Questo è uno spazio riservato ai giovani, d’età e di spirito. Gli argomenti sono liberi. Un solo limite: ogni articolo non deve superare le 30 righe. Naturalmente, non ci sono vincoli alla fantasia. Una commissione, da me presieduta e da me composta, premierà di settimana in settimana, con l’onore di un aggettivo, il “manufatto migliore” (come direbbe Emma Marcegaglia).
Scrivete, scrivete: qualcosa resterà. E magari anche qualcuno.
Luca: secondo me Asamoah (di solito molto bravo ed efficace nelle coperture e nelle diagonali) ieri s’è fatto fregare dal viola. Rigorino molto tirato, ma s’è fatto fregare. In area, in quella posizione, doveva accompagnare i movimenti dell’avversario e controllarlo. Credo sarebbe finita lì l’azione. Si vedeva lontano un miglio che quello cercava il rigore. Il nostro ha commesso un peccato veniale, eppure ormai l’esperienza non gli manca. E’ un piccolo errore, sommato agli altri, è diventata una specie di crack.
Luca: il tuo punto di vista è molto valido, una chiave di lettura più ottimista della mia (esempio), ma quel blackout generale è preoccupante perchè non si spiega e soprattutto perchè, oggi, non si intravede una soluzione a breve termine, i problemi mentali sono quelli più difficili da risolvere e giocando ogni 3 giorni è dura resettare tutto e ripartire. Quel blackout purtroppo condiziona i giudizi totali su Fiorentina-Juventus, il primo tempo discreto e comunque una partita tenuta in pugno come la Juve deve o dovrebbe fare spesso. Quel blackout è pericoloso. Bisogna avere una sterzata brusca ma io ripeto che non leggo segnali diversi nè dall’allenatore, nè dai giocatori. Buffon è intoccabile e continuerà a giocare, i difensori continueranno a credere che le amnesie siano passeggere e “calcolate”, il mister continuerà a credere o fare le stesse mosse. Siamo a ottobre, niente è perduto. Ma i problemi bisogna risolverli in qualche modo, anche rischiando cose diverse, non chiedersi perchè e poi non fare nulla.
Mac, voglio chiederti una cosa, Asamoha sul rigore cosa doveva fare, attivare “l’invisibilità” e scomparire, mentre il fiorentino che è lontano un km dalla palla taglia la strada per cercare di far intravedere un fallo?
Visto quello che leggo in giro , mi permetto di scrivere anche io.:
Forse non è da star tranquilli, ma non per quel che si vede in campo, ma per quello che si ascolta fuori, appena finita, per quello che si dice ma anche per quello che non si dice o che forse è meglio non dire.
La partita di ieri è stata sicuramente strana, ha visto dopo un equilibrio iniziale, una squadra sola in campo, fino al momento che due episodi eclatanti e determinanti hanno indirizzato la partita dove nessuno poteva immaginare, è il calcio, certo.
L’arbitro fa parte del gioco, e ci può stare l’arbitro scarso e mediocre, che non è in grado di reggere botta e di andare ad arbitrare a Firenze o a Napoli o uno Juventus-Inter, così come il portiere fa parte del gioco, e ieri nello specifico sarebbe bastato un portiere di promozione per evitare che la loffa di pepito Rossi andasse dentro.
Sul 2-2, la Juventus doveva giocarsela diversamente, questo è sicuro, forse anche accontentarsi di un punticino, seppur contro una mediocre Fiorentina come quella di ieri, ma anche a livello mentale era meglio non finisse in quel modo, questo è un aspetto da analizzare nello spogliatoio e a cui cercare di dare una risposta.
Andiamo alle cose preoccupanti quelle che non si capiscono.
Antonio Conte ha giustamente glissato sull’operato di Rizzoli, l’ha presa larga parlando in modo generale e appropriato della situazione, senza concedere alibi ad un gruppo che ha le sue colpe, non accetto che invece giocatori, già campioni del mondo, si facciano mettere in mezzo da mediocri mestieranti della domenica, se non sei in grado di parlare in modo appropriato, vai nel bus a giocare con l’Ipad, caro Barzagli.
Quello che non si riesce a capire, è l’”abbiamo avuto 10’ di blackout inspegabili” perché non c’è proprio nulla di inspiegabile, è tutto molto semplice, vorrei vedere quale è la squadra oggi in Italia (solo in Italia?) che si può permettere il lusso di regalare due gol al ’70, senza raccogliere i cocci (nello specifico di ieri sappiamo chi li ha regalati i due gol) o che all’ottava giornata può vantare cinque o sei gol inventati dal proprio portiere, vorrei semplicemente ricordare, che nonostante Buffon abbiamo 19 punti su 24, dopo le prime terribili otto giornate, sennò quello che scrivevamo ad Agosto erano tutte boiate, tipo quelle che si leggono il lunedì.
