Qui si parla di libri. Il titolo l’ho rubacchiato a Umberto Eco e al suo “Costruire il nemico”. Libri di avventura, di amore, di sport, di calcio, di calci. Cronache di storie e storie di cronache. Nessun genere è pre-cluso o post-cluso. I libri sono mondi che ci rendono grandi o piccoli in base a come li navighiamo.
Chi comincia?
Gentile Fiorentino, per me è un onore che lei sia più in sintonia con il gentile Axl Rose.
Lei scrive: “Il magistrato è una professione come tante altre”. Per me no. In rapporto soprattutto con la politica e i politici. Soprattutto in Italia, poi. Per me il magistrato è un servizio, una missione che non può essere mischiata. Ma, ripeto, non sono spacciatore di pensiero unico: al massimo, di pensieri.
Mi faccia pure quel nome, le risponderò più tardi. Grazie.
Sig. Becantini, sta confermando quello scrivevo prima, lei vuole condannare “all’ergastolo professionale” un uomo che ha preso una decisione in una fase “iniziale” della sua vita e a quella deve rimanere vincolato vita natural durante.
Gentile Beccantini, ho letto la sua risposta.
Da questo punto di vista mi sento più in sintonia con Axl rose(30 sul campo).
Il magistrato è una professione come tante altre. In Parlamento ci sono sempre stati uomini e donne che, prima di entrare in politica, nell’altra vita sono state medici, avvocati, giornalisti, professori universitari delle più svariate materie, eccetera eccetera. Quante volte si sono accusati questi o quei poltici di essere, appunto, dei politici di professione, ma non nel senso weberiano del termine, bensì per rimarcare che nella loro vita non hanno fatto altro?
A me preoccupano di più quelli che si scendono-salgono in campo e cambiano opinione per questioni di comodo, per compiacere chi li ha messi in lista. Vuole, in tale senso, l’esempio di una persona che lei sicuramente conosce?
Vado, Pazienti. Buon appetito a todos. Grazie delle visite.
Aggiungo, gentile Axl Rose. Certo, un magistrato è un uomo: e libero, naturalmente. Tanto libero che, per me, se sceglie di fare il magistrato, sa anche e soprattutto di dover scegliere – liberamente – di non poter fare altro.
Gentile Axl Rose, rispetto in toto la sua opinione, ma se sono un magistrato non scendo in politica. Non si tratta di libertà negata o limitata. Nessuno punta la pistola alla tempia a un aspirante magistrato, scrivevo.
Aggiungo. Un magistrato è prima di tutto un uomo, quindi le sue idee politiche le ha, scenda o meno in politica, le manifesti o meno, quindi se si partisse dal presupposto che emette le sue sentenze in base alle sue idee politiche sarebbero tutte in malafede………………a prescindere.
Non sono d’accordo sig. Beccantini. Solo un diamante è per sempre. Nessuno deve vivere e fare le sue scelte in funzione dei giudizi degli altri. Per un magistrato, non poter fare la scelta dell’impegno in politica solo perchè questo farebbe rileggere in maniera diversa sue sentenze, emesse in passato, sarebbe una limitazione della sua liberta’. Non si puo’ condannare “all’ergastolo” un magistrato, anche se è stata una sua libera scelta quella di intraprendere quella carriera. Poi, sig. Beccantini, lei mi insegna, che in Italia tutte le sentenze sono giuste per chi ne trae vantaggi e sbagliate per chi è danneggiato, indipendentemente dal fatto che poi il giudice che l’ha emessa scenda o meno in politica.
x IL Primario. Sono sullo stesso suo avviso. Un magistrato non può fare il politico e già il semplice fatto che quell’idea è nei loro pensieri, mi da l’idea della tanta poca parzialità che hanno usato durante la loro carriera di magistrati. Non mi convincono, come del resto nella politica di questi tempi non mi convince niente…A che serve votare? LittleLions
Oh Beck, su questo invece sono d’accordo. Alla lettera.