Qui si parla di libri. Il titolo l’ho rubacchiato a Umberto Eco e al suo “Costruire il nemico”. Libri di avventura, di amore, di sport, di calcio, di calci. Cronache di storie e storie di cronache. Nessun genere è pre-cluso o post-cluso. I libri sono mondi che ci rendono grandi o piccoli in base a come li navighiamo.
Chi comincia?
no non pagano solo l’IVA Ric, c’è una vera tassa di import per i prodotti extra cee se non prodotti in un paese cee………
Pagano l’Iva che non è un vero e proprio dazio. E poi la Cina ha Honk Kong, mantenuto porto franco, e si per certo che lì succede tutto di più. (comunisti, mica scemi..) Ma il punto, come sempre è centrare il problema, unito a quanto hai aggiunto.
ah, non è solo quello, è una visione semplicistica e distorta…. intanto i prodotti dalla Cina, ad esempio, le tasse d’importazione in Italia le pagano, così come quelli coreani etc………..
tranne quelli prodotti fisicamente in Europa… e la cosa vale al contrario…………
semmai il problema principale si pone con la concorrenza ( a basso costo) proprio tra i Paesi della CEE stessa……….
poi c’è un problema SERISSIMO di cambio col dollaro, il prodotto europeo e, soprattutto italiano, di medio bassa tecnologia non è più competitivo fuori dall’area euro perché il tasso di cambio col dollaro è largamente sfavorevole……. solo col cambio infatti balla un 27-30% a favore di un prodotto di area dollaro (non necessariamente prodotto in usa) ma anche in asia o in centro sud america………
i governi europei son contenti xché l’euro forte abbassa la bolletta energetica, ma uccide le esportazioni…………
I 5 STELLE HANNO PERFETTAMENTE RAGIONE
IL CONO GELATO GLOBALE È AVVELENATO
Qualcuno di voi ripristinerebbe la pena di morte soltanto perché il papà di tutti quelli che la aborriscono, Cesare Beccaria, è “vecchio”?
Se un’idea espressa nel 1764 (anno di pubblicazione di “Dei delitti e delle pene”) è saggia, lungimirante e tuttora condivisibile, voi tornereste alla ghigliottina in piazza e al boia soltanto perché l’abolizione della pena di morte è frutto del pensiero di un vecchio illuminista rincoglionito, uno che oggi avrebbe 250 anni?
Mi auguro di no. Eppure su quella bilancia invisibile che pesa idee e parole, valutando quali sarebbero in marcia verso il progresso e il futuro dell’umanità e quali invece sarebbero polverose e desuete, globalizzazione è “in” e la parola dazio è “out”.
Domanda: centinaia di piccoli imprenditori italiani suicidi, migliaia e migliaia di aziende fallite, centoventi milioni di europei caduti in povertà, cosa sono “in” o “out”?
Stavolta hanno ragione piena i 5 Stelle e sposo convinto la loro battaglia, anche perché saranno vent’anni che, nel mio piccolo, lo scrivo e lo ripeto in tutte le salse.
Se due Paesi producono la stessa merce e uno dei due usa gli schiavi e la distruzione del territorio, per chi come noi ha raggiunto delle conquiste dopo secoli di battaglie sociali e ambientali non c’è possibilità alcuna di competere. Ha perso in partenza. I suoi prodotti costeranno sempre di più dei concorrenti.
Come propongono i 5 Stelle: “Se in un Paese non ci sono protezioni sociali per i lavoratori e questo vuole esportare in un altro dove ci sono, dovrà pagare dazio fino a un riequilibrio dei costi di produzione. Altrimenti vengono di fatto istituiti vasi comunicanti della schiavitù nel mondo e, in nome della concorrenza, sono aboliti nel tempo tutti i diritti dei lavoratori. (…) Non possiamo giocarci la nostra economia e tanto meno le tutele per i lavoratori in nome della globalizzazione selvaggia.”
