E’ esplosa all’improvviso, Chelsea-Arsenal, dopo un primo tempo ambiguo ed equilibrato, anche se i blu, proprio loro, si erano aggiudicati gli ultimi spiccioli, quelli che di solito restano in tasca. In attesa di conoscere la scelta di Sarri (e di Abramovich e di qualcun altro, forse), vale la pena di parlare delle sue scelte: Giroud al posto di Higuain (in panca, manco un minuto di mancia) ed Emerson Palmieri al posto di Marcos Alonso. Questo, prezioso. Quello, devastante: il gol rompi-ghiaccio, il rigore procurato, l’assist per il 4-1 di Hazard. Olivier Giroud: il classico sherpa che, per una notte, ha fatto il capo-cordata.
Sono contento per Maurizio e per come si è adattato al calcio della Premier, con fatica e con coraggio, più di quanto – dicono – la Premier non si sia adattata a lui. Empoli, Napoli, Londra: Sarri passava per un «divertente» di insuccesso. Adesso non più: spero.
Senza dimenticare, mi scuso, i giocatori. La finale di Baku è girata attorno ai centravanti, con Giroud che ha fatto per due (Lacazette-Aubameyang); alle difese (di burro, se presa in velocità , quella dei gunners); al duello indiretto fra Hazard e Ozil. Il belga si è svegliato nella ripresa, e ha appeso al muro chiunque gli capitasse a tiro. Al Real già fremono: li capisco. Del tedesco, in compenso, non rammento nemmeno un momento, neppure un frammento: sempre sordo e grigio ai margini dell’ordalia, come un Var qualsiasi senza episodi di cui cibarsi, e per questo annoiato, svogliato.
Ammesso che non sia tutta farina di Zola, e non mi risulta proprio, l’impatto di Sarri ha prodotto, nell’ordine, una finale di Coppa di Lega persa ai rigori con il Manchester City, un terzo posto in campionato e questa Europa League, alzata da imbattuti. Ah, se solo la zarina (Marina Granovskaia) lo amasse come lo ama Adani…