Non ho parole. Si dice sempre così, quando non si sa come scrivere quello che si vorrebbe dire. L’emozione è tanta. I compleanni sono tappe, e più si va avanti, più ci si allontana dai bilanci e ci si avvicina ai ricordi. Gli anni non passano: magari. Gli anni si accumulano. L’ideale sarebbe di aggiungere vita agli anni e non, semplicemente, anni alla vita. Non è facile, ma è bello provarci. Specialmente, quando l’ora del brindisi, più o meno, coincide con la partita della Juventus. La quale Juventus, all’inizio e alla fine, sembrava lei la festeggiata, tanto era distratta e, metafora per metafora, il gomitolo del gatto più che il gatto con il gomitolo.
Grazie a tutte, grazie a tutti i pazienti della Clinica. Grazie, in particolare, a coloro che non la pensano come me: al consenso, non mi stancherò mai di ribadirlo, ha sempre preferito, e sempre preferirò, il confronto.
Grazie a Bonucci (nonostante).
Grazie a Lollo per quella carezza a fine pranzo.
Grazie a Mandzukic, che si chiama Mario come mio papà e continua a minare la nostalgia per Fernando.
Grazie al Carpi per aver lucidato l’artigianato di provincia, essenziale alla storia del calcio, non solo italiano.
Grazie ad Allegri per lo strip di mezzogiorno. I «contigiani» avranno colto, in quella giacca divelta, la «tigna» del loro idolo.
Grazie all’Empoli per lo stesso motivo con cui ho ringraziato il Carpi: con l’aggiunta, nel suo caso, di un gioco così spumeggiante che onora la squadra che lo produce e gli spettatori che ne godono, come documentano gli applausi di Bologna. Quattro vittorie consecutive, tre in meno della Juventus: non so se mi spiego.
Grazie agli schiaffi di Ilicic e Borriello: non se ne riesce a fare a meno neppure a una certa età . E a volte servono, eccome.
Grazie a tutte, grazie a tutti.
E’ Natale, un poca di umana comprensiione.
A settembre speravano, scioccamente, insensatamente, i lucciconi agli occhi, di vedere la juve in serie B, e ora gia’ sentono lo spostamento d’aria della scarpata nel didietro’ che gli arrivera’ ad attimi. E’ umano. Normale. Come le minchiate del melo, che solo quel genio di mastro ciliegia poteva pensare di avere mondato, col suo carisma leggendario.
Beh, Mike, sarebbe il caso che un “Zì Peppe” lo regalassimo noi all’affezionato De pasquale.
Uno come quello a suo tempo dato al Re Ferdinando di Borbone…
Come dice quel tipo in tv:
“Interista, per Natale, regalati un pitale!!”
Ai tempi della triade la squadra di milano aveva lo stesso demente presidente di ora…
Ai tempi della Triade Mototopo avrebbe giocato nella stessa identica squadra in cui gioca ora…
Ai tempi della Triade i giocatori di una squadraccia di milano facevano caccia all’uomo all’estero. Ora qualcuno provvede con la chiave dello spogliatoio.
Ai tempi della Triade non vincevate un cazzo perchè eravate scarsi…. troppo scarsi…
Ci sono, il pupazzo UÃ n!
…o Wanda Nara?
Insomma, chi è il ratto spione?
Io voto Nagatopo.
Ai tempi dell’incommensurabile Luciano Moggi (come d’altronde anche oggi) gli screzi rimanevano nello spogliatoio bianconero…e venivano chiusi a chiave (quelli sì per davvero)
Da quello dei pisciatombe prescritti si vengono a sapere ricostruzioni minuziose di liti e psicodrammi esistenziali (come d’altronde accadeva ai tempi di Dentimarci).
Ora, trovare un ratto spione nello spogliatoio prescritto è facile come trovare tracce di anfetamine nei giocatori di HH, ma mi chiedo chi sia stato a cantare questa volta.
Eppure Javier “ganascia dopata” SSanetti non dovrebbe frequentare più lo spogliatoio.
Inzaghi tratta col Lione, giiggs con la suocera
Per certi mandarini certi culi non bastano