di far valere una supremazia, almeno sulla carta, imbarazzante. Lo Stevenage d’altro canto gioca un calcio ordinato e non pretenzioso, si affida a insidiose ripartenze ed è protagonista di pericolosissimi arrembaggi nell’area degli Spurs di Londra, tanto che meriterebbe quasi il vantaggio. I minuti passano e il goal continua a non arrivare, il ritmo cala e il Tottenham, benché padrone assoluto del campo, non riesce proprio ad archiviare la pratica, nemmeno con la velocità del subentrato Lennon. Quando l’arbitro fischia la fine dell’incontro è tripudio totale, i settemila tifosi sulle tribunette sono in brodo di giuggiole e probabilmente vivono il miglior pomeriggio calcistico della loro storia. I giocatori, tra cui si segnalano Freeman e Wilson, gioiscono increduli: si sono guadagnati una gita al White Hart Lane di Londra, tana del Tottenham e teatro del prossimo replay tra i due Club. Difficile che il miracolo si ripeta una seconda volta, ma ai giocatori dello Stevenage va già molto bene così.
Ciao Roberto (uso il tu, nel mondo del web penso mi sia concesso), è la prima volta che scrivo sul tuo blog, incontrato quasi per caso, ma conosco molto bene la tua penna e quanto di buono ha prodotto. Ho vent’anni, studio all’Università di Torino e questo voleva essere un piccolo omaggio ad una bella fiaba a cui ho avuto la fortuna di assistere oggi. So che ci si occupa prevalentemente di Serie A, ma uno strappo alla regola per la FA Cup me lo potrai perdonare. A presto.