L’allarme di Marassi

Roberto Beccantini16 settembre 2012

Comincio dai rigori, quattro in quattro partite. Sartina, cos’è: un complotto? Era netto, quello di Marassi. Scherzi a parte: l’ordalia, fiammeggiante, mi è piaciuta. Pure io, come ho sbirciato tra le righe di Bilbao77, avrei dato voti bassi a Barzagli, Bonucci e Caceres (con l’attenuante, per quest’ultimo, di essere stato impiegato fuori ruolo); e al primo tempo di Pirlo.

Complimenti alle mosse di De Canio, complimenti al Genoa: per 50 minuti, occasioni comprese, la Juventus di ieri (Immobile, Borriello) ha surclassato la Juventus di oggi (Matri, Giovinco). Concesso al Grifo molto più dell’onore delle armi, non era la solita Juventus per il semplice motivo che – al di là della sosta – non era una partita solita. Cadeva alla vigilia del primo turno di Champions League, «banca» che i bianconeri non frequentano da quasi tre anni. E la Champions scava nelle teste, succhia benzina, condiziona l’approccio. Penso al Napoli della stagione scorsa, al Napoli di Manchester e di tante domeniche anonime.

Conte ha applicato il turnover, quattro cambi rispetto a Udine, ma per rimontare ha dovuto precettare d’urgenza, «via» Carrera, Vucinic e Asamoah. Fatte le debite proporzioni, il montenegrino sta diventando un piccolo Ibra: gol e assist. Dello svedese, non ha il fisico ma molti talenti. Basta che qualcuno glielo ricordi.

Non è il caso di tirare somme troppo ardite. Di snodi così ambigui e infìdi, il doppio binario campionato-Champions ne offrirà un sacco. La lezione e l’allarme di Marassi non vanno trascurati. Giaccherini non è Vidal, anche se poi ha srotolato un gol enorme. Caceres e De Ceglie non valgono Lichtsteiner e Asamoah. Il dosaggio sarà, di volta in volta, cruciale.

Per la Sartina, ancora: corretto non espellere Bonucci, sull’azione di Kucka, visto il Marchisio incombente, così come, a Udine, Valeri avrebbe dovuto ammonire Danilo e non cacciare Brkic.

Mamma mia

Roberto Beccantini8 settembre 2012

Mamma mia. Nella classifica Fifa, l’Italia è sesta e la Bulgaria ottantanovesima, eppure per mezz’ora non c’è stata partita. Un disastro, con Buffon non proprio impeccabile. Poi, improvvisa, la doppietta di Osvaldo. Ai tempi di Gigi Riva, avremmo parlato di gol e autogol (di Ivanov), ma sono cambiate tante cose, da allora: anche, e soprattutto, il modo di riempire i tabellini.

Era l’inizio del nostro Mondiale, e invece sembrava la fine del mondo. Troppa euforia alla vigilia, troppo nervosismo dopo. Non era l’Italia vice campione d’Europa; non era, semplicemente, una squadra. Poca roba, Giovinco (undici contro undici, già); e vi raccomando la difesa, da Bonucci in giù. Un’Ital-Juve di piccolo taglio. «Palla al piede», in senso letterale. E gambe molli.

In un periodo storico che ha spinto il centravanti dietro la lavagna, per colpa o merito del barcellonismo messianico, i Radamel Falcao aiutano a tenere in vita il ruolo. Pablo Daniel Osvaldo, 26 anni, sangue argentino, è il classico oriundo e un attaccante abbastanza classico, capace di gol straordinari (quello al Catania, per esempio). Prandelli lo conosce bene, avendolo allenato alla Fiorentina. Alla palla dà del tu, Osvaldo: non altrettanto agli arbitri.

Lievi sussulti nella ripresa, ma poi la Bulgaria ci ha tirati di nuovo per il bavero e appesi al muro. Il pareggio di Milanov è stato un atto di giustizia. Grigi e lenti, gli azzurri, specialmente sulle fasce: e troppo aperti agli spifferi bulgari. Al posto di Prandelli, mi sarei coperto. Questione di gusti. Destro, subentrato a Giovinco, sfiora e risfiora il colpaccio. Sarebbe stato un furto. Abbiamo chiuso in dieci (De Rossi ko). Nazionale al buio: capita spesso, quando spengono Pirlo.

Immagino cosa avrà pensato Abete nell’intervallo: la fortuna non va in prescrizione. E invece, zitta zitta, c’è andata…

1.106 Commenti » Leggi i commenti o scrivi il tuo Pubblicato in Per sport

Juve-Inter, le proposte di Riccardo Ric

Roberto Beccantini6 settembre 2012

Come uscire dalla guerra Juventus-Inter? Lo spionaggio illegale ai danni di Vieri, con relativa condanna della casta Diva in primo grado, ha rilanciato l’argomento, infiammando i ceppi della memoria. Atto grave, pedinare un proprio dipendente. E azione ancora più grave, spiare un arbitro (De Santis) e il dirigente di una società concorrente (Moggi). In attesa degli appelli di Napoli, là dove ballano le associazioni a delinquere inflitte a Giraudo e Moggi, persino i neutrali si chiedono cosa sarebbe successo, sei anni fa, qualora le telefonate coinvolgenti Moratti e Facchetti (per tacere di Meani) fossero state passate subito, dal distratto Auricchio, al procuratore Palazzi. Già, cosa sarebbe successo?

Sul web e non solo, le polemiche infuriano. Riccardo Ric, juventino, paziente di questa Clinica, ha cercato di offrire una bussola per uscire dal pericoloso labirinto in cui Juventus e Inter si sono cacciate. Ecco qua le sue proposte:

1) Restituzione, da parte dell’Inter, dello scudetto 2006. Anche per il 2006 casella vuota, come per la stagione 2004-2005.

2) La Juventus cessa le ostilità sui 30 scudetti. Niente scritte sulle maglie, niente tricolore con 30 allo stadio. La società bianconera ritira, inoltre, il ricorso al Tar contro la Figc.

3) Comunicato congiunto nel quale si conviene, ferme restando le sentenze sportive emesse, che il clima di malcostumi diffusi, di lotte di potere ha inquinato il corretto rapporto con le istituzioni, che tutte le squadre ne son rimaste coinvolte e che vi è stata evidente disparità di trattamento.

4) Si conviene altresì che, al termine dei procedimenti giudiziari a carico di Moggi e Giraudo, verrà celebrato il processo sportivo di revisione ai sensi dell’art.39 C.G.S., con la promessa che, fino a quel giorno, nessuno ne parlerà più.

Il dibattito è aperto. A voi, interisti. A voi, tutti.