Qui si parla di libri. Il titolo l’ho rubacchiato a Umberto Eco e al suo “Costruire il nemico”. Libri di avventura, di amore, di sport, di calcio, di calci. Cronache di storie e storie di cronache. Nessun genere è pre-cluso o post-cluso. I libri sono mondi che ci rendono grandi o piccoli in base a come li navighiamo.
Chi comincia?
Personalmente sono totalmente d accordo nell,inviare armi alla Ucraina, ma trovo profondamente ipocrita, anzi, da veri e propri pezzi di merda, continuare a versare, come Europa, un miliardo di Euro al giorno a Putin per gas e petrolio. Ultima , la decisione dj pagare il gas in rubli, così come richiesto da Putin. Siamo noi che stiamo facendo resistenza col culo degli ucraini, al calduccio, o al frescuccio dei condizionatori, delle nostre abitazioni. Non Orsini.
In parte. Ha parlato anche dei misfatti sanguinosi di Putin in Cecenia ed ha spiegato, da un punto di vista sociologico, come Putin goda di vastissimo consenso in Patria. Ma è vero, come ho scritto, che ha calcato troppo la mano contro la NATO e L Occidente e gli USA. Ad un certo punto sembrava che fosse la NATO ad aver invaso L Ucraina e non il contrario. Ma sono riflessi incondizionati dettati dal doversi schierare, o con Putin o contro Putin, ed ogni approfondimento, analisi, riflessione viene vista come debolezza. Ma in effetti non ha “difeso Putin”, bensì ha criticato L Occidente. Ed una sua riflessione mi trova d accordo “capire le cause della guerra è necessario per arrivare alla pace”. E poi nei suoi confronti è scattato il meccanismo di sempre “ O la pensi così in tutto e per tutto e nemmeno accenni ad una piccola obiezione oppure sei, a seconda del tema, fascista o razzista o sessista od omofobo o no vax o pro Putin….” E quando vedo questo meccanismo, nonostante penso anche io che oramai ci “marci” un po’, mi ribello. E quindi sono andato ad ascoltarlo…e non ne sono pentito perché comunque sono emersi spunti di riflessione interessanti
Riccardo.
Secondo me Orsini è un gran furbo. Uomo intelligente, di cultura, però sulla Russia è troppo reticente. Ha capito che le sue opinioni fuori dal coro scatenano polemiche e su questo aspetto, da tre mesi, ci marcia sopra alla grandissima, col risultato che spesso si finisce col parlare di lui anziché della guerra. Penso che il dramma che sta vivendo l’Ucraina sia troppo grave per permettere a certi morti di fama (fama, non fame) di diventare i protagonisti del dibattito. Purtroppo lui ci è riuscito. La colpa è soprattutto dei media che alimentano di continuo questo spettacolo permanente. Ho letto, su La Stampa di qualche giorno fa, una recensione del suo spettacolo teatrale. Nell’articolo si evidenziavano le molte critiche pronunciate dal professore contro l’Europa, la Nato, gli Stati Uniti e l’Occidente in generale, però sui tanti crimini di Putin ha fatto calare il silenzio. Me lo confermi?
Ah lunedì sono andato a Livorno, al teatro 4 mori, ad ascoltare il Prof Orsini tenere una lezione universitaria (così definita da lui) sulle cause della guerra in Ucraina. Una ora e mezzo nella quale, con chiarezza notevole, ha esposto le sue tesi. In larga parte da me condivise,ed ancor più dopo averlo ascoltato, ma ha pigiato un po’ troppo contro la Nato, quindi capisco chi lo critica,pur non interpretando correttamente il suo pensiero, di essere pro Putin. Non è così, ma esagera, anche se il linciaggio mediatico a ciui è sottosposto solo perché esprime le proprie opinioni, competenti, è vergognoso. Molto apprezzabile che abbia tenuto desta l attenzione senza ricorrere ad ironie e che non abbia fatto riferimenti a politici o partiti italiani. Totalmente apartitico, ed e’ aspetto che ho apprezzato molto,
Il maestro 30 anni fa a Baghdad….https://youtu.be/T7tG0_9UXQ0
“Storie straordinarie delle materie prime” Alessandro Giraudo. Ed. Addeditore. Un saggio che non parla solo di oro,argento petrolio, ma anche di ossidiana, allume, salnitro, granturco, seta ecc ecc. Dagli albori della civiltà fino ai tempi nostri, racconta quanto la ricerca di approvvigionamento di materie prime abbia scatenato battaglie, spesso sfociate in guerre, ma anche accordi commerciali, viaggi, scoperte. E complotti, misteri, servizi segreti. Non è recentissimo, ma offre anche una chiave di lettura di quanto sta accadendo in Ucraina, con il Donbass terra ricchissima di risorse minerarie.
Il pugilato resta un’arte nobile e «bella» da raccontare anche nei tempi in cui il web tutto e tutti trita. E così, dopo «Cronache da bordo ring. Ali, Hagler, Tyson e gli altri», Claudio Colombo è tornato in «miniera» a scavare, dall’alba agli albi (d’oro). Sempre per le edizioni inContropiede, ecco a voi «Giganti del ring. Storie e leggende di 50 pesi massimi». La categoria più gladiatoria e marziale, narrata attraverso i protagonisti. Quelli che conosciamo – tra gli italiani, Primo Carnera e Francesco Damiani – e quelli che, zitti zitti e lontani lontani, hanno lavorato per trasformare la cronaca in storia, da Jack Dempsey a Rocky Marchigiano, da George Foreman a Muhammad Ali, da Mike Tyson ai fratelli Vitali e Wladimir Klitschko, tocco di Ucraina che non fa a pugni con la realtà, anzi.
E’ un viaggio dentro al quale l’autore è guida e turista, si parte da quando si combatteva senza guanti e senza «tempo» fino ai giorni nostri. E alla fine – dell’avventura, del libro – segnalo un glossario che, da solo, merita e vale un sincero hurrà. Perché, come dicono a Napoli, nessuno nasce imparato; e poi perché ci aiuta a rinfrescare la memoria, esercizio che la pigrizia nazionale considera, spesso, una seccatura e non un piacere.
Grande e basta. https://youtu.be/4tReQV2r4mY
Nessuno ha ancora capito che Zelensky è il Don Chisciotte del 21esimo secolo.Però prima non c’era la cocaina.Bottiglie di benzina contro missili:Armiamoci e partite!Ma fai funzionare il cervello idiota!
Gentile Alessandro, buon giorno e scusi per il ritardo. Pier Paolo Pasolini è stato «troppo» per non avere i troppi nemici che ha avuto: tranne nelle commemorazioni post mortem, come spesso succede da noi. Ho letto, di lui, i libri che più o meno ha letto lei. Lo ricordo come un testimone del tempo, profetico sul fronte consumistico, nato per via (anche) della sua omosessualità nel paese sbagliato al momento sbagliato, molto lucido, molto versatile. Sapeva capire, sapeva raccontare. Denuncio, nei suoi confronti, un palese conflitto di sentimenti: la bolognesità che, in lui friulano, aveva preso il sopravvento; l’amore per il calcio. Amedeo Biavati, il suo idolo, abitava fra parentesi nella Bolognina, non molto lontano dalla casa di mamma e papà (miei). Memorabili le sue interviste sul sesso, non meno straordinarie le metafore sul calcio ultima rappresentazione sacra.
Non era un santo, poteva piacere o non piacere. Gli devo momenti di belle e feconde riflessioni.