Qui si parla di libri. Il titolo l’ho rubacchiato a Umberto Eco e al suo “Costruire il nemico”. Libri di avventura, di amore, di sport, di calcio, di calci. Cronache di storie e storie di cronache. Nessun genere è pre-cluso o post-cluso. I libri sono mondi che ci rendono grandi o piccoli in base a come li navighiamo.
Chi comincia?
Lex
Non sapevo fosse stato tradotto in italiano.
Non e’che punto gli orientali,per dire ho appena finito widow for one year del grande John Irving.
@Alex : non li conosco. Sono andato a leggere un po’ le biografie….punti abbastanza verso quel genere di scrittori, orientali o con origini orientali, tipo Hanif Kureishi o Amitav Gosh che mi sembra avevi suggerito tempo fa…
“Cutting for stone” tradotto “La porta delle lacrime”…..
Cutting for stone di Abraham Verghese.
L’ultimo uomo nella torre di aravind adiga
White tiger di aravind adiga.
,e ci mancherebbe Lex, è che ho sempre notato una avversione da parte dei puristi nei confronti del,kindle e di chi legge su Kindle, come se ledessimo chissà quale maestà . Io mica avverso chi continua a preferire il cartaceo….sto leggendo i ritratti in ordine sparso, con qualche difficoltà perché di tanti nemmeno conoscevo l’esistenza, di altri ancora mai letto niente, (di qualcuno si eh) ma è anche occasione di approfondimento ed ampliamento della conoscenza. Il ritratto di Pound ricordo di averlo letto, quindi c’è…(pure di Marx eh, prima che i sinistri si inquietino…)
@Riccardo Ric : Io non è che sia contrario al Kindle di principio, è che non mi ha entusiasmato….E’ che tra scaricare un file in una libreria virtuale e possedere un libro cartaceo (soprattutto le vecchie edizioni e i fuoricatalogo)….
Detto questo probabilmente la lettura elettronica sarà il futuro (nonostante i miei preconcetti puristi).Credo sia solo questione di abitudine.
Di quelli citati nella prefazione ho letto quasi tutti (ma ovviamente non tutto). Nel libro per caso parla anche di Pound e Burroughs?
@Beck : bello l’aforisma.
Consiglio “La dittatura del terzo like”, di Alvise Cagnazzo. Un libro snello e profondo sul rapporto perverso tra umanità , informazione e web. Si legge tutto d’un fiato e si placa la sete.
Gentile Riccardo Ric, grazie per la segnalazione. Marcello Veneziani mi piace molto, ho letto alcuni suoi libri. Adoro un suo aforisma tra rotonda-semaforo: la rotonda significa responsabilità , il semaforo autorità .
Imperdonabili: cento ritratti di maestri sconvenienti. Marcello Veneziani. Marsilio Editori (disponibile anche su kindle ed i puristi non rompano le palle, di una comodità rivoluzionaria, per leggere)
…
Cosa accomuna Dante e Oriana Fallaci, Walter Benjamin e Yukio Mishima, Julius Evola e Umberto Eco? Ripensando alle voci che più lo hanno influenzato, Marcello Veneziani ha costruito un affascinante itinerario attraverso idee, opere e autori. Gran parte di questi può essere ricondotta a una particolare famiglia definita da Cristina Campo degli «Imperdonabili»: irregolari del pensiero che non si accontentarono del loro tempo, ma lo contraddissero, spesso creando nuove visuali o attingendo a tradizioni più antiche. Percorrendo ambiti diversi – dalla filosofia alla letteratura, fino al grande giornalismo –, si raccontano tratti salienti, aspetti intriganti, sguardi e vite di ciascuno di questi maestri. Dai giganti, come Machiavelli e Schopenhauer, alle intelligenze pericolose di Michelstaedter e Heidegger; dagli spiriti inquieti di Wilde e Chatwin a Pirandello e Arendt, sismografi di un’epoca; dalle penne di Kraus e Guareschi, che hanno lasciato il segno, alle presenze oniriche e alle assenze profetiche di Goncarov e Zambrano: un ideario coerente, ma non organico, in cui si riflette la sensibilità di un conservatore curioso, a tratti reazionario, che ama la tradizione e pratica la ribellione, in rivolta contro le dominazioni della contemporaneità . Un atlante di figure, scritture e pensieri(prefazione ufficiale)
https://youtu.be/n9oQEa-d5rUBuona nottata a tutti
@Beck : DFW non è facile come tutti i postmodernisti americani. “La scopa del sistema” è stata la sua tesi di laurea, e non ne parla molto bene nella lunga intervista-confessione a Lipsky. “La ragazza dai capelli strani” mi è piaciuto, somiglia molto a “Atti innaturali, pratiche innominabili” di Barthelme, ma più “accessibile” di quest’ultimo.