Questo è uno spazio riservato ai giovani, d’età e di spirito. Gli argomenti sono liberi. Un solo limite: ogni articolo non deve superare le 30 righe. Naturalmente, non ci sono vincoli alla fantasia. Una commissione, da me presieduta e da me composta, premierà di settimana in settimana, con l’onore di un aggettivo, il “manufatto migliore” (come direbbe Emma Marcegaglia).
Scrivete, scrivete: qualcosa resterà . E magari anche qualcuno.
Buon giorno, Ivan. La formula 1 mi interessava di più una volta, quando i sorpassi erano più frequenti, oggi, francamente, mi diverte di meno. Naturalmente, però, la terrò d’occhio.
Non sò quanto possa interessare al primario, ma domani incomincia il mondiale di formula 1, pure lui in formato monstre (20 Gp!!). Per noi italiani la speranza e il tifo è per la rossa Ferrari, visto che di piloti italiani non ce ne sarà manco uno ( altro segno di crisi per il nostro paese?).
Purtroppo, come già ammesso dalla Ferrari stessa, l’inzio è disastroso e non promette nulla di buono.
Non solo un anno sabbatico ma anche di umiliazioni. San Fernando ci salvi la faccia, mentre Montezemolo ( che non ne azzecca più una) la nasconda, assieme a Domenicali.
Se posso, Emanuele: come ben dici, “di cui si compone il lunghissimo campionato cadetto italiano”…. appunto, aspetterei un po’…….. il Toro il Verona, non hanno meno prospettive di salita…. e dietro, nella mischia dei play off, ci sono squadre con aspettative e potenzialità …..
per il resto, da appassionato di lettura, parlando di stile, sempre se posso:
preferivo la prosa padana, paradossale e dissacrante, alla Brera a certi svolazzi sabaudi di Vladimiro Caminiti…..
Grazie del commento e delle osservazioni che mi aiutano a crescere. Quindi lo stile è scorrevole ma ho usato troppa enfasi. Per entrare più nello specifico, proprio per imparare, quale parte è troppo enfatica?
Andrea, buona l’idea delle lacrime interiste pro-donne. Grazie.
Alessandro, avrei fatto almeno un nome. Se no sa troppo di tirata moralistica.
Emanuele, giusto omaggio a Zeman. Con un tantino eccessiva di enfasi: non per il boemo, ma per lo stile, scorrevole. A volte sono le imprese, grandi o piccole, a sorreggere le parole, non è il caso di scambiare i ruoli. Un caro saluto.
Mister Francesco, non sono dottore. Non sono d’accordo al cento per cento con la sua contabilità . A Bologna, negata una punizione dal limite; col Chievo, mancata espulsione di Dramé prima del pareggio ma gol di De Ceglie in fuorigioco. Con Siena, a Parma e a Marassi sì, concordo. Ciò premesso, nella speranza di poter far crescere i pazienti più giovan i reputo più grave l’errore di Pepe a due passi da Frey (palla sul palo) che l’errore dell’assistente su Pepe. D’accordo su Benzema, e pure su Elìa.
Errore. Un occhio (senza apostrofo). Sorry.
Come in un kolossal ambientato nel medioevo.
Come sotto le mura di Costantinopoli prima della fine.
Come ne “I tamburi della pioggia” di Ismail Kadarè.
L’assedio è stato portato a termine e la Cittadella, dopo una strenua resistenza, è capitolata sotto i colpi del Pescara di Zeman, sempre più lanciato verso la conquista più prestigiosa, la Serie A.
Una battaglia, una delle quarantadue di cui si compone il lunghissimo campionato cadetto italiano.
Un gruppo di giovani di belle speranze, che ormai si stanno trasformando in certezze, come il folletto Insigne, il bomber Immobile, ossimorico nel modo di stare in campo, il terzino Balzano, il fantasista Verratti, mischiati con giocatori di esperienza come il portiere Luca Anania, l’attaccante di scuola romanista Sansovini, il mediano Cascione e il difensore Antonio Bocchetti, fratello dell’emigrante in terra russa, Salvatore.
La miscela è quella giusta. Non sempre capita nelle squadre allenate dal boemo, dove la capacità tecnica dei giocatori deve necessariamente completarsi con una grande disciplina e disponibilità al sacrificio, doti che non sempre si trovano in una rosa o in parte di essa, motivo per il quale negli ultimi anni il tecnico non ha raccolto successi degni di nota.
Ma quando trova il gruppo giusto, la marcia diventa inarrestabile, soprattutto dopo aver superato l’avversario più temuto, lo stesso che affrontò Napoleone nelle steppe, il generale inverno, che spesso fiacca le gambe e le menti dei calciatori guidati da Zdenek. E la primavera è alle porte, con il suo carico di speranze, di colori e di fragranze.Sì, mister, quello che senti nell’aria è proprio profumo di Serie A.