Se ai signori liberisti con i soldi degli altri la parola dazio disturba, l’unica alternativa che mi viene in mente è una task force altrettanto globale. Una sorta di caschi blu dei lavoratori del mondo, che una volta stabiliti dei parametri di welfare e salario minimo per tutti, possa intervenire a sorpresa (come da noi fa la guardia di finanza) nella più remota azienda cinese o dei Balcani, per fare rispettare i parametri globalmente stabiliti. Perché pari diritti senza pari doveri non è globalizzazione, è solo aver reinventato il Medioevo.
Riempirsi la bocca di parole da anime belle come Europa unita o globalizzazione, senza prima aver fatto gli europei e senza aver prima aderito tutti a una carta globale dei diritti dei lavoratori, non è progresso è barbarie. Se sul fronte dell’Europa unita abbiamo istituito una nuova monarchia dispotica, quella delle banche, su quello della globalizzazione abbiamo reintrodotto lo schiavismo. Il padrone più dispotico di tutti (quello che paga meno di un dollaro al giorno i suoi operai) vince e prende tutto.
Quand’ero bambino guardavo i grandi dal basso in alto. Con la maturità mi sono reso conto, a malincuore, che in alto non ci sono quasi mai seduti i grandi, ma persone spesso incompetenti, in molti casi delle vere e proprie bestie da terza elementare.
A chi non piace l’Europa unita e senza guerre? A chi non piace un mondo interconnesso dov’è possibile vendere i nostri prodotti a tutti in tempo reale? È come dire: a chi non piace il gelato? Ma così come stanno le cose, Europa unita e globalizzazione non mi fanno pensare al futuro ma al Seicento, quando un oscuro signore napoletano, un bel giorno, s’inventò il cono gelato. Costui girava per Napoli favoleggiando sulla sua grande idea e tutti i napoletani già si leccavano i baffi.
Fatto sta che quel tizio fantasioso di mezzo millennio fa (sarà esistito certamente) bene che vada sapeva fare il cono nel senso di cialda biscottata o wafer, ma non aveva la più pallida idea di come fabbricare realmente il gusto al cioccolato, alla vaniglia o al pistacchio, né di come solidificarlo e raffreddarlo, perché il prodotto finito se ne stesse in forma di pallette sul biscotto medesimo a lasciarsi leccare.
Quando i napoletani capirono che il tipo gli aveva messo solo l’acquolina in bocca, si rivoltarono, lo presero tutti a calci nel culo e lo cacciarono fuori dal regno.
Ogni sera, prima di addormentarmi, prego che ci si risvegli tutti e si faccia lo stesso a un G8 o un G20 (il forum dei ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali). Perché, in quanto a globalizzazione e Europa unita, siamo messi come quel gelataio immaginario lì.
Proprio non capisco come si possano lasciare i 5 stelle a combattere da soli questa battaglia che deciderà le sorti del mondo.
(Diego Cugia-Jack Folla)
Ho letto una raccolta di poesie di Emily Dickinson e mi è piaciuta molto. Un po’ meno la traduzione……troppo libera a volte……comunque grande poetessa.
Per gli appassionati di montagne : http://www.repubblica.it/cultura/2014/07/25/news/k2_la_verit_60_anni_dopo_compagnoni_e_lacedelli_erano_a_corto_di_ossigeno-92343738/?ref=HREC1-6
CHE PALLE! (una volta tanto che avevamo cavato il fumo dai locali pubblici) : http://www.corriere.it/cronache/14_luglio_22/nuova-sigaretta-elettronica-che-si-fumera-luoghi-pubblici-b2f6e15e-1165-11e4-affb-3320a03d21e8.shtml
Gentile Lex, grazie di cuore!
Beck voglio consigliarti un libro che sono quasi sicuro che ti piacerebba: “Nella pelle del leone” di Michael Ondaatije.
Per MacPhisto : ma proprio per niente mi è piaciuto il Poe poeta.