Qui si parla di libri. Il titolo l’ho rubacchiato a Umberto Eco e al suo “Costruire il nemico”. Libri di avventura, di amore, di sport, di calcio, di calci. Cronache di storie e storie di cronache. Nessun genere è pre-cluso o post-cluso. I libri sono mondi che ci rendono grandi o piccoli in base a come li navighiamo.
Chi comincia?
Luca, buon giorno. L’ho letto Ajax, la squadra del ghetto. Interessante e ben documentato, come tutti i iibri di Simon Kuper.
Hai ragione, Ezio. E’ riduttivo… Sorry.
Grazie per la segnalazione Luca. Lo cerchero’…
Ezio, di Tabucchi segnalo uno che a me è piaciuto molto : La testa perduta di Damasceno Monteiro.
Quello di Matteo Marani lo voglio leggere anche io, era in programma.
Chiedo lumi su un titolo che mi è balzato all’attenzione: -Ajax, la squadra del ghetto. Il calcio e la Shoah- di Simon Kuper. Qualcuno l’ha letto?
Grande mi sembra riduttivo…..
A Nicola e c.; io, di solito, mi attengo a questi criteri: 1) leggo generalmente un libro alla volta (al massimo, un classico e, nelle more, uno sportivo); 2) per rispetto dell’autore lo finisco sempre anche se non mi piace; 3) mi scrivo sempre i titoli dei libri che ho letto per evitare di leggerli due volte; 4) rubo qui e là frasi, battute, aforismi che poi riciclo in qualche pezzo.
Nicola, Da Auschwitz allo scudetto è un gioiello. La normalità nella lettura non esiste. O meglio: tutto è normale, nel senso che ognuno ha il suo ritmo e lo segue. Placido o frenetico che sia. Gli estremi si toccano e si maritano. In alto i calici.
Sono nato fra la carta, morirò fra la carta. Anche essere prigioniero di una cosa o di qualcuno non è un sopruso, se è frutto di libera scelta. Pensate all’Athletic Bilbao, che ha scelto liberamente di reclutare soltanto giocatori baschi. Gli allenatori possono essere stranieri, i giocatori no.
Da sniffatore di carta quale sono, detesto il marasma di Internet. Se trovo sul pc un pezzo superiore alle venti righe, corro a farmi una stampante. Nel 2010, durante un volo “mondiale” fra Johannesburg e Cape Town, la mia vicina di posto stava leggendo un libro sull’Ipad. Mamma mia che brutto, pensai. O avrei dovuto dire: mamma mia che comodo!
Buona notte a tutti voi (noi), patiti di Libridine.
Ezio sei un grande..:)
bella citazione Ric… anche se c’entri niente con Lui….:-))
Sig. Negro, francamente io sono monogamo, uno per volta…..
Se le interessano gli Agnelli le consiglierei il “Signor FIAT” di Enzo Biagi, se le piace Brera le segnalerei “Derby”.
A me sono piaciuti molto:
“Lo Zahir” di Coelho
“Croniche Epafaniche” e “La legge del bar e altre comiche” di Guccini
a chi piacciono i gialli, segnalo quelli scritti dal Guccini medesimo e Loriano Macchiavelli (“Maccaronì”, “un disco dei platters”….) a fondo storico, sociale, delicati e ficcanti…..
mi è piaciuto “sostiene Pereira” di tabucchi
se volete una cosa fresca, uno spaccato “normale ed istruttivo” di gioventù d’oggi : “sembra strano ma ti amo” di Eleonora Molesti….
Confesso che ho letto poco e male fino a qualche anno fa. Poi, da innamorato del calcio e della Juventus, ho iniziato a leggere libri di letteratura sportiva. Un libro tira l’altro, e così ho letto anche saggi, romanzi e quant’altro. C’è sempre stato un nesso però fra un libro finito e un altro da iniziare. Ora continuo a leggere male, ma anche molto, in modo un po’ compulsivo. Sono ormai malato di facebook e twitter, però trovo un po’ di tranquillità solo nei libri, o almeno credo di trovarla. Ho uno stile di lettura “a farfalla”. Fra bagno e comodino ne tengo 5 o 6 che alterno secondo l’umore e la curiosità del momento. Sto rileggendo “Storia critica del calcio italiano” di Brera, perché ogni volta mi sembra di appropriarmi di un calcio lontano che non ho vissuto direttamente. Forse conosco di più gli anni Tenta o i Sessanta rispetto ai Novanta… Sto poi leggendo “Gli Agnelli, il tramonto di una dinastia”, un vecchio libro di Giancarlo Galli sulla storia della FIAT. E’ un po’ come rileggere la storia d’Italia del ventesimo secolo vista da Torino. Il terzo libro, che non tocco più da una settimana, è “L’affare Dreyfuss” di Emile Zola, perché anche io come l’autore, sono un malato di verità e giustizia… Poi cerco di aggiornarmi su un’altra passione che lego al mio lavoro. Un libro che mi sta accendendo qualche luce in questo senso è “Marketing non-convenzionale” di Cova-Giordano-Pallera. Il quinto libro, che da stasera va sostituire l’ultimo di Faletti, è “Dallo scudetto ad Auschwitz” di Matteo Marani, sulla vita di Arpad Weisz…. E’ una cosa normale leggere in questo modo o mi devo fare vedere da qualcuno???
O forse…
“Ladri e profeti di futuro mi hanno portato via parecchio,
il giorno è sempre un po’ più oscuro, sarà forse perchè è storia, sarà forse perchè invecchio…” :))