Gentile MacPhisto, la sua lenzuolata coincide con il mio lenzuolino. Grazie.
LA PEGGIORE MEZZ’ORA DELLA JUVENTUS POST-FARSOPOLI
Il titolo sembra più esaustivo di qualunque altra argomentazione. Una rimonta (subita) in maniera incredibile quanto pesante da digerire. Uno stop grave. La Juventus contiana, pur con la maturità che dovrebbe avere una big, non ha saputo gestire una partita già vinta ed è già capitato (esempio Juve-Samp di una stagione fa) ma non con questa gravità. Sconfitte così, dopo aver controllato/dominato il match contro un avversario reso sterile, fanno paura perchè possono accumulare strascichi psicologici e giocare ogni 3 giorni diventerebbe una sorta di psicodramma, come quando il tifoso juventino inizia ad aver letteralmente paura della sconfitta della propria squadra pur quando conduce sul 2-0. Dopo queste sconfitte, si rischia di non aver il tempo di correggersi negli allenamenti, sia come collettivo che come singoli. E sono sconfitte dal vago sapore di fallimento stagionale. Ma siccome siamo a ottobre e non a marzo, non voglio nè oso dar retta a sintomi così disfattisti. Sono sconfitte che fanno paura perchè non si riescono a spiegare totalmente, o almeno non con i fattori evidenziati da più parti nelle precedenti occasioni. Stavolta tralascerei le fregole, le mancanze e le manie di mister Conte (basta sentire ogni conferenza stampa pre e post partita per capire che si è “bloccato” in qualità di professionista e per una grande squadra che vuole crescere, sembra sia arrivato a un limite invisibile e spero caldamente non sia così, per il bene suo e della società bianconera), i mancati cambi di modulo sia per soprendere l’avversario chiuso o per sopperire ad alcuni limiti di copertura del reparto difensivo meno feroce e attento che in passato, i limiti mentali di alcuni singoli, la scarsa gestione delle situazioni in campo (leggi cartellini gialli) da parte dell’arbitro. Cosa resta dopo una mazzata del genere? 4 gol subiti in poco meno di venti minuti che si aggiungono agli altri presi finora e alzano una media preoccupante, statisticamente e moralmente (ribadisco: in Italia chi subisce gol del genere non può ambire ad alcun primato di classifica), tutti dovuti ancora una volta a errori individuali e/o di concentrazione, già dal primo di Asamoah che ha favorito un rigore molto generoso e discutibile passando per la (ennesima) topica di Buffon sul pareggio di Rossi e finendo per gli altri due, frutto di incomprensioni, leggerezze, scarsa lucidità e attenzione, quasi un panico che quasi mai si era visto nella gestione Conte.
La trasferta a Firenze, già gara ostica e da prendere con le molle per vari motivi soprattutto storici e dell’ambiente, si era trasformata in semplice gara da amministrare dopo un primo tempo e una manciata di minuti della ripresa giocati discretamente, senza incantare, ma con la superiorità tecnica e di squadra che il campo aveva evidenziato. Poi il concentrato di errori ha stravolto l’esito, passando da felicità a sconforto, come un finale da film horror. Errori che finora si erano presentati uno per volta. Errori mentali che continuano a ripetersi senza tregua e sono un indice di un malessere interno alla squadra o magari di una crisi (se non di risultati) che è in agguato. Adesso deve prevalere la forza dello spogliatoio, la maturità di alcuni e il quid tattico-comportamentale del mister (le sue ambizioni non devono essere una ripicca contro le scelte societarie nè alibi per la squadra che va in campo, soprattutto quando lui stesso è amato dall’ambiente bianconero e soprattutto coinvolto nelle strategie in maniera totale). Si vince e si perde da squadra. E soprattutto: le grandi squadre che guardano al futuro dovrebbero cambiare e migliorarsi quando ancora le cose vanno bene. A maggior ragione dopo una batosta, per non farla diventare una disfatta cronica.
Gentile Carlo, è stato un onore per tutta la Clinica poter ospitare la sua opinione.
Un sincero grazie al mio amico Riccardo per aver qui divulgato il mio pensiero, già pubblicato dagli amici di Canalejuve.it.
Ciao!
sono fish e sono di torino!
Quest’ estate mi sono esibito in un centro turistico facendo imitazioni e improvvisando davanti a 80 persone ed è andata in maniera INCREDIBILMENTE positiva!
Ho imitato i clienti e gli istruttori del posto per 1 ora e 10 e mi sono stupito anch’ io stesso di quanto ho improvvisato e di quanto io abbia fatto ridere!
Mi hanno detto in tantissimi che sono bravissimo e che devo darmi una svegliata!
Intanto ti mando un vecchio video di prova dell’ anno scorso!
Mou era venuto molto bene!
Se vi piacciono fatemi sapere!!!
E’ un video che era una prova di un anno fa!
