Questo è uno spazio riservato ai giovani, d’età e di spirito. Gli argomenti sono liberi. Un solo limite: ogni articolo non deve superare le 30 righe. Naturalmente, non ci sono vincoli alla fantasia. Una commissione, da me presieduta e da me composta, premierà di settimana in settimana, con l’onore di un aggettivo, il “manufatto migliore” (come direbbe Emma Marcegaglia).
Scrivete, scrivete: qualcosa resterà. E magari anche qualcuno.
Se non sono indiscreto, Raffaele da dove scrive (scrivi)? Grazie.
Si figuri (ti do del ‘lei’, dandoti del ‘tu’). Grazie per la lettura, anzi.
Un giorno completerò questi 50 ritratti/racconti sull’ultimo Europeo. Ma senza fretta, magari tra 5-6 anni, giusto il tempo che diventino inattuali. Così se non me li pubblica nessuno almeno ci metto “una pietra sopra” come diceva Italo Calvino :)
buon pomeriggio!
r.
Gentile Raffaele, grazie della visita e del resto. Complimenti per l’analisi. L’ho trovata originale. Il finale, poi…
anche se gli Europei sono belli che andati, uno scritto estemporaneo (cioè che al tempo rimane estraneo) tratto da un libro che però non finirò mai :) complimenti per il blog!
“Codice Arancione
(Olanda-Danimarca 0-1: gara3, 9 giugno 2012, ore 18)
Non sono passate nemmeno ventiquattr’ore dall’inizio del torneo che al centralino dell’UEFA arriva la prima chiamata d’emergenza.
“Presto! venite, l’Olanda ha avuto un capogiro. Oh tutti, avete sentito!? L’Olanda ha avuto un mancamento, l’Olanda è caduta!”
Scatta il Codice Arancione, ma è giusto una procedura standard. Tutti pensano a un capogiro da stress, al massimo a tachicardia da rassegna iridata: a due anni dalla finale di Johannesburg, i frutti dell’albero di Van Marvijk sono arrivati a maturazione. E le pelate lisce e tirate a lucido dei vari Sneijder e Robben, i pomi migliori nel cesto, non fanno che confermare la prima diagnosi dei soccorritori.
Ovvero: ansia da prestazione. Di solito la prima.
Meglio ancora se di fronte hai l’outsider del Gruppo B.
In uno scenario che avrebbe mandato in estasi Giuseppe Arcimboldi, la buccia di banana su cui scivola l’Arancia è una pera servita da due passi da Michael Krohn-Dehli: nome (e fisico, c’è da dire) da filosofo esistenzialista, mescolato a un tocco di spiritualismo indiano. Al 24’ del primo tempo l’aletta mignon della Danimarca s’infila tra i pali della luce della difesa avversaria (Heitinga in evidente shock anafilattico) e, che ci crediate o meno, segna il punto che basta a mandare fuori giri la macchina da reti oranje nelle qualificazioni: 1-0.
Tempo per rimontare ce ne sarebbe.
Ma manca la voglia, e forse quel pizzico di stupore necessario a capire che, nel salotto buono dell’Europa calcistica, anche un armadio come Bendtner fa miglior figura di quell’ottomana intarsiata che è Van Persie. Non pare vero ai ragazzi di Olsen.
Ansia da prestazione, si diceva.
Tutti a lisciare le pelate di Sneijder e Robben: è stato un passo falso. Codice Arancione. Per quello Rosso c’è tempo: due gare, una vita.
E mentre si scherza frivolamente al capezzale dell’ignaro moribondo, giusto il poeta, sugli spalti del “Metalist” di Kharkiv, s’è accorto che c’è del calcio in Danimarca”.
Grazie Luca G. di avermi inserito nel novero dei “contro-pennivendoli” del blog.
Un saluto
Mac,!! Tu Lex, e tutti quanti ne ho dimenticati colpevolmente ad esempio Cartesio, Giuseppe Torchia, Mario Stagliano, è ovvio, per questo ho scritto & co. tanti altri ne dimentico, come tanti altri non ho citato dall’altra lurida parte, e ci sarebbe da citare credimi ……;-)
Leo, Lex è al mare… il suo problema principale è capire se la sdraio regge… :-)
Volevo chiedere a Lex Luthor, cosa dobbiamo farcene di “gabbiadini”, Serve?
Aggiungiamo anche me e Lex, ingrati. ;-)
ma sì.. Luca G….il Primario lo salviamo….:)