Questo è uno spazio riservato ai giovani, d’età e di spirito. Gli argomenti sono liberi. Un solo limite: ogni articolo non deve superare le 30 righe. Naturalmente, non ci sono vincoli alla fantasia. Una commissione, da me presieduta e da me composta, premierà di settimana in settimana, con l’onore di un aggettivo, il “manufatto migliore” (come direbbe Emma Marcegaglia).
Scrivete, scrivete: qualcosa resterà. E magari anche qualcuno.
Scritto in maniera approssimativa ma il tablet non permette molto di più. Aggiungerei due considerazioni: a noi mancherebbe un esterno, vista la scarsa sicurezza offerta da un De Ceglie, e forse un autentico playmaker per far rifiatare Pirlo, vedo lì i pericoli nei ruoli della rosa, a cui Conte dovrà pensare e tentare di risolvere come un grande allenatore dovrebbe fare. In secondo luogo: l’exploit come il nostro due stagioni fa di chi non ha le coppe potrebbe farlo anche l’Inter ma… bisogna giocare a pallone osando e proponendo, non solo e sempre come sa fare Mazzarri. Per questo motivo vedo dieci volte meglio una Roma.
Nuovo campionato al via, due sole giornate disputate, ripeto, sono poche per porre basi realistiche su giudizi e previsioni, ma tenterò qualcosa in merito. Della nostra Juve si è scritto molto, tutto e il contrario di tutto. Il mercato, le scelte, il come è stato condotto, ha provocato giudizi e opinioni contrastanti, come sempre é una verità del calcio parlato, che vale zero ma pesa, spesso, ahimè molto e genera qualche pregiudizio di troppo, ma questo è un altro discorso. Tralascio l’ormai annosa questione Conte-Marotta o altri dirigenti, si ripeterà per tutta la stagione: fin dove arrivano i meriti di uno o i demeriti dell’altro e viceversa per le ultime due stagioni di rinascita del club con due scudetti ineccepibili? Io penso che i grandi club, così come dice il buon vecchio leit motiv soprattutto in casa Juventus, devono puntare sempre a migliorarsi in tutti gli aspetti, tecnici e organizzativi e altro. E spesso questa strada difficile, cercando di tenere i conti del bilancio in pareggio o quantomeno eliminando i disavanzi accumulati con una strategia pluriennale, presenta l’inghippo del non vincere qualche volta, pur crescendo. Sembra un controsenso ma non lo é e anticipo subito che non voglio mettere le mani avanti, il film dello scorso torneo dice chiaramente che i primi favoriti allo scudetto siamo noi e che dovremmo avere più demeriti nostri che meriti altrui se a Maggio 2014 la spunterà l’avversario invece che la Juventus. Oltre alla crescita, ci vogliono obiettivi stagionali chiari e stabiliti dalla presidenza, non ipotesi buttate lì in pasto al popolino e ai media. Dunque terzo scudetto consecutivo, appuntamento con la storia, impresa mai riuscita nemmeno a versioni della Signora più forti e complete di quella attuale… e il sogno europeo, da spingere il piu’ possibile verso premi economici piu’ che a semplice gloria, con la voglia di stupire e tentare l’imponderabile contro i soliti big dalle capacita’ maggiori e con un anno prezioso di esperienza in piu’ per molti dei nostri. E per intenderci: se Marotta non è Moggi, lo stesso mister Conte non è (ancora) Lippi, nei loro rispettivi ruoli. Quindi calma col puntare il dito sempre in una sola direzione. E se il dg deve ancora imparare su certe situazioni per essere un grande da grande club, lo stesso allenatore più che mai in questa stagione deve metterci qualcosa in più dello scorso anno, dove a parer mio si è usato troppo il pilota automatico. Bisogna avere equilibrio su tutto nel calcio moderno e il troppo stroppia. Quindi mi va bene rigenerare il concetto di fame e tutto, si è scelto, per obiettivo realistico, budget e necessità societarie, di non poter fare un restyling della rosa, si è scelto di utilizzare lo stesso modulo che in Italia, con esterni volenterosi ma adattati, può ancora dar frutti ma senza tirare troppo la corda, ergo: saggiare alternative tattiche, rigenerare i bistrattati come Isla, recuperare se possibile il jolly Pepe per non rimpiangere il sacrifico necessario di un Giaccherini. E tenere concentrazione dritta, sempre, perché la trappola è sempre dietro l’angolo, perché le polemiche sono sempre create ad arte e sovente boomerang, il nervosismo celato, si andrà a ‘battagliare’ in climi e ambienti pronti a farci lo scalpo come Kabul o il campo di una