Qui si parla di libri. Il titolo l’ho rubacchiato a Umberto Eco e al suo “Costruire il nemico”. Libri di avventura, di amore, di sport, di calcio, di calci. Cronache di storie e storie di cronache. Nessun genere è pre-cluso o post-cluso. I libri sono mondi che ci rendono grandi o piccoli in base a come li navighiamo.
Chi comincia?
sorrido Beck. Capisco che gli impegni di un Primario di Pechino, ma a tratti di Nichelino, siano molteplici ma la informo che il film in questione è visionabile su Sky…
Gentile Riccardo Ric, fra Clinica privata e Ospedale di Facebook ha voglia di andare al cinema…
Strano che non lo abbia ancora visto, I film di Moretti sono considerati dei cult a chi se la tira da acculturato progressista….Leggere Repubblica e i film di Moretti. (no, non è il suo caso, però avevo voglia di scriverlo….)
Gentile Riccardo Ric, non l’ho visto. Grazie del suggerimento.
se ha visto il film non devo spiegarglielo, se non lo ha visto lo veda e capirà. Oltretutto merita.
Gentile Riccardo Ric, no: perché?
Beck, sono autorizzato a ipotizzare che il mio commento sul film di Moretti abbia suggerito il suo su Puskas….
Ferenc Puskas è un rombo «sinistro» che fende e sfonda la memoria come può fare un elefante con la vetrina di un negozio. Appartiene al calcio del Novecento che il mondo, non sempre «nuovo», tende a ridurre a tanfo d’archivio. Invece no.
Claudio Minoliti lo racconta con garbo in un libro di fresco conio: «Puskas, il campione dei due mondi», editore Minerva. Cannoni e cannonate, carri armati e profughi armati di carri, l’Ungheria della rivoluzione del 1956 e la Spagna franchista dal ‘58 in poi. Prima, durante e dopo la leggenda di un fuoriclasse passato alla storia per come ha giocato a calcio e, con il calcio, per come ha attraversato la vita, fino alla morte.
I fatti sono noti, non però i dettagli che emergono: colonnello dell’esercito, numero dieci dalla Honved e della Grande Ungheria, la squadra d’oro che sbranò i maestri d’Inghilterra (6-3 a Wembley, 7-1 a Budapest) e perse un Mondiale già «vinto» contro i tedeschi nel 1954, sotto la pioggia (e magari qualcos’altro, visti i sospetti di doping che avrebbero coinvolto e accompagnato la Germania). Squalificato per non essersi inchinato al regime filosovietico del suo Paese, vagò ramingo per l’Europa e il Sud America, bivaccando persino e soprattutto in Italia, da Bordighera a Signa, con moglie e figlia.
Poi il Real Madrid. Santiago Bernabeu. Alfredo Di Stefano. Francisco Gento. Quel «metro quadrato» che, in campo, ne era il loft privilegiato. Quattro gol nella finale di Coppa dei Campioni del 1960, a Glasgow, contro l’Eintracht Francoforte. La Fifa ha intitolato proprio a Puskas il premio del gol più bello. Lui che ne segnava a raffica. Con Nandor Hidegkuti primo «falso nueve» della storia, con l’Ungheria nel cuore e quei venti chili in più che non gli impedirono di restare quello che era diventato: un mito.
“Il sol dell avvenire” Ultimo film di Nanni Moretti. Curioso, simpatico, in perfetto stile morettiano, tra quelli visti da me uno dei più riusciti. Non banale e centra perfettamente uno snodo fondamentale della storia politica italiana nel dopoguerra. Poteva essere tutto diverso….
Per gli appassionati..,https://youtu.be/i75kSn8B2jU?si=LWco4Whp0WwZ9gR3