Dal momento che il tempo è gentiluomo e la tensione gentildonna, propongo anche in Clinica la terapia applicata nell’ospedale di Facebook. Prendete Juventus e Napoli, mescolateli e cavatene la formazione migliore. Mi raccomando: in discussione non sono i valori assoluti, ma il livello tecnico espresso e raggiunto dai singoli nell’arco di queste 24 giornate di campionato. Faccio un esempio: ad agosto, in base ai risultati della stagione (allora) consegnata agli archivi, nella top undici di «Juventapoli» avrebbe trovato posto, forse, un solo giocatore del Napoli: Higuain. Oggi, invece?
Vi propongo la mia: Buffon; Hysaj, Bonucci, Koulibaly, Alex Sandro; Allan, Hamsik, Pogba; Dybala; Higuain, Insigne.
Lo schema, per una volta, e almeno in questo caso, è relativo. Lo so, Hamsik più regista che mezzala può sembrare un azzardo. Conta il pensiero.
La terapia è aperta a tutti i pazienti, al di là della fede e della fedina.
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Cioè, ha scritto un pezzo per magnificare le sconfitte, a uno dei due più grandi di tutti i tempi…
La sconfitta del 1974 e quella del 1994.
Buon anno a Ezio e buona Pasqua a tutti, compreso Ezio.
C’è altra pagina in cui ci sono gli auguri del “Primario”!!! leo
Buona Pasqua a tutti !
Auguri Lex…e che sia una Buona Pasqua per davvero! leo
Auguri a tutti!
https://www.facebook.com/francesco.calabrone/posts/961150707314589
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STANDO SUL TOPIC: CON IL GRANDE JOHAN CRUYFF, OMAGGIATA ANCHE L’INTER
APPROFITTO DI QUESTO POST PER SCRIVERE AL SIG. BECCANTINI
Alex Fasano ha risposto al tuo commento sul post di Roberto Beccantini.
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Alex Fasano
26 marzo alle ore 14:14
Ci sarà qualcosa di vero
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SIGNOR BECCANTINI, VISTO CHE LEI RACCONTA SEMPRE DI AMARE IL CALCIO E SI PREOCCUPA PER LA SUA SALUTE (sua del calcio), SEMPRE EVIDENZIANDONE LA SUA (sua del calcio) MALATTIA E, NEGLI ANNI NON HA MAI MANCATO DI ADDOSSARNE LE COLPE ALLA JUVENTUS, RICORDA?:
tra farmaci prescritti e telefoni caldi ballano dodici anni di storia juventina (1994-2006).
https://www.beckisback.it/category/calciopoli/page/8/ – Link del 9 novembre 2011
E’ GIUSTO AMMETTERE CHE IL CALCIO ITALIANO E MALATO, CON LA DIFFERENZA CHE OGNI GIORNO ESCONO NUOVE PROVE CHE, NON E’ VERO CHE SIA COSI, OVVERO, COLPA DELLA JUVENTUS MA, “PROVE ALLA MANO”, IL CANCRO DEL CALCIO ITALIANO E” L’INTER!
PERCHE’ NON LASCIA DA PARTE TUTTE LE – COSE? – CHE SCRIVE, E’ CHE ALL’ATTO PRATICO SONO FUORVIANTI?
ALLORA SIGNOR BECCANTINI, CHE NE DIREBBE SE, CONTRO “L’INTER-CANCRO” DEL CALCIO ITALIANO, “PROVE ALLA MANO”, LEI CHE AMA TANTO IL CALCIO, PARTISSE PER UNA SIMIL-CROCIATA A QUELLE A SUO TEMPO CREATE DAI MEDIA (e’ da lei promu copiosamente diffuse) CONTRO LA JUVENTUS: DOPING-JUVE & CALCIOPOLI-JUVE? SONO CERTO CHE ANCHE IL SUO ERUDITO POPOLO DI LETTORI GLIENE SARA’ GRATO.
PER COMINCIARE, UN PO DI PROVE DI QUESTO INCURABILE CANCRO-INTERNAZIONALE FC MILANO GLIELE FORNISCO IO, E’ MAGARI COMINCI A DOMANDARSI PERCHE’, COME CI DICE IL BELLINAZZO:”malgrado questi numeri, l’Inter non corre il rischio di fallire? LA PREGO, LEGGA:
“malgrado questi numeri, l’Inter non corre il rischio di fallire?
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«Lo scenario di un fallimento sarebbe “normale” per un’azienda di qualsiasi altro settore che “sbaglia” clamorosamente business plan. Contro questa prospettiva però pesano almeno diversi elementi. L’Inter rappresenta calcisticamente ciò che nel mondo finanziario sono certe banche, ovvero “Too Big to Fail”, troppo grandi per fallire. La morte del debitore è l’ultima cosa che spera il creditore. Inoltre nello scenario peggiore per l’Inter ci sarebbero due elementi patrimoniali che potrebbero consentire di uscire dalle secche evitando di portare i libri in tribunale magari rinegoziando il debito, ripensando piani di sviluppo, dirigenza ed assetto azionario: un brand tuttora unico e una rosa che vale più di 250 milioni».
