Questo è uno spazio riservato ai giovani, d’età e di spirito. Gli argomenti sono liberi. Un solo limite: ogni articolo non deve superare le 30 righe. Naturalmente, non ci sono vincoli alla fantasia. Una commissione, da me presieduta e da me composta, premierà di settimana in settimana, con l’onore di un aggettivo, il “manufatto migliore” (come direbbe Emma Marcegaglia).
Scrivete, scrivete: qualcosa resterà. E magari anche qualcuno.
Ma io potevo prevenire il tuo commento…sorrido…già lo sapevo cosa avresti scritto.
Ti prevengo: ho tralasciato di parlare della Juve e scritto che il napoli è candidato al secondo posto, e non contendente per lo scudetto, perché, secondo me, il divario tra le due si assesterà come l’anno scorso tra i 7/9 punti già a Natale……… con un po’ di elastico qua e la come è normale…..
questo non significa che lo scudetto sia già vinto….. bisognerà giocarselo in ogni partita come è normale, ma se la Juve fa la Juve alla fine vincerà con distacco……..
Riccardo Ric:
NAPOLI: E’ la più accreditata pretendente al secondo posto. Difesa e portiere da incubo, eccellente da trequarti in su. Benitez? Meglio di Mazzaniello, ma sembra più allenatore per squadre da exploits che da rendimento.
Milan e Fiorentina, più o meno, si equivalgono. Allegri alla fine è il più sgamato e, probabilmente, ripeterà il risultato dell’anno scorso.
Dietro può succedere di tutto. Mazzaniello non ha i picchiatori (Campagnaro a parte) e i velocisti di Napoli per fare catenaccio e contropiede. Palacio è OK ma se non torna Milito ad alti livelli sarà dura. Molto. Roma e Lazio le solite minestre.
Complimenti Riccardo Ric, un’analisi da “primario”, completa e, per me, condivisibile sotto ogni aspetto.
Chapeau
JUVENTUS: Favorita e prima della classe. E’ la squadra più solida, con meccanismi di gioco che i giocatori mandano a memoria ed anche il neo acquisto Tevez si è calato rapidamente nel contesto. Il dubbio non ancora svelato riguarda Llorente; se sarà capace di attuare il dispendioso, e difficile, lavoro che Conte richiede agli attaccanti, ed essere efficace in area di rigore, quantomeno da non far rimpiangere Matri. La fame sembra ancora esserci. Esigenze di equilibrio economico hanno reso necessarie delle cessioni dolorose, sia sul piano sentimentale che su quello tecnico, ma con Tevez Llorente ed Ogbonna, oltre alla definitiva esplosione di Pogba, la rosa, nel complesso, è stata rafforzata, non certo indebolita.
Manca qualcosa a sinistra, chissà se vedremo all’opera il tridente Vucinic (Pepe)/Llorente/Tevez: Difficile, ed allora avanti con il 3-5-2, tanto non è mai il modulo a fare la differenza.
La champion’s è in buona parte un terno al lotto. Superare il girone, quel girone, è il minimo sindacale. Da lì in poi dipende molto dai sorteggi. Bene le sfide con il Real, potremo misurare il valore, ed eventualmente il gap, con una delle big europee senza mettere a rischio il prosieguo nella competizione. Le altre due sono abbordabili.
NAPOLI: E’ la più accreditata contendente al titolo ed ha valori tecnici adeguati. Arriva da un secondo posto conquistato con punti da (quasi) media scudetto. Ha cambiato allenatore e sistema di gioco, proponendo l’arioso 4231 che esalta al massimo le qualità di Hamsik. .Ha perso Cavani, ma ha trovato Higuain, non credo ci abbia rimesso troppo. E poi Callejon ed Albiol.
Benitez è allenatore di respiro europeo, molto valido sul piano tattico, da valutare nell’aspetto motivazionale, perché c’è poco da fare, nel calcio la capacità di mantenere sempre alte concentrazione e determinazione, può sovvertire i valori tecnici, soprattutto in campionato. E su questo la “mano” dell’allenatore è fondamentale.
MILAN: Boh, continua ad acquistare attaccanti e trequartisti, mentre le lacune più gravi sono a centrocampo ed in difesa, ancor più accentuate dalla pretesa presidenziale di giocare con un trequartista e due attaccanti puri. Puoi giocare così, ma devi avere un centrocampo, robusto, di corridori, ed anche picchiatori, oltre che validi tecnicamente, per non parlare della difesa. Montolivo è bravo, ma non è giocatore che canta e porta la croce. Occorrerebbe un Vidal, ma ce lo abbiamo noi. Di contro ha il centravanti più forte del campionato, anche se inaffidabile. Però il Milan poi te lo ritrovi sempre a rompere le scatole. Allegri ha dimostrato tutta la sua bravura la scorsa stagione, aggiustando, in corsa, un giocattolo che sembrava irrimediabilmente rotto, ma deve fare i conti con le deliranti interferenze presidenziali. Problemi loro.
