Questo è uno spazio riservato ai giovani, d’età e di spirito. Gli argomenti sono liberi. Un solo limite: ogni articolo non deve superare le 30 righe. Naturalmente, non ci sono vincoli alla fantasia. Una commissione, da me presieduta e da me composta, premierà di settimana in settimana, con l’onore di un aggettivo, il “manufatto migliore” (come direbbe Emma Marcegaglia).
Scrivete, scrivete: qualcosa resterà. E magari anche qualcuno.
Grazie,gentile Che Te Lo dico a Fare, per il suo contributo. E ben arrivato. Credo anch’io che la differenza tra ricchi e poveri sia una causa scatenante. Leggevo quanto prendeva Valletta e quanto prende Marchionne: non ‘c’è paragone, al netto di tutto.
Alcune considerazioni sulla questione del razzismo negli stadi. L’indignazione è unanime: carta stampata, Federazione e società civile si trovano tutti d’accordo nella ferma condanna dei cori di discriminazione territoriale che vengono cantati nelle curve degli stadi italiani.
Giusto, non si può che concordare. E’ anzi lodevole la nuova linea di tolleranza zero verso queste barbare manifestazioni di divisione e di odio che da tempo immemore caratterizzano la rivalità tra le frange più esasperate del tifo. La parte sana della tifoseria e i rappresentanti istituzionali innalzano a loro volta un coro di segno opposto e contrario: non verrà mai più accettata alcuna espressione, anche solo verbale, di violenza e di razzismo.
Sacrosanto certo, dicevo. Ma a ben guardare, siamo sicuri che affondi proprio nel razzismo la moderna radice della disuguaglianza e della disparità sociale? O non è forse più vero che la discriminazione sia invece qualcosa di estremamente trasversale oggi? Legata a fattori economici e di status più che religiosi, di sesso o di razza.
Questi quattro scalmanati che offendono Napoli, il Sud Italia e il colore della pelle di alcuni atleti sono perfettamente funzionali alla cultura dominante. Perché forniscono un formidabile assist per dimostrare che viviamo in un mondo in cui regna la totale uguaglianza tra gli individui. Ma è un’uguaglianza di facciata, perché nella realtà di tutti i giorni vediamo aumentare sempre di più il divario tra chi possiede troppo e chi troppo poco. Ecco il vero nocciolo della questione: in questa battaglia la discriminazione razziale e territoriale prende la forma di un razzismo di Stato, in quanto viene strumentalizzata per sviare le coscienze dal vero cuore del problema.
Non sono certo un comunista mi creda, né lo sono mai stato. Solo una persona che vede il mondo andare a rotoli perché ha imboccato una strada sbagliata che rischia di portarci alla rovina tutti quanti, ricchi compresi.
Voglia infine perdonarmi la pesantezza del tema trattato, e anche una certa banalità in fondo. Le sono in debito di un commento leggero e allegro, non mancherò se ne avrò occasione.
Un caro saluto
Dramma carceri, messaggio di Napolitano
“Servono rimedi come amnistia e indulto”
facile dirlo se vivi con la scorta…. prova a scendere tra gli umani……….
Nell’immediato post-partita Juventus-Milan, ieri sera, scrivevo questo: “Se il gioco o le varianti efficaci arriveranno con maggiore condizione fisica, si spera ci saranno meno gol-cappellate, altrimenti non servirà a niente. La cosa buona di stasera, oltre ai 3 punti e al gol decisivo di Giovinco, è quanto ha dichiarato Chiellini.”.
Il giorno dopo è doveroso e opportuno bilanciare gli aspetti positivi e negativi, i pro e i contro, sintetizzandoli. Pollice alto: carattere e volontà per la rimonta ieri sera, come in altre occasioni questo scorcio di stagione, in quasi tutte le partite in cui abbiamo subito il primo gol; primo vero gol decisivo di Giovinco di ottima fattura, da campioncino (che sia di buon auspicio per lui e non un fuoco di paglia); la vittoria, importante per non perdere di vista la vetta in classifica anche se dopo sole 7 giornate, vittoria che assume un certo valore anche per come è arrivata (subita una rete da non crederci dopo appena 20 secondi) e nelle condizioni in cui si era complicata la gara, proprio quando ci si aspettava una partenza più sprint dei nostri (e per forza di cose, almeno fino al pareggio di Pirlo, c’è stata); alcuni sprazzi di buon gioco, seppur confusionario, fino al 15esimo del primo tempo e in parte del secondo tempo; i cambi del mister, risolutivi vedendo l’esito dei gol e delle azioni (nel bene e nel male) del mister con Giovinco e Pogba al posto di insufficienti Quagliarella e Padoin; la lucida consapevolezza a fine gara di gente come Chiellini, che spero si riflettano nello spogliatoio al resto della truppa. Pollice basso: quasi nulli gli interventi o le varianti del solito modulo messo in campo (ma dopo 3 giorni dalla gara contro i turchi, non era auspicabile), 6 gol subiti in 7 gare di campionato (una media brutta che di solito non fa vincere gli scudetti in A) di cui gli ultimi 2 contro un Milan minuscolo, scarso, ai minimi storici, eppure quasi la si rischiava di pareggiare in pieno recupero, dopo l’errore stupido e grossolano di Pogba; prestazioni scadenti, quasi nulle di soliti caposaldi come Vidal (e Bonucci, aggiungerei), più altri che faticano a rientrare in forma come Marchisio e Asamoah.
