Qui si parla di libri. Il titolo l’ho rubacchiato a Umberto Eco e al suo “Costruire il nemico”. Libri di avventura, di amore, di sport, di calcio, di calci. Cronache di storie e storie di cronache. Nessun genere è pre-cluso o post-cluso. I libri sono mondi che ci rendono grandi o piccoli in base a come li navighiamo.
Chi comincia?
Per Luca G. : premesso che per me qualunque cittadino ha il diritto di candidarsi alle elezioni di qualsiasi tipo (lo dico da osservatore), i grillini già litigano tra di loro….
Le proiezioni lasciano il tempo che trovano….
Pensare che il movimento di Grillo possa diventare un partito è come pensare che i “geni” della Bocconi siano mai entrati in un’azienda. Che è un po’ come pensare che Marotta capisca di calcio….
Amministrare una città non è semplice. Non basta dire vaffanculo di qua e vaffanculo di là……intanto vediamo cosa fa con le municipalizzate (se incomincia a segare stipendi e a privatizzarle)….quelle sono uno scoglio duro da superare…..
Io penso che rimarrà una parentesi naif sulla falsariga dei Pirati naif di una città naif – e STUPENDA! – come Berlino (dove peraltro il sindaco comunista – e non socialdemocratico! – ha preso alcuni provvedimenti da Lega…..però tutti zitti…..sssst!…..che non si deve sapere…..come quando Zapatero mandò i parà a Ceuta e Melilla…..sssssttt!……).
Poi è chiaro, se i grillini superano la prova (da semplice movimento a partito) tanto di cappello e ben vengano!
Lex, Ezio, avete sicuramente letto della legge ad hoc per impedire a Grillo di prendere soldi pubblici, la cosa che più mi ha colpito è che la proiezione relativa alle prossime elezioni, sarebbero 100 milioni di € circa, spettanti al Movimento di Grillo, poi si chiedono perchè la gente li vota.( Il movimento aveva già rifiutato in passato tra l’altro).
Sarà anche Demagogico, ma non ci vuole molto a fare il demagogo con questi dinosauri magnoni.
POVERI NOI!!
Buona caccia, Ghost Dog, e buona lettura.
Solo dalla lettura dell’opera di Facchinetti ho ricavato spunti per acquistare testi di Kuper, Brera e Raffaeli e tanto mi basta per qualche settimana a livello agio-bibliografico.
Ciò che mi lascia pensare è l’editing a livello sportivo-giornalistico in Italia.
Ad esempio (tette e gossip) non credo che per salvare il mensile MAX basti consegnarlo nelle mani della Gazzetta. Rcs poteva pensarla diversamente così come ha recuperato L’EUROPEO elevandolo.
Ci sono margini per creare periodici sportivi di livello in Italia.
Il Guerin Sportivo, con la cadenza mensile, ha ritrovato splendore anche se lo preferirei con più approfondimenti e reportage e maggior foliazione, ovviamente, scollegandolo pure dai risultati di gioco parziali.
Ghost Dog, rispondo anche a “Studio”, da lei citato: perché su Linea Bianca e dintorni ci sono (c’erano) poche tette, anzi nessuna.
Vero, Ghost Dog: a quei tempi il gossip era zero, c’era molto più interessa per la tattica e la politica sportiva, con gli eccessi chesempre hanno caratterizzato i rapporti quarto potere-primo potere. Brera e Palumbo si azzuffarono per Rivera, oggi ci si azzufferebbe per la donna di Rivera.
Un gran bel resoconto quello di A.Facchinetti nella “Battaglia di Santiago” (Urbone publishing)
Però getta una luce sinistra sui metodi del giornalismo sportivo.
Due citazioni che valgono per tutte.
“È sconcertante il potere che viene lasciato a una persona, quando scrive sui giornali!”
(Amos Ferrini Vs Gianni Brera riguardo pesanti accuse di doping)
“Il giornalismo sportivo di quegli anni aveva uno strano stile: i
giornalisti non erano testimoni terzi degli eventi, ma volevano
governarli e determinarli. E misuravano il proprio prestigio dagli
effetti che le loro pressioni facevano sui pressati. (Il) direttore
della Gazzetta dello Sport, pretendeva di orientare la politica
della Federcalcio e del Coni, (la) prima firma del Giorno pretendeva
di orientare le scelte tecniche e tattiche degli allenatori, (la)
prima firma del Messaggero pretendeva anche lui ma non aveva un peso
nazionale. Insomma, c’era una gran confusione di ruoli e troppa
pappa-e-ciccia fra gli attori della rappresentazione e i critici che
non stavano sempre seduti in platea, ma qualche volta andavano a
tramare anche nei camerini. Storie che oggi fanno sorridere”.
