Questo è uno spazio riservato ai giovani, d’età e di spirito. Gli argomenti sono liberi. Un solo limite: ogni articolo non deve superare le 30 righe. Naturalmente, non ci sono vincoli alla fantasia. Una commissione, da me presieduta e da me composta, premierà di settimana in settimana, con l’onore di un aggettivo, il “manufatto migliore” (come direbbe Emma Marcegaglia).
Scrivete, scrivete: qualcosa resterà . E magari anche qualcuno.
Mi ha colpito molto la decisione da parte dell’agenzia antidoping americana di revocare i titoli vinti da Amstrong. Il texano mi era antipatico e su di lui nutrivo molti dubbia, ma il modo in cui verrà punito mi lascia perplesso: nessun vero processo, scarse prove e un lungo gioco al massacro. Si usa il pugno pesante, con tanti dubbi, su un ciclista che faceva parte di un ambiente in gran parte corrotto dal doping.
Revocargli i titoli può essere giusto pur con tutti i dubbi giuridici che sono alla base di tale decisione, ma spero che abbiano il pudore di non riassegnarli. Oltre ad avere poco senso assegnare un titolo dopo molto tempo non è detto che i suoi avversari fossero puliti. E poi come si fà a cancellare quanto ha fatto amstrong, nel bene come nel male, con una semplice cancellazione? Bastasse tirare una riga….
Scritto da Niccolò il 20 agosto 2012 alle ore 12:03
Sul decalogo, per la mia piccolissima e insignificante esperienza personale:
tutte cose sicuramente giuste, ma la cosa che fa la differenza è la testa, se un giocatore si sente importante, protagonista considerato, se credi nell’allenatore fino in fondo . quando fai parte di una squadra, saresti capace anche di darti fuoco per ottenere l’obiettivo e per la squadra. Alla base di tutto questo a mio avviso c’è anche un fondo di menzogna di inganno, ma fa parte del gioco.
Il grande merito di Mourinho, che io detesto ma gli va riconosciuto.
Parole sante, Ivan. Santissime.
io aggiungerei un undicesimo punto: avere anche un pò di fortuna dalla propria. Non è sportivissimo come principio ma realisticamente serve.
Gentile Niccolo’, grazie del decalogo. D’accordo su tutto, tranne che sull’ottavo punto. Quando ero ragazzo, l’avrei sottoscritto. Oggi non più. Saranno gli anni che restano.
MENTALITA’ VINCENTE: DECALOGO
“Ci vuole mentalità ”. “Non siamo ancora vincenti, loro si, hanno mentalità ”. “Voglio trasmettere la mia mentalità ai ragazzi”. Parole, parole, parole.
Lo sport – specie di squadra – è zeppo di verbi e mantra che galleggiano nell’aria – esempi recenti? Progetto, Top player, Financial Fair Play – ma che alla fine fanno sorgere a tutti lo stesso quesito? Che vuol dire?
La “mentalità vincente” è invece quello speciale ingrediente che trasforma – piano piano s’intende – un gruppo di sportivi in una macchina da trofei, senza soluzioni di sorta. La domanda è? Come ci si arriva?
Da affascinato osservatore di come lavora un manager sportivo – per il sottoscritto gestire è più piacevole che giocare – ho provato ad addentrarmi nelle alchimie di squadra mediante libri, riviste e cinema. Raschiati tutti i barili possibili, mi sento – perdonate l’ego – di stilare quanto appreso in un decalogo. Dunque, che serve per vincere?
1) Lavorare, sudare, investire, studiare e giocare esclusivamente in funzione della vittoria finale.
2) Pensare più alle partite – e ai trofei – persi che alle partite – e ai trofei – vinti.
3) Mai lamentarsi degli arbitri davanti alla squadra. Sarebbe come nascondere e in parte giustificare problemi vari.
4) Dare ad ognuno dei giocatori obiettivi personali da raggiungere nel corso della stagione, stilarne un resoconto alla fine e migliorarli di anno in anno.
5) Per quanto sia difficile oggi, parlare il meno possibile a mezzo stampa.
6) Cercare di formare una squadra-famiglia, il che non significa forzare le amicizie, ma è doveroso ricordare ai giocatori che litigi ed invidie peseranno sui risultati di squadra.
7) Rammentare ai ragazzi che la Storia si ricorda solo di chi la scrive.
8) Secondo posto e dodicesimo sono la stessa cosa.
9) Rispetto dei ruoli e delle scelte.
10) MAI E POI MAI essere sazi di vincere.
Ivan, complimenti per l’analisi.
Pillole olimpiche
1- L’inghilterra e Londra han fatto una bella figura: buona organizzazione, buon spettacolo e tempo mite ( freddino, ma vista la calura italiana li invidio parecchio), anche un pò di autoironia.
2- Doping quasi sconosciuto. Almeno per ora in attesa di scoperte successive. Il caso italiano è faccenda a parte: lui Londra non l’ha mai vista.
3- Scandali: il caso del badminton sopra tutti. Giocare a perdere è capitato spesso alle ultime olimpiadi. Severissimi, ma la Spagna cedevole con il Brasile perchè non l’hanno almeno ammonità ? Rimedi? Sorteggio per i turni eliminatori. Crudele ma almeno si evitano biscotti, comuni o quasi nel calcio.
4- Bolt il personaggio atteso e arrivato. Lui è un comico, ma perchè tutti ora lo imitano facendo i cretini alla presentazione?
5- Difficile giudicare di fronte a tanti sport: Brasile pollo nel calcio e nella pallavolo maschile. Grande Russia nella Pallavolo. Mitico e duro a morire Rudic e la sua Croazia nella pallanuoto. Soliti cinesi nel ping pong, tuffi. Tanti dubbi cinesi nell’atletica e nuoto. Mah. Grande Giamaica nell’ateltica maschile.
6-medagliere: Usa davanti a tutti stavolta, ma la Cina è subito dietro. Gran bretagna è terza, che gode del fatto di giocare in casa. Dietro l’europa divisa con in mezzo i coreani del Sud. Male L’Australia ( Sidney 2000 è lontana), mi han sorpreso l’Ungheria e il Kazakistan così in alto. Si difende il Giappone visto quanto ha patito. Comunque si conferma l’allargamento del medagliere a più paesi, con i più ricchi e popolosi davanti a tutti.
7- Conferma quanto ha fatto a Pechino con una medaglia in più e con tante sorprese che han colmato i flop. Per come và il paese è il solito miracolo italiano.
8- Grande la scherma ( 8 medaglie), grandi al tiro e in discilpine sparse. Flop enorme del nuoto azzurro con la Pellegrini davanti a tutti. Troppo gossip fà male. Meglio le donne, ma stavolta han toppato le squadre femminili ( pallavolo e pallanuoto), meglio quelle maschili ( bronzo inatteso per i maschi).
9- Capitolo calcio olimpico: detto del Brasile sciupone che non riesce a vincere nonostante la concorrenza scarsa, han sorpreso gli asiatici ( Giappone e Corea del Sud) e il Messico. Non erano favoriti ma han fatto l’impresa. Grande delsuione il calcio europeo con Spagna e Francia subito fuori, e La Gran Bretagna fuori ai rigori.
10- Nel complesso una bella boccata d’ossigeno per lo sport, se confrontati con i miasmi del nostro orticello. Arriva Rio e il sudamerica: speriamo di divertirci di più.
Ivan, confermo dalla prima all’ultima parola.
Non manchiamo mai di farci riconoscere: botte, espulsioni e maleducazione a non presentarsi alla premiazione. Si comincia come al solito ovvero male. Fair Play , parola troppo inglese per noi?