Questo è uno spazio riservato ai giovani, d’età e di spirito. Gli argomenti sono liberi. Un solo limite: ogni articolo non deve superare le 30 righe. Naturalmente, non ci sono vincoli alla fantasia. Una commissione, da me presieduta e da me composta, premierà di settimana in settimana, con l’onore di un aggettivo, il “manufatto migliore” (come direbbe Emma Marcegaglia).
Scrivete, scrivete: qualcosa resterà . E magari anche qualcuno.
Stendardo verrà punito perchè preferisce fare l’esame di stato per l’avvocatura invece di giocare. Giusto, più o meno, che non sia pagato per l’assenza, ma multarlo ed escluderlo è una esagerazione. Poi ha saltato una gara di coppa italia proibitiva per l’Atalanta e non essenziale per la stagione. Credo che la società abbia esagerato. O no?
Gentile MacPhisto, analisi sempre ricche. Le cure funzionano, il Primario ne è fiero.
BUON RITORNO E BUON LAVORO, MISTER.
Il ritorno sulla panchina e della panchina di Conte non poteva avere regalo più scontato, i tre punti. Ma attenzione: non è stato facile o così facile prenderli a Palermo sotto il diluvio e il freddo. Vuoi per il campo (a tratti impraticabile e penalizzante per chi gioca palla a terra), vuoi per l’avversario, modesto ma sempre volitivo contro i bianconeri storicamente (nella prima mezz’ora soprattutto), vuoi per la forzata (stavolta) assenza di turnover del nostro mister (se fossero stati disponibili, avrebbero dovuto giocare almeno Marrone e Isla per far rifiatare qualcun altro). La vittoria poteva essere più netta e rotonda (almeno due grandi occasioni sciupate, più un’altra sul finale in superiorità numerica), ma sicuramente è rimasta meritata. Probabilmente i più continueranno a bacchettare il ‘poeta’ per i cincischi sotto porta, intanto è stato decisivo con un grande assist mentre il compagno odierno di reparto Matri, che dovrebbe fare più gol, ha fallito una rete direi elementare davanti al portiere nel primo tempo più altre occasioni di evidente affanno e poca lucidità in area di rigore avversaria. Qualche appunto: Asamoah mi pare in debito di ossigeno (giustificato) e non riesce più a saltar l’avversario sulla sua fascia, poteva servire il richiamo di De Ceglie. Pogba solito strapotere fisico quando è stato chiamato in causa, reparto difensivo titolare quasi perfetto (seppur con qualche acciacco fisico di Chiellini) a parte lo stupido cartellino giallo di Bonucci sul finale (con conseguente squalifica al prossimo turno). Per il resto ‘solita’ Juve che ha ritrovato Conte, nei pregi e in qualche mancanza ormai risaputa, soprattutto quando devi chiudere le partite scomode e invece ti ritrovi a dover correre e rischiare fino alla fine, invece di gestire (come da grande squadra si fa). Una Juve vicina parente (nel difetto principale) a quella di un anno fa, che però aveva vinto lo scudetto.
Di tutte le domande rivolte dai giornalisti al nostro Antonio, quella meno prevedibile e più opportuna è stata una domanda puramente tecnica: come riuscire a superare la carenza della manovra offensiva in certe gare o quantomeno a migliorare i tiri nella porta avversaria.
Buon lavoro, grande mister.
Passaggio agli ottavi di Champions League da prima in classifica, al primo colpo dopo ultimi anni grigi, da imbattuta nel proprio girone che si è rivelato ostico e complicato (più per nostri iniziali demeriti), con una delle migliori difese, con la partita conclusiva e decisiva che sa tanto di impresa ma sarebbe riduttivo di fronte alla ‘normalità da grande squadra’ che questa Juventus contiana a volte riesce bene a esprimere (servirebbe ancora più cattiveria e continuità , ma diamo tempo al tempo, non tutto è perfetto). Tutto dedicato a Conte, al nostro grande mister, è merito ampiamente suo se questi ragazzi hanno avuto il coraggio, l’intelligenza tattica, la saggezza e consapevolezza nei propri mezzi, un po’ di fortuna meritata e la voglia di andarsi a conquistare non un punto ma proprio la vittoria in uno dei campi europei più ostici, per clima e squadra avversaria che darà filo da torcere (come la Juve) a tutti nella CL. I brasiliani-ucraini non mi hanno sorpreso nei pronostici che temevo: anche se svogliati/appagati nonostante le parole del furbastro Lucescu (il campo però dice altro), anche se sapevano di avere la sicurezza della qualificazione dalla loro parte, erano sempre insidiosi, dopo un primo tempo sottotono (spesso invece di portare la palla avanti, ritornavano e facevano melina) hanno giocato meglio nella ripresa, dopo lo svantaggio, ma in maniera confusa e a tratti approssimativa, non ci stavano a perdere ma hanno perso. La Juve è stata ben disposta in campo, più attendista e meno aggressiva (la sorpresa e l’imprevedibilità è stata quella), con una tattica accorta, con la giusta concentrazione ma anche consapevolezza di poter far male. Non è stata una partita quasi perfetta o bella da vedere come contro gli inglesi, ci sono stati errori di misura e valutazione (penso alle distanze tra i reparti nei primi 45 minuti, penso agli errori di gioventù di Pogba o a qualche disimpegno errato di Barzagli) ma la squadra ha saputo gestire in maniera intelligente la partita con i suoi episodi. Sinonimo di grande squadra che ora verrà ancora più rispettata e temuta in Europa, come è giusto che sia. Ora sfogliando le probabilità della prossima avversaria da pescare agli ottavi, è decisamente migliore il quadro per le prime classificate rispetto alle seconde (se vediamo chi rischia di incontrare, ad esempio, il Milan, c’è da rabbrividire). Bisognerà vedere con che testa e gambe si arriverà a febbraio prossimo, intanto bene, benissimo così. Un altro doveroso e auspicato step di crescita di una squadra tornata grande e che deve imparare a restarci a questi livelli, per zittire tutti i dubbi degli altri. Non so quantificare se questa conquista degli ottavi darà alla squadra più stanchezza sul campionato ma anche più forza mentale e consapevolezza o viceversa.