(Gianni de Felice in risposta ad Antonio Ghirelli)
Adesso vado alla ricerca di quegli articoli di Guido Gerosa sulla querelle calcistica Brera-Palumbo
Da rivista STUDIO n.8 MAG-GIU 2012
BLIZZARD
THE FOOTBALL QUARTERLY
«”The Blizzard” è nato in un pub, il Fitzgeralds a Green Terrace per essere precisi, quella notte del 2010 quando il Sunderland batté il Bolton 4 a 0». Non è l’incipit di un romanzo, ma l’editoriale di presentazione dell’editor Jonathan Wilson, leggibile nella sezione About Us di http://www.theblizzard.co.uk . “The Blizzard” è appunto la sua creatura. Per quanto riguarda le altre coordinate: Green Terrace è un quartiere di Sunderland, una delle città più settentrionali dell’Inghilterra, e la partita a cui si fa riferimento si è giocata il 9 marzo, Premier League, il Bolton era in dieci uomini e Darren Bent segnò una tripletta. Da quel momento sono usciti quattro numeri del trimestrale inglese (5, in effetti, con l’”edizione zero” – ndt), uno dei prodotti più pregevoli dell’editoria indipendente sportiva. L’editoriale di Wilson (che è anche columnist del “Guardian”) parte da un’analisi che da queste parti conosciamo bene: «Era da tempo che mi sentivo frustrato dai legacci dei media mainstream, e mi sono reso conto che non ero l’unico a pensare che mancava qualcosa nel giornalismo nel suo complesso; serviva più spazio a pezzi approfonditi, reportage dettagliati, storie e analisi».
Così, semplicemente, ha visto la luce il quarterly sportivo semplice, pulito, ordinato, a suo modo rivoluzionario. Il tiki taka analizzato come una corrida de toros, un racconto dei campionati interni dei campi di concentramento durante la Seconda Guerra Mondiale, un lunghissimo racconto dell’ultima Coppa d’Africa fianco a fianco con lo Zambia, la storia dietro i più famosi completi di sempre (c’è anche un curioso aneddoto sulla maglia dell’Italia del 1938), sono alcuni esempi dei pezzi presenti su “The Blizzard”. Parole preziose e pennellate con precisione, nel mare magnum della narrativa sportiva più retorica. In più, “The Blizzard” è acquistabile con formula “pay-what-you-like”, sia in modalità cartacea (consigliata, sono circa duecento pagine ed è il tipico prodotto da collezione), sia su iPad o iPhone. Non c’è, dichiaratamente, una precisa linea editoriale: «ecletism is the key» è un altro motto di Wilson: la qualità della scrittura, come unico collante, è più che sufficiente. Anzi, forse il migliore.
Nota a margine:
A proposito di pubblicazioni calcistiche scritte bene e disegnate meglio: cosa stiamo aspettando? Come mai in Italia, che di pallone si nutre quotidianamente in modo vorace e che ha nel bel design un elemento fondante del proprio Dna (…), non riusciamo a tirare fuori prodotti degni di nota? (la “fu” Linea Bianca ed il GS? – ndt) “The Blizzard” è un esempio, piccolo e forse non profit certo, ma sappiano i grandi editori in cerca di affari che di esempi ben fatti eppur mainstream è pieno il mondo: So foot, 4-4-2 (che fine ha fatto?) e molti altri (ved. pure lo spagnolo “Panenka” – ndt). Noi, e i nostri amici al bar, li compreremmo e li leggeremmo volentieri. In Italiano, sì.
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Sottoscrivo tutto
Ezio, rilancio lo slogan che, adeguato a ogni categoria – di politica, di sport, di lavoro, di giustizia, eccetera – fotografa l’Italia e mi ha reso famoso presso… me stesso.
Gli italiani sposano le regole e vanno a letto con le eccezioni.
Tutto il resto è conseguenza.
I cosiddetti “costi” della politica sono ovviamente finanziamenti per arricchire, o da distribuire a pioggia ai famigli e ai peones, dati pubblicamente anzichè dai privati (come succede negli States ad esempio…) Il motivo ufficiale addotto? Evitare condizionamenti……. (sic!)
Anselmi, Jotti e compagnia cantante….. pregi e difetti, ma altra statura e spessore umano, culturale e politico.
Sulla classe imprenditoriale e dirigenziale dell’industria italiana degli ultimi 25/30 anni meglio stendere un velo. Non per pietà, ma per soffocarli. Fate le debite eccezioni, che indubbiamente esistono.