Su facebook sono Ale Fish!
http://www.youtube.com/watch?v=qVbRwftXQ-w da vedere sopratutto mourinho!!
e
http://www.youtube.com/watch?v=8EYrrXXJtVk
Ciao!
fish
Del mio amico Carlo Vassotto.
Lui sì che avrebbe dovuto fare il giornalista di professione….
Il miglior articolo che abbia letto sull’argomento, e non solo perchè lo condivido, ma perchè è sano, calato nella realtà ed onesto intellettualmente. Un semplice articolo giornalistico, per l’appunto….
http://www.canalejuve.it/news/pausa-di-riflessione-101104
Un week-end di relax, a metà strada tra l’inaspettata doppietta di un Bendtner rivitalizzato dalla reattività non proprio fulminea di Balzaretti e Buffon, e l’Armenia da battere per diventare teste di serie al Mondiale. Un’occasione per riflettere sugli argomenti che hanno riempito la sosta di campionato dedicata agli ultimi impegni azzurri in ottica Brasile 2014.
Da Vinovo filtrano notizie di esperimenti tattici promossi da Conte favorito dall’aver avuto a disposizione tutto il reparto d’attacco. Suggestioni di centrocampo a rombo con Vidal trequartista, prove di nuove strategie per rendere meno prevedibile il gioco offensivo juventino zavorrato dalla carenza in rosa di esterni di qualità. Il Mister lavora meticolosamente, finora ha fatto miracoli, gli auguriamo di avere altre intuizioni vincenti per lucidare le bocche da fuoco bianconere.
Il tema più intrigante degli ultimi giorni, però, è stato indubbiamente quello della cosiddetta discriminazione territoriale, scritta sugli striscioni o gridata nei cori delle curve nei nostri stadi. La squalifica di San Siro (poi sospesa) a seguito di fantomatiche violazioni delle regole relative da parte di sostenitori milanisti presenti nel settore ospiti dello Juventus Stadium ha dato il là ad un tourbillon di discussioni tale da far reagire immediatamente e in concreto i vertici dell’italico calcio, solitamente lenti e spesso incompetenti di fronte al sorgere dei problemi. E’ stato solo il peso politico di Galliani ad aver inciso sulla prontezza delle decisioni assunte? Ci sarebbe stata la stessa sensibilità se la società danneggiata non si fosse chiamata Milan? Il dubbio è legittimo ma, in fondo, subito superato dalla decisione di alcune tifoserie di andare oltre ad ogni faziosità e di fare fronte comune nel protestare contro il modo di sanzionare il comportamento del pubblico o di sue frange più rumorose e, per così dire, “intraprendenti”.
Abbiamo così potuto leggere dichiarazioni di solidarietà espresse dalle curve di Napoli, Inter e Juventus ai fans rossoneri colpiti dal provvedimento di chiusura del loro stadio. Particolarmente significative soprattutto quelle dei napoletani, bersagli designati di quei cori captati a Torino dagli 007 federali e, in tutta sincerità, sfuggiti a tutti (anche a me presente sugli spalti) ma curiosamente confermati dai capi degli ultras milanisti, consapevolmente autori delle vietate esternazioni con la precisa volontà di sollevare in modo eclatante la questione e portarla all’attenzione generale.
Una ribellione ultrà, dunque, una sfida aperta a chi governa il calcio a non esagerare con divieti e sanzioni, confermata dal tam-tam mediatico scatenatosi per invitare tutte le tifoserie a intonare gli stessi cori e che ha già raggiunto lo scopo di costringere alla revisione dei regolamenti in merito.
Detto che il mondo ultrà non meriterebbe troppo ascolto per i molti, intollerabili eccessi di cui si è più volte reso protagonista, nello specifico non dispiace che la sua alzata di scudi abbia prodotto un immediato risultato. Se infatti la lotta al razzismo è intento lodevole e doveroso, la complicazione tutta italiana della discriminazione territoriale suona come ingestibile orpello di una materia già di per sé delicata (come si può chiudere uno stadio intero per le presunte colpe di un esiguo manipolo di individui andati in trasferta?). Inoltre, non va dimenticato che lo stadio non è tradizionalmente luogo adatto ad educande e che il contesto pseudo goliardico in cui si inseriscono certi cori è tale da non dover leggere alla lettera il loro contenuto. Corbellerie del tipo “Firenze (o Milano, o Torino) in fiamme”, “O Vesuvio lavali col fuoco” e tante altre similari, sono più che altro pessimi modi di esprimere un acceso antagonismo sportivo, ai quali però i tifosi stessi (come provato stavolta dalla solidarietà napoletana) attribuiscono il valore del semplice sfottò, per quanto pesante e mal formulato, brutte abitudini che vanno stigmatizzate ma che fanno comunque parte del gioco e non possono portare ogni volta a provvedimenti di squalifica dei campi, pena la chiusura permanente degli impianti.
E’ questo che vogliamo?