http://www.ju29ro.com/tutto-juve/4535-un-minuto-di-silenzio.html
Gentile Marco71, buon giorno: “di cui vergognarsi”, addirittura?
platini il piu grande numero dieci della juve che abbia mai visto…
Sfide è sempre realizzato bene, stasera la trasmissione ha superato se stessa..l’argomento ha aiutato: i numeri dieci della Juve, da Sivori in poi. Io sono un tifoso della Juventus, mi spiace per gli altri…
SUPPERGIU’ SUPERGA
Era il 4 maggio 1949. Mio padre non aveva ancora sei anni, mia madre nemmeno un mese. Io, invece, sarei atterrato ventidue anni dopo. Giorno più, giorno meno. Di maggio.
Nessuno di noi era a conoscenza del fatto che esistesse una città chiamata Torino. Nè, tantomeno, che proprio là ci fosse una squadra di calcio con lo stesso nome. Rispetto ai miei futuri genitori, però, avevo la fortuna di essere aria e, come tale, di poter andare ovunque. Mi bastava solo un po’ di vento.
La sera del 4 maggio 1949, mi trovavo proprio su Torino. Il fiume scorreva ozioso, tra i lampioni gialli ed il fumo delle ciminiere. Un aeroplano mi passò accanto, allontanandomi con le sue ali. Ebbi giusto il tempo di voltarmi, stizzito, e lo vidi schiantarsi in cima ad una collina, contro una basilica.
Tutti i passeggeri e le persone dell’equipaggio morirono. Il Grande Torino, una delle squadre di calcio più forti di sempre, terminò così la sua storia, per tramutarsi in Leggenda.
Era il 15 maggio 1976. Una domenica pomeriggio come tante altre per la mia famiglia. Mio padre aveva quasi trentatre anni, e stava ancora lavorando nel ristorante, della cui cucina era lo chef. Mia madre, ventisettenne da poco più di un mese, mi teneva per mano, mentre ero intento a dare mollichine ai passeri, nei giardini pubblici davanti al ristorante. Aspettavamo che il babbo uscisse, per le sue due ore di pausa.
La giornata era soleggiata, il cielo azzurro e sgombro di nuvole. Da onorare con un bel gelato al cioccolato. A dire il vero, io ero già contento così, perchè il giorno prima avevo spento cinque candeline e mangiato fette da cinque torte differenti. Non avrei chiesto nulla, quel pomeriggio, come da mia abitudine. Mi bastava soltanto passeggiare con mamma e papà , insieme. E poi c’ era tutta quella festa per le strade. Migliaia di persone che sventolavano bandiere granata, clacson che suonavano impazziti. Il Torino aveva vinto lo scudetto. Il primo dopo quella notte tragica.
Quel pomeriggio del 15 maggio 1976, una domenica pomeriggio come tante altre, mia madre, vedendomi rapito da quella moltitudine in delirio, mi regalò la bandiera del Torino. Il mio cuore, però, batteva già altrove, ed aveva i colori bianconeri degli sconfitti. Torino 45 punti, Juventus 43.
La bandiera finì presto nell’ armadio di alluminio sul balcone di casa, tra la cassetta degli attrezzi, il sacco di terriccio ed i vasi vuoti. Chiusa al buio, come un qualcosa di cui vergognarsi.
quei coglioni indosserebbero qualsiasi sciarpa……. purché possano far parte di un qualsiasi gruppo di coglioni come loro……….
a parte il fatto che credo facciano quelle cose per far danno alla società , per costringerla a venire a patti con loro a suon di multe e/o diffide………