E’ molto difficile, ripeto, dopo appena sette turni, comprendere e valutare se dar retta agli aspetti positivi, accontentandosi del bicchiere mezzo pieno, o valutare con la dovuta serietà gli aspetti negativi, i difetti che stanno diventando cronici, da essere dettagli iniziali. Possiamo leggerla in vari modi. Abbiamo vinto di misura, con fatica e ansia, una partita che si era fatta più dura del giustificabile contro un avversario scarso, giocando di fatto in 9 e prendendo gli ennesimi gol evitabili, ma, pur giochicchiando tra involuzioni tattiche e scarsa forma generale, facendo gli stessi punti dell’anno scorso, restando in alto in classifica, a soli due punti da chi gioca molto meglio e corre molto di più.
Per ora basterà, adesso arriva la pausa nazionali (incognite per alcuni, sollievo per altri). Se siamo lucidi e mostriamo voglia di migliorare gli errori e il gioco, si andrà lontano. Se si pensa che il torneo è ancora più difficile, che ci sono i nemici e basta, ma che ciò che facciamo va bene sempre a parole e non con i fatti, allora abbiamo già perso l’obiettivo stagionale.
Si Ezio, i singoli vanno a corrente alternata. Fino a pochi giorni fa era Pirlo ad essere sulla graticola, e leggevo ipotesi di formazione senza di lui. Ieri è stato il migliore, e non solo per le punizioni. Ma sono stati insufficienti Vidal e Marchisio. Ed a turno è capitato a Bonucci, Chiellini, Pogba, Quagliarella, Vucinic ecc ecc. Da questo il rendimento altalenante complessivo, anche all’interno della stessa partita.
SE AL CUSANO MILANINO NON BASTANO NEMMENO DUE GOAL DI MUNTARI
5 volte sotto, su sette partite, in campionato (6, se si considera il secondo goal del Chievo) 2 volte sotto, su due partite, in Champion’s. 6 goal presi (7 se si considera il secondo del Chievo) in campionato, più tre in Champion’s.
Non uno score edificante. Di solito le grandi squadre son quelle che concedono di meno. E proprio sulla capacità di concedere poco all’avversario si erano basati i recenti successi della Juve di Conte.
Nulla è compromesso: la mediocrità del campionato italiano permette di vincere anche venendo a patti con le proprie debolezze. In Champion’s, la musica è diversa quando la competizione avanza, ma nei gironi c’è spazio per rimediare.
Il Cusano Milanino ieri sera ha sorpreso la Juve col solito gollonzo di Muntari, l’ha impaurita con una zampata di Robinho, e poi l’ha tirata giù dal letto con il Muntari bis. Ora Galliani toglierà la sua foto dal telefonino: la leggenda è sfatata, non ne bastano nemmeno due per battere la Juve, figurarsi uno.
La Juve, “questa” Juve, ha ruminato calcio con scompostezza frenetica, ritrovando un Pirlo ispirato e decisivo. Poggiando su un Barzagli sempre concreto, un Buffon sorpreso dalla dinamica dell’azione dello 0-1 ma decisivo nell’ evitare l’ 1-2, e un Chiellini che ha inseguito e anticipato tutti, tirato da fuori e segnato il goal decisivo. E su Giovinco: goal del 2-1, da consumato campione, espulsione di Mexes procurata. Peccato sia probabilmente, il Giovinco, un fuoco di paglia.
Per il resto: Quagliarella ha sbagliato un goal fatto, e si poi agitato inutilmente. Tevez, generosissimo e puntiglioso, ha perso palloni in quantità industriale: che senso ha avere un campione in grado di inventare goal e poi “inciucchirlo” in inutili rincorse, costringendolo spalle alla porta, a 50 metri dal suo obiettivo primario?
Di Vidal e Marchisio meglio tacere. E di Padoin. Asamoah ha provato due bolidi di destro: il terzo, quello più facile e potenzialmente decisivo, l’ha spedito in fallo laterale.
Pogba ha svegliato la truppa, ma si è addormentato sul più bello, rischiando di dar vita alla rimonta del Milanino.
Bonucci, inutilmente nervoso, sufficiente in difesa, solito autogoal a parte, non pervenuto in impostazione.
concordo Gentile Fiorentino…….. il solo problema è che non c’è (più) modo di sapere quando voti, per chi voti….
Meglio così, gentile ezio maccalli. Grillo è la riedizione 60 anni dopo di Guglielmo Giannini, il fondatore dell’ Uomo Qualunque. Alla larga.
mi sono espresso male e la risposta sembra una conferma. invece, voglio dire: no non sono affatto un simpatizzante di grillo. anzi.
no, affatto, Gentile Fiorentino. Anzi.