INTER:Farà bene, inteso che produrrà il massimo risultato che la rosa potrà ottenere. Ha un allenatore bravo e concreto. Segue il primo comandamento che ogni allenatore dovrebbe fare proprio: disporre i giocatori secondo il proprio ruolo. Alvarez non è un centrocampista, non è un esterno, è una seconda punta che dà il meglio dietro l’attaccante centrale. Lì lo ha messo ed i frutti si vedono e sembra aver rigenerato anche Jonathan che adesso ha le parvenze di un giocatore di calcio. Palacio è perfetto per le ripartenze mazzarriane. Difficile valutare il valore tecnico complessivo ma secondo me lotterà per il terzo posto.
ROMA: Ecco, a proposito di allenatori e incidenza degli stessi. La Roma in questi anni ha avuto giocatori di livello tecnico eccelso, ma prima Luis Enrique pretendeva il tiki taka , che non era nelle loro corde, e poi il Santone Fattucchiere ha fatto casino, come suo solito. Ed i risultati sono stati ampiamente inferiori alle potenzialità. Ha perso Marquinhos e Lamela, due non da poco. Vedremo cosa combinerà Luis Garcia. Dai primi approcci sembra un furbacchione. Ha riportato De Rossi al centro e schiera la squadra con un tridente offensivo, ma uno dei tre è Florenzi.. Chiamalo scemo.
LAZIO: la solita Lazio, ha cambiato pochissimo. Nel complesso è buona squadra, con alcune buone individualità, ma soffre di cali di tensione inspiegabili. Nemmeno Petkovic è riuscito a toglierle il vizio. Pur vero che le aspettative del pubblico laziale quelle sono: disputare un buon campionato e possibilmente battere la Roma nei derby. Sulla vittoria in Coppa Italia camperanno un lustro.
FIORENTINA: Va inserita anche lei, nel lotto delle migliori. Mario Gomez è stato il colpo dell’estate del mercato viola, senza dimenticare il ristabilito, così appare, Pepito Rossi. Sulle qualità da goleador dell’ex Bayern non vi sono discussioni, è sufficiente scorrere i tabellini delle stagioni precedenti. C’è da verificare come saprà adattarsi al gioco di Montella. Uno come lui necessita di una squadra che faccia arrivare palloni succosi in area di rigore e Jovetic e Ljaic erano fatti su misura per questo compito, ma non ci sono più. Ha un centrocampo di tutto rispetto, Aquilani, Borja Valerio, Pizzarro. Mi ha sorpreso la crescita di Cuadrado, era il classico dribblomane che perde palla al terzo dribbling o che sbaglia il passaggio dopo aver saltato due uomini. Invece è cresciuto molto, adesso si sa rendere utile alla squadra
Hai descritto Vucinic perfettamente. Quello e’.
Mac, letto.
RITORNO A CASA
E’ un esordio di campionato in casa invidiabile, nonostante la vigilia con turbolenze (evitabili) di riflessioni del mister (visto che ragionamenti di classifica degli avversari sono prematuri).
Il 3-5-2 iper-collaudato, per 10/11 di gente che ormai dovrebbe conoscersi a memoria sul rettangolo verde, parte quasi a razzo e funziona liscio come l’olio, efficace, con ricerche di triangolazioni e occupazione della metà campo avversaria in modo continuo e insistente per i primi 25 minuti circa. Aiuta una Lazio che (stranamente) vuole giocarsela e non opporsi con barricate continue come un Juve-Lazio di un campionato fa.
Due gol che farebbero da preludio a restanti 65 minuti di dominio col pilota automatico delle grandi ma così (subito) non è grazie a un errore grossolano di valutazione di Buffon (eppure quasi sempre reattivo sullo schema continuo della Lazietta su tiri dai 30 metri) e alla rapacità del solito Klose. La seconda parte del primo tempo è strana, diminuisce la cattiveria e l’organizzazione, subentra nervosismo e qualche certezza in meno. Si spera sia un caso isolato. La gara viene ufficialmente cristallizzata nel risultato proprio da chi non ti aspetti, da chi ti irrita per lunghi tratti, dal meraviglioso attaccante laterale che nello scacchiere di Conte è irremovibile come punta centrale (un ibrido, un 10, un 9 e mezzo, non si capisce) e che però nei movimenti e nella preparazione la butta dentro come una punta vera. Mister genio e sregolatezza Vucinic. Così effimero, così discutibile, così fondamentale in quella manciata di secondi. Poco altro da narrare della partita, accademia mista a noia dei nostri, che ritornano a controllare e dominare come devono fare le grandi, e la Lazio, deludente, che continua ad affidarsi a tiri sperando in altri jolly e si auto-limita con l’espulsione ingenua del fastidioso Hernanes.
I due primi gol da attaccante consumato e freddissimo di Vidal sono perle che fanno il paio con gli assist di Pogba e Bonucci, due che potrebbero fungere, come ipotesi tattica alternativa per rimpinguare fantasia e imprevedibilità del modulo, come playmaker offensivo (il francesino) e arretrato (il difensore). Che il mister ci pensi, perchè si prevedono fastidiose contromisure degli avversari al modulo (come molte partite precedenti) e troppe partite a rischio infortuni e/o appannamenti di forma. In effetti alla fine dei conti proprio Pirlo è ancora il più opaco e meno appariscente, quasi fuori dalla costruzione di certe azioni, degli 11 scesi in campo titolari. Buone risposte anche dal fantastico trio difensivo col pilota automatico, da Tevez, un attaccante vero che ha segnato un gol di classe, un campione che sta raggiungendo l’esplosività dei movimenti e l’armonia con i compagni, feroce nei ripiegamenti difensivi e una punta mobile che in serie A mostra già da ora dei brandelli di differenza e che, ci sarà da scommettere, piace da matti a Conte. L’argentino da anche un tocco di personalità a quella già garantita dai Barzagli, dai Vidal, dai Pogba, dai Pirlo. Il mister ama alla follia questo tipo di attaccanti, ecco le scelte per lui, per i Vucinic e per i Giovinco dello scorso anno, a discapito di quelli utili ma che si devono cedere per economie di entrate/uscite e su cui si versano stucchevoli lamentele e discorsi un po’ fuori luogo di indebolimenti di rosa. Sugli esterni adattati, croce e delizia, sarà argomento cruciale per tutta la stagione (non è il fulcro del modulo contiano?). Tolto l’inferiore De Ceglie, se resta dovrà essere rivitalizzato di testa e bombardato d’allenamenti per le gambe (così come Pepe) per ritrovarceli, chissà, come neo-acquisti decisivi. Voglio augurarmelo. Passi per la locomotiva svizzera testarda che però difficilmente tradisce, avremmo davvero bisogno di un esterno più adatto di quanto non lo sia, perlomeno offensivamente, Asamoah che data l’età giovane e la voglia che ci mette, potrebbe risolverci ogni problema tornando da mezz’ala, primo rincalzo nel caso in cui si usurasse troppo gente come lo stesso Pogba o Vidal o Marchisio quando rientrerà (e giocando ogni 3 giorni per lunghi periodi sarà inevitabile). Avrei provato a far giocare Llorente, se non altro per fargli davvero assaggiare lo Stadium, ma per ora vale la pena aspettare e allenarsi bene. La stagione sarà lunga e voglio sperare che il basco sia utile, considerato più di un Matri/Quagliarella, e non quel pacco-pippa che buona parte della tifoseria già considera, quasi inconsciamente.
Concordo: non intendo che ci sia un abisso, ma una differenza sostanziale tra gli ucraini dello scorso girone e questo Galatasaray esiste.
A vedere i sorteggi la prima conclusione che se ne può trarre è che nella vita ormai vi sono due consolidate certezze: il legame che unisce barcellona e milan, ormai destinate ad incrociarsi ogni anno, e il pauroso Culo di mourinho, ormai avviato a superare anche il dominatore indiscusso di questa particolare parte anatomica, cioè arrigo sacchi. Per il resto il sorteggio si commenta da sè: i peggiori avversari possibili della prima fascia li abbiamo presi noi, però galatasaray e copenaghen non possono, con tutto il rispetto, impensierire questa juventus. Non credo che nella massima competizione europea ci si possa lamentare per non avere incontrato squadre più facili. Se non si dovesse passare vorrà dire che non si è meritato. Leggo che il galatasaray è squadra più difficile dello shaktar dello scorso anno; rispetto l’opinione ma personalmente la giudico risibile. la cosa più dura di quella partita è l’ambiente che si crea ad istanbul ma non certo il livello di una squadra composta da pensionati ed ex-giocatori. Si può obiettare dell quarto di finale di finale raggiunto lo scorso anno; ebbene basta guardare il cammino: fase a gironi con cluji e braga; ottavo di finale con lo schalke 04. Credo che anche l’udinese sarebbe arrivata allo stesso traguardo!!