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Passaporti falsi: patteggiano Recoba e Oriali – Il Presidente della FIGC doveva riaprire il processo
http://www.gazzetta.it/…/…/2006/05_Maggio/25/patteggia.shtml
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26 maggio 2006 – Una nuova bufera giudiziaria rischia di travolgere nelle prossime settimane Milan e Inter
http://qn.quotidiano.net/…/5456936-CALCIO–L-INCHIESTA.shtml
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10 gennaio 2007 – Gianni Dragoni: All’Inter il primato del deficit: 181,5 milioni
http://www.ilsole24ore.com/…/gdragoni_100107_inter_primato_…
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29 gennaio 2007 – Inter, un 2006 da profondo rosso
http://qn.quotidiano.net/…/5459070-BILANCI–amp-PLUSVALENZE…
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Hong Kong e Cayman, la selva oscura dell’Inter di Thohir
http://www.corriere.it/…/hong-kong-cayman-selva-oscura-dell…
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16 aprile 2012 -Uckmar «Scadenza della presentazione dei requisiti conabili 31 dicembre, l’ Inter non ce la faceva, all’ ultimo
come d’ incanto, la deadline fu spostata al 31 marzo. Ha visto cosa si può fare con qualche biglietto di tribuna d’ onore?»
http://ricerca.repubblica.it/…/uckmar-gravi-le-scommesse-ma…
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16 febbraio 2016 – Goal Economy: Inter, i dubbi di Moratti e il “too big to fail”
http://www.goal.com/…/goal-economy-inter-i-dubbi-di-moratti…
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Marco Bellinazzo, l’inter «Too big to fail»!
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=382663218496677&set=a.382663195163346.88443.100002590054684&type=3&theater
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Durante l’inverno primavera 2006 a Udine, stava per concludersi il processo sul Passaporto Falso di Recoba (I nchiesta”FALSI” passaporti), con condanna del “Dirigente Oriali” a 6 Mesi di Carcere poi patteggiata con pena penunaria! E’ se non creano calciopoli e la “Ifil-Elkann – ora Exor” (tramite Luigi Gabetti E “Franzo Grande Stevens ‘presidente” della juventus” che gli liberano il loro “Private Advisor: Guido Rossi per prendere il posto di Super Commissario imposto da Tronchetti Provera a Gianni Petrucci, la FIGC deve riaprire il Processo passaporti falsi! Ma vi rendete conto? Inter praticamente gia’ fallita nel 2001 – 2002 per il “caso passaporti” e’ salvata dai poteri sopra a Carraro – https://www.youtube.com/watch?v=mltHzBxvYs4 – con il consenso della Juventus (il vicepresidente dell’inter-Visconti di Modrone cognato di Umberto Agnelli!), e’ di nuofo fallita nel 2005 – 2006 perche’ dilaniata dai debiti, non aveva i requisiti per iscriversi, cosi’ come non li avrebbe avuti nel 2009 – 2010, se la ciurma capeggiata da “TAVECCHIO” e L’ Ebete Giancarlo non avessero ubidito i dettami di Tronchetti Provera e’ imposto alla COVISOC di cambiare la deadline dal 31 dicembre al 31 Marzo per dare il tempo agli uomini di “moratti?” di adoperare la finanza creativa ancora una volta e tenere in vita la squadra della CASTA, Vro cancro del calcio italiano!
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SIGNOR BECCANTINI, MA LEI, SI RENDE CONTO CHE DIETRO LA FACCIATA DELL’INTER, CI SONO DEI “BENVIVENTI” NELLA “MALVIVENZA”, MEGLIO CONOSCIUTA COME: “CASTA”?!
Roberto Beccantini
24 marzo alle ore 18:31 ·
CRUIJFF, LA CICALA CHE CAMBIO’ IL CALCIO DELLE FORMICHE
Prima della fama, la fame: perse il padre a dodici anni e la mamma, venduto il negozio di frutta, trovò lavoro come lavandaia all’Ajax, quando si dice la provvidenza. Per Gianni Brera, Johan Cruijff è stato il Pelé bianco. Mi dicono: ricordalo. Ci provo. Diego Maradona e Pelé, grandissimi, hanno scritto e aggiornato la storia del calcio impiegando, come penne, sé stessi: la propria classe, il proprio genio. Alfredo Di Stefano è stato il primo a cambiarlo, moltiplicando i pani e i pesci, le mansioni e le posizioni del proprio ego, del proprio repertorio: tanto che ancora oggi si dice «giocare alla Di Stefano».
Cruijff è andato più in là , o comunque in un’altra direzione: ha cambiato il calcio sul piano squisitamente tattico. Lo prese, e con quell’Ajax e quel popo’ di Olanda lo trascinò oltre le colonne d’Ercole delle convenzioni latine degli anni Cinquanta e Sessanta, vincenti per carità , ma diverse: il