Qui si parla di libri. Il titolo l’ho rubacchiato a Umberto Eco e al suo “Costruire il nemico”. Libri di avventura, di amore, di sport, di calcio, di calci. Cronache di storie e storie di cronache. Nessun genere è pre-cluso o post-cluso. I libri sono mondi che ci rendono grandi o piccoli in base a come li navighiamo.
Chi comincia?
rido, Beck, per fortuna non provo gelosia. IO ho parlato per primo dell’autore del “bar”, e relativo romanzo che adesso è diventato un film (voto 6,5, al film, ma non era facile….) difatti Causio riprende un mio commento. E lei risponde a lui e non a me
Gentile Causio, buon giorno. Concordo sulla grandezza del “Bar” e del suo autore.
è in uscita il film The Tender Bar, film tratto dal romanzo “il bar delle grandi speranze” di J.R. Moehringer. Ho trovato il romanzo un capolavoro, e lo scrittore è colui che ha scritto l’eccezionale autobiografia di Agassi, titolata “Open”
Scritto da Riccardo Ric il 5 gennaio 2022 alle ore 13:38
Avevo già sentito parlare di questo libro, ed anch’io ho trovato travolgente OPEN, annoto e leggo
ovvia, dopo l’ennesima risposta del beck alla solita domanda sul medesimo argomento vediamo se Alessandrino la pianta e se ne va a dormire tutto contentino della considerazione ricevuta, assieme alla medaglina da bravino cittadino….
Gentile Alessandro, buona sera. Scusi per il ritardo. Anch’io non chiedo mai, alle persone che incontro per diporto o per lavoro, se sono vaccinate o meno. Penso che il vaccino sia una corazza contro il covid ma non, come vorremmo, la spada che trafigge il drago. Diffido dei virologi da tastiera. Leggo con parsimonia i numeri perché, secondo la massima di Gregg Easterbrook, giornalista e scrittore made in Usa, «se li torturi abbastanza a lungo, confesseranno qualsiasi cosa».
La mia referente «virtuale» è la dottoressa Ilaria Capua. Non capisco coloro che evitano il vaccino, ma li rispetto. Le grandi epidemie non ci rendono necessariamente migliori. Ci «spogliano». Ci tolgono la maschera proprio nel periodo in cui ci costringono alla mascherina. Fermo restando che, come le avevo già scritto, a 71 anni, figlio unico senza figlio, sposato, posso concedermi «lussi» che altri, meno fortunati di me sul piano professionale, non possono concedersi.
Patetica,secondo lei.Io l’ho trovata condivisibile e comunque rispetto la sua opinione.Buona giornata
Gentile Bartok, ho fatto ieri la terza dose , dopo aver fatto molecolare il giorno prima, essendo stato convivente con dei positivi, rispettando le disposizioni del raccattato Mnistro Speranza. Totale prudenza. Quindi sono in perfetta buona fede quando penso e scrivo che quella lenzuolatona del bravino cittadino alessandrino che desidera la medaglina al valore, è patetica e fuori luogo.
Signor Riccardo,Alessandro ha pubblicato su questo spazio,dedicato alle idee, il suo modo di vedere la situazione pandemica.Non poteva farlo?I libri sono vedute o racconti di chi le scrive e Alessandro ha esposto il suo pensiero,a proposito di democrazia.Bravo Alessandro
Qui si parla di libri. Il titolo l’ho rubacchiato a Umberto Eco e al suo “Costruire il nemico”. Libri di avventura, di amore, di sport, di calcio, di calci. Cronache di storie e storie di cronache. Nessun genere è pre-cluso o post-cluso. I libri sono mondi che ci rendono grandi o piccoli in base a come li navighiamo.
Chi comincia?
…
Di libri, non di vaccini. (Mai letta una lenzuolata così intrisa di buonismo da quattro soldi…)
Buona sera, gentile Beccantini.
Non ho l’abitudine di chiedere alle persone che incontro se sono vaccinate. Non mi piace, lo trovo un comportamento invadente. Se me lo dicono loro, con spontaneità, che si sono vaccinate, mi sta bene, altrimenti preferisco non saperlo. Queste sono anche cose personali e pertanto, siccome abbiamo a che fare con questioni sensibili legate alla salute, ritengo che sia preferibile salvaguardare la riservatezza. Mercoledì 12 gennaio, nel pomeriggio (appuntamento alle ore 15,23), mi sono recato al centro vaccinale che c’è al parco del Valentino, qui a Torino, per sottopormi alla terza dose. Convintamente, serenamente, senza paure. Ovviamente, zero dolore al momento della puntura, anzi dell’ago non me ne sono neppure accorto. Qualche ora più tardi, solo un leggero fastidio al braccio, svanito il giorno dopo. Tutto nella norma, nessun problema. Vengo al punto. Devo premettere che il vaccino non l’ho fatto tanto per me stesso. Ora le confesso una cosa che può sembrare stravagante: al sottoscritto, della propria persona, interessa il giusto, cioè poco. Non mi prenda per pazzo, per me è davvero così. Mi interessa parecchio, questo sicuramente sì, la collettività. Mi sono vaccinato perché come cittadino mi sono sentito in dovere, al pari di milioni di italiani volonterosi, di dare il mio contributo affinché tutti noi, insieme, si possa uscire da questa disgrazia che ci tormenta da due anni. Con l’argomento Covid, lo ammetto, ormai da tempo ho raggiunto lo stato di saturazione. Mi sono stancato delle dotte analisi dei virologi-infettivologi-immunologi (nulla contro di loro, ci mancherebbe), ma anche delle chiacchiere al vento di tutti quei politici, filosofi, giornalisti, scrittori e opinionisti vari che si prodigano a piegarci, in alcuni casi in modo odiosamente paternalistico, cosa dobbiamo fare e cosa no, cosa è giusto e cosa è sbagliato e cosa ci aspetta nelle nostre vite da qui al 2028 o magari anche oltre. Per non parlare di quei moralisti un tanto al chilo che, contenti loro, si divertono a dare la caccia all’untore, a cercare i colpevoli su cui scatenare la propria rabbia. Per proteggere la mia salute mentale mi limito a dare uno sguardo al bollettino di guerra giornaliero che viene diffuso quotidianamente nel tardo pomeriggio. Alludo ai dati della pandemia. Credo di avere imparato a leggerli, a interpretarli. Se non proprio in modo correttissimo, almeno quel tanto che basta per farmi un’idea di massima. Sono sconfortato, amareggiato, deluso. Dopo tutti i doverosi sacrifici che ci sono stati imposti e dopo un anno di vaccinazioni, dove il nostro paese ha risposto molto bene, trovarci ancora in questo stato, con alcune regioni italiane che ritornano a colorarsi, lo tovo avvilente. Avvilente almeno quanto discutere con persone anti scienza (un paio le conosco personalmente) che ancora credono che il vaccino sia pericoloso e, chiaramente, da loro vissuto più come un problema piuttosto che come una soluzione. Lei come sta vivendo questa situazione?