provinciale di lusso qualsiasi come il Bologna. E credo che in questa stagione conteranno i punti in palio negli scontri diretti di alta classifica più che negli anni scorsi, avranno dunque maggior peso specifico. Ma conterà sempre avere la difesa migliore e battere le piccole, senza dubbi, come la storia del campionato insegna in Italia. Veniamo alle avversarie, brevemente. Nonostante tutto, alcune sembrano rafforzate, nonostante abbiano cambiato completamente tipo di allenatore e ceduto a caro ricavo pezzi pregiati, come Napoli e anche Roma, le due che temo di più per la volata finale. La prima ha una intelaiatura più europea, un tecnico preparato e che sa come si vince, più propositiva nel gioco e credo farà molti punti contro le piccole, e non è trascurabile, anche se resta l’incignita difensiva ma una piazza ostica per tutti gli avversari; la seconda, senza coppe ma con la spada di Damocle dell’ambiente, potrebbe scalare posizioni e tentare l’exploit come nella prima stagione di Conte. L’Inter darebbe fastidio, con un allenatore giusto per quel tipo di club e i soldoni indonesiani non faranno miracoli senza competenze serie e vere, di certo però saranno agonisticamente incazzati e tosti, dopo le ultime debacle, qualcuno buono in rosa ce l’hanno, quindi da non snobbare. Storicamente resta sempre in pista il Milan con un attacco ottimo, un Kaka piu’ anziano con qualche probabile fregatura latente by Madrid, ma con l’annosa questione della poca affidabilità difensiva, eufemismo, e un allenatore mal digerito dal boss (eufemismo raddoppiato). La Lazio non la conterei a meno di suicidi di massa delle altre al vertice, resta infine la Fiorentina che, sulla carta, ha un reparto offensivo migliore e completo, ma anche scarse potenzialità dietro, a iniziare dal portiere, nonostante un ottimo Montella e un gioco quantomeno divertente e collaudato, sempre sulla carta. Forse li fregherà l’ambiente non ancira pronto ad alte vette e l’impegno europeo che toglierà energie, come a tutti, soprattutto a chi non è abituato.
Gentile Fiorentino, per me un pregiudicato non può stare in Parlamento. Punto.
Buona sera, gentile Beccantini. A proposito della decadenza da senatore di Berlusconi. Non so lei, io ce l’ho con Luciano Violante. Tra me e me mi sono detto: ci sono stati tre gradi di giudizio, l’imputato si è difeso, si è avvalso dei suoi avvocati (e che avvocati), e la Cassazione, ad inizio agosto, l’ha condannato definitivamente. Berlusconi è un colpevole con sentenza passata in giudicato, ufficialmente è da considerarsi un pregiudicato. Ora, agli effetti di questa legge Severino, approvata in dicembre anche coi voti del centrodestra, senza che nessuno di loro sollevasse problemi di costituzionalità, in parlamento non ci può più stare. A questo punto è doveroso che se ne vada a casa, che si sottometta umilmente alla legge e tolga il disturbo. Ma veramente… Perchè questi vecchi marpioni della politica devono offrirgli questi appigli, questi assist? Ci rendiamo che conto che qui c’è una persona, già di per sè piuttosto impresentabile, con diversi conti in sospeso con la giustizia, che sta tenendo sotto scacco il paese?
Evidentemente tre gradi di giudizio non bastano più. Per alcuni, anzi uno in particolare, ne serve un quarto. Dalle parti di Arcore sono soliti citare gli Stati Uniti quale esempio di civiltà e democrazia. Ovviamente si dimenticano di ricordare che laggiù, per fatti molto meno gravi rispetto a quelli di cui si è reso responsabile il loro padrone, non dico che si venga esclusi dalla vita politica a tempo zero, ma la richiesta di impeachment scatterebbe quasi in automatico. Qui invece si parla di proroghe per perdere tempo, rinvio alla Consulta di una legge approvata a larghissima maggioranza meno di un anno fa, auspici di clemenza, possibili richieste di grazia al Presidente della Repubblica, commutazione della pena da detentiva e pecuniaria e ricorso alla corte europea dei diritti dell’uomo. Poi, non contenti, dicono pure che viviamo in uno stato di polizia, dove è negato il diritto di difendersi, manco fossimo nel Cile di Pinochet.
Umilmente mi permetto solo di dire che se quelli del PdL dovessero far cadere il governo Letta nel caso dovesse decadere Berlusconi, ancora una volta si dimostrano più sensibili ai problemi giudiziari di una persona piuttosto che a quelli del paese.
