A «parità » di Mondiale, con l’eliminazione diretta si entra in un altro mondo. I supplementari e i rigori non escludono certi calcoli e neppure certi catenacci, come documenta il diario delle passate edizioni, ma su ogni scelta e su ogni episodio incomberà il massimo della legge: dentro o fuori.
Scritto che in teoria, per laurearsi campioni, potrebbero bastare quattro pareggi e una buona mira dal dischetto, a conferma che nessuna formula è perfetta, vi giro i miei pronostici.
Francia 55% Argentina 45%. Se l’Argentina ha giocato male, la Francia non ha entusiasmato. A ribadire che dipende da Messi non si sbaglia ma si rischia – giustamente – di non essere letti. Prendo la rosa di Deschamps, anche se il bilancio parziale – un gol su azione, uno solo – non è da podio.
Uruguay 55% Portogallo 45%. Chissà perché, sento che la garra charrua di Godin e c. possa imprigionare sua maestà Cristiano.
Spagna 55% Russia 45%. Fra una squadra non sempre di Hierro e il fattore campo, scelgo le sartine con l’orco (Diego Costa).
Croazia 60% Danimarca 40%. Sulla carta, una delle sfide più sbilanciate. A meno che la zavorra del pronostico non schiacci il centrocampo più bello del mondo.
Brasile 60% Messico 40%. Pure qui, i confini sono netti. L’ultimo Brasile è in crescita, l’ultimo Messico in calo.
Belgio 60% Giappone 40%. Talento contro corsa, orgoglio. Il fioretto di Hazard e Mertens, la corazza di Lukaku sembrano proprio scorciatoie. Occhio, però, all’allegria difensiva.
Svezia 51% Svizzera 49%. La partita più sporca, brutta ed equilibrata. A Petkovic manca mezza difesa. Un indizio, forse.
Colombia 45% Inghilterra 55%. In balia del recupero di James Rodriguez, i cafeteros sono una Mina vagante, di nome e di fatto. Torna Kane, torna l’artiglieria pesante. Per questo, England.