Questo è uno spazio riservato ai giovani, d’età e di spirito. Gli argomenti sono liberi. Un solo limite: ogni articolo non deve superare le 30 righe. Naturalmente, non ci sono vincoli alla fantasia. Una commissione, da me presieduta e da me composta, premierà di settimana in settimana, con l’onore di un aggettivo, il “manufatto migliore” (come direbbe Emma Marcegaglia).
Scrivete, scrivete: qualcosa resterà . E magari anche qualcuno.
QUANDO IL GIOCO SI FA DURO……………
JUVE: ultime 6 partite (Fiorentina/Palermo fuori- Inter/Napoli/Lazio/Roma in casa) 18 punti – 18 goal fatti, 1 subito.
MILAN: ultime 6 partite (Parma/Catania/Chievo fuori – Roma/Fiorentina/Bologna in casa 11 punti – 8 goal fatti (con tre rigori, di cui due fasulli, e un goal in fuorigioco) 5 subiti.
Nulla di deciso. Più tre a meno cinque. Questa squadra, è diventata la Juve dal secondo tempo di Bologna. A Genova capii che se la sarebbe giocata fino in fondo. Conte ha fatto un gran lavoro, soprattutto ha dimostrato di essere un vero allenatore: il gioco attorno ai giocatori, non gli schemi a dispetto dei giocatori. Giocatori (e Marotta) da rivalutare: non si vince “nonostante” chi va in campo.
Modestamente dissi che non si poteva prescindere dai tre in mezzo (Marchisio/Pirlo/Vidal). Pensavo che i difensori fossero il punto debole: formano il miglior reparto del campionato (i numeri dicono).
A Milanello, forse, han creduto troppo a chi pronosticava una passeggiata sulla mediocrità : la concorrente inattesa li ha indispettiti, quasi fosse un attentato di lesa maestà . Gli infortuni, Allegri, Berlusconi, il Barcellona e la presunzione han fatto il resto. Vuoi vedere che stavolta chi di Ibra ferisce di Ibra perisce?
Sfortunatamente da domani ci sarà altro da censurare… il calcio è un gioco troppo bello per essere lasciato in mano a un branco di delinquenti (è chiaramente un complimento). Quando si raggiunge l’età della pseudoragione e si comincia a manifestare un minimo interesse per questo sport renderei obbligatoria la lettura di Soriano & Co. in aggiunta a una vacanza studio presso i tifosi dell’ultimo in classifica della Premier League. A Wolvehampton applausi per la squadra retrocessa.
Nonsologol, mi arrendo al diritto ma censuro il (suo) rovescio…
Parliamo comunque di un crimine caduto in prescrizione. Detto ció, da qui ai prossimi 100 anni non prevedo altri cambiamenti…
Gentile Nonsologol, a uno che scrive come lei perdono financo di essere una banderuola.
scusa se non ricambio …. come diceva Prisco, buona partita a tutti meno che ai tuoi “undici”……….:-)))
Non mi aspettavo che capissi, non ricondurre tutto solo a quell’episodio. Anche vincendo quella partita non è che siano cambiati il destino e la storia della Roma. Detto ciò, in bocca al lupo per domenica sera ;-)))
Scusa, ma mi par di cogliere una contraddizione……. sei passato dall’altra sponda dopo aver visto la Juve di Maifredi……. quindi sei passato tra i “vincenti” di quel momento………
comunque confermo: toglietemi tutto ma non ……..
Quando sei in fasce e senti parlare di una sola squadra non ti poni il dubbio che ne possano esistere altre.
Quando sei bambino e ti accorgi che su un campo di calcio ci sono due squadre con colori diversi, cominci a porti delle domande. Soprattutto se vivi a 1500 km di distanza dalla tua squadra del cuore. Non mi potrò mai dimenticare la prima volta che andai allo stadio (per meglio dire campo sportivo). Chiesi a mio padre: “Ma stiamo andando a vedere la Juventus?”. Ci rimasi molto male quando mi accorsi che si trattava di una modesta partita di Serie C e nessuna delle due squadre indossava la maglia bianconera. Me ne feci una ragione. Crescendo ho gioito innumerevoli volte per le vittorie bianconere. Ho sofferto per Atene e per l’Heysel. Ma crescendo impari a decidere con la tua testa e con il tuo cuore. Le vittorie mi interessavano e mi interessano poco, mi piace il calcio, il puro gioco. Ai cow-boys ho sempre preferito gli indiani, in cortile giocavo sempre nella squadra in inferiorità numerica. Durante un Roma-Juve 2-0 (era la Juve di Maifredi e Rush, inguardabile), stagione 1987-88, capì che non ero nato per tifare Juve e vincere, ma per tifare Roma e soffrire. Ognuno la vede a proprio modo, ma l’attaccamento e l’amore che percepivo in quel momento da parte di quella marea umana verso la loro squadra mi ha fatto capire che ero uno di loro. Si può dire che ho una visione sadomaso del calcio, pazienza. Preferisco essere la testa del topo che la coda del leone.
12.000 son troppi….. se ti spieghi con 120 leggiamo volentieri……. anche se non capiremo…:-))