Mi piacerebbe, se possibile, conoscere una sua opinione.
Il ritorno del Belgio
Osservando i gironi di qualificazione al Mondiale del prossimo anno balza agli occhi il Belgio capo classifica del Gruppo A. E’ il primo nome che si legge, davanti a Croazia, Serbia, Macedonia, Galles e Scozia sue rivali. Ma davanti anche a tutte le altre squadre nell’attenzione che riceve dopo anni di anonimato. E nell’appeal, suscitato spontaneamente dai talenti Hazard, Fellaini, Witsel e de Bruyne.
Il Belgio torna e si fa notare. Non si nasconde tra il bosco di nazionali vicine a qualificarsi; è un cactus nel deserto, che la nefasta storia recente obbliga a distinguere e seguire.
Ha preso parte all’ultimo Mondiale nel 2002 (fuori agli ottavi) e l’Europeo giocato nel 2000 (perché paese ospitante con l’Olanda, out ai gironi) si inserisce in mezzo ad un’assenza continentale che va dal 1988 al 2012. Insomma, non è che il calcio ne sentisse tutta questa mancanza.
La sua ricomparsa sui radar del football mondiale non turba il sonno di nessuno ma rappresenta un bel segnale per il movimento fiammingo e spiega come questo sport viva di cicli; annate vincenti e altre che lo sono meno. Certo, i periodi bui del Belgio non sono paragonabili a quelli di Brasile o Argentina, tanto per dire, talmente ricche di risorse e talenti da rigenerarsi in breve tempo.
Dopo anni (e anni) di vacche magrissime, in cui si spiccano le dimissioni di Dick Advocaat come CT nel 2010, il 2012 è l’anno spartiacque.
La federazione decide di tirare una bella riga rossa sul passato e rilanciarsi ingaggiando in panchina Marc Wilmots. Uno da 70 partite e 28 gol in nazionale da giocatore e un passato non proprio brillante in politica. Vengono chieste due cose: far giocare i giovani e aprire le porte all’integrazione. La Germania, nazionale multi culturale se ce n’è una, diventa modello.
Il CT si accorge che le nazionali under hanno fornito troppi talenti per poterli ignorare e allora li chiama tutti: Lukaku, Bakkali, de Bruyne, Benteke, Courtois. Tutto gira, anche perché avere Hazard, Fellaini e Witsel aiuta, e non poco.
Nella testa di Wilmots abita un pensiero fisso: il Mondiale 2014. Insieme sogno e utopia per un gruppo ancora lontano dal chiamarsi “squadra”. Ma di partita in partita, con un chiaro e stimolante obiettivo all’orizzonte, galoppano conoscenza e amalgama.
Centrocampo e attacco danno spettacolo ma la difesa è la chiave che apre al successo. I 2 soli gol subiti sono merito di Vertonghen, Kompany, van Buyten, Vermaleen e Alderweireld, difensori tosti.
Delle otto partite di qualificazione il Belgio ne ha vinte sette e pareggiata una; risultato: 22 punti (nessuna nazionale ha fatto così tanto). L’entusiasmo cozza con l’aritmetica che costringe a inseguire il punticino utile per l’ufficialità dei Mondiali. Sottigliezze; il Belgio andrà a Brasile 2014.
Il 10° posto nel ranking FIFA è un ulteriore premio al gran lavoro di Wilmots; giovane lui e giovani i suoi (solo 5 dei 38 giocatori chiamati hanno 30 anni o più). Chissà se basterà per arrivare in fondo.
Al Belgio serviva un piano e l’ha trovato: nei prossimi anni la squadra sarà forte e se i giovani manterranno come promettono, ci sarà da divertirsi.
Complimenti alla Nazionale di basket che ha vinto la prima partita dell’Europeo in programma in Slovenia. Il tiro di Datome è di una pulizia rarissima; gran partita anche di Belinelli e Cusin ma tutti sono riusciti a dare una grossa mano per vincere. Bene così, adesso sotto con la Turchia!
Mi ha fatto piacere l’in bocca al lupo di Buffon, a nome suo e di tutti, verso l’Italbasket. La Nazionale non è solo quella di calcio; stasera Gigi (Datome), Beli e tutti gli altri lo hanno ricordato.
“è ipocrisia pura negare che quest’anno la juve dovrebbe vincere ancor più facilmente dell’anno scorso”
Ancor più distante (ipocrisia?) da me del “possiamo solo perderlo”.
Allora, premessa, doverosa: mi auguro di essere io troppo prudente, e non voi troppo sicuri, e che quindi i punti di distacco a Natale, sulla seconda, siano una ventina con susseguenti commenti dal tono: “visto?”. E mi auguro di leggerli. Ma continuo a percepire un po’ troppa baldanza.
Poi, attenzione, continuiamo, tutti, a parlare del Napoli della scorsa stagione, ma è cambiato: ha cambiato allenatore, sistema di gioco ed alcuni giocatori cardine. SULLA CARTA (fermo restando che i ragionamenti sulla carta, nel calcio, lasciano il tempo che trovano, e su questo siamo tutti d’accordo) a me sembra un po’ più forte. Poi magari farà un flop clamoroso però per il Napoli questa sarà una stagione di svolta, un po’ come noi due anni fa….Chi mai l’avrebbe detto?
La Juve è favorita. Punto. Per me eh.
Xriccardo ric: tutto giusto quello che dici; tuttavia credo che una analisi obiettiva fatta guardando il gioco espresso e la qualità delle rose sia inequivocabile. la juve rispetto al napoli è superiore sia paragonando uomo contro uomo (divario che si accentua considerando le riserve) sia come qualità di gioco di squadra. Basta osservare le partite per rendersene conto: il napoli a chievo ha vinto ma nel primo tempo poteva prendere altri 3 gol come minimo; la juve domina quelle partite rischiando pressochè nulla.
Poi è vero che il calcio è strano e le partite vanno giocate, ma se non vi saranno infortuni gravi dei giocatori migliori o squalifiche clamorose è ipocrisia pura negare che quest’anno la juve dovrebbe vincere ancor più facilmente dell’anno scorso. Non è vero che il napoli si è rafforzato (o è assolutamente da dimostrare perchè higuain dubito che faccia 30 gol come cavani e in difesa campagnaro era il migliore, per non parlare di reina) e la tanto conclamata fiorentina è tutta da verificare: trovo risibile sostenere a priori che gomez e rossi siano superiori a jovetic e lialijc. Uno sono due anni che non gioca, l’altro è stato venduto dal bayern che si solito non si priva di campioni veri.
Comunque Ezio, ne parlavo anche con Axl. Alla fin fine è discutere del sesso degli angeli, se è più corretto ” lo possiamo solo perdere” o “la Juve è favorita” o “il Napoli è il maggior accreditato al secondo posto”. Secondo me sono frasi che esprimono concetti diversi e preferisco il mio: “la Juve è favorita”, ma è lana caprina.
So che per vincere bisogna essere bravi, i più bravi, inteso ovviamente anche come valori tecnici, ma non solo, ed io ammiro la bravura. E continuare ad essere i più bravi è difficile. La storia dello sport è piena di pronostici rispettati, ma anche sovvertiti, nel calcio poi ancor di più. Ricordo che il Napoli la scorsa stagione ha accumulato punti sufficienti a vincere il campionato o giù di lì, statisticamemente, e questo dà ancora più valore alla vittoria della Juve. Ma significa anche che è avversario che non va sottovalutato, anche perchè si è rinforzato, ed ancor meno snobbato, (per questo non mi piace la frase “lo possiamo solo perdere”, ma ripeto, è lana caprina), anche perchè snobbare gli avversari è il primo passo per prendere delle sonore batoste, che fanno male. (Atene, 25 maggio 1983). E senza dimenticare che il calcio giocato è ben diverso da quello parlato. Sono proprio due sport diversi.
Di solito, basandoci su fatti concretamente prima previsti e poi avverati, Ezio difficilmente sbaglia. Ma è ancora presto, dopo solo due turni di campionato, soppesare i valori ai vertici, leggendo solo le rose definitive perlomeno fino a gennaio, facendo paragoni su quanto alcuni club tipo Fiorentina e Napoli ci abbiano guadagnato o perso tra cessioni illustri e investimenti. Occhio però a sottovalutare potenziali di queste due squadre o del Milan o di chi non giocherà le coppe. Ho la netta impressione che sarà molto difficile per noi ripeterci, da favoriti pieni, e raggiungere l’obiettivo che sarebbe impresa. Un dato di fatto iniziale è che le medio-piccole siano meno agguerrite e sia aumentato il gap con le big cosiddette. Di solito c’è sempre qualche exploit di una piccola o qualche partenza ad handicap di una big, vedremo entro i primi turni. Ottima l’analisi di Riccardo, ne tenterò una anche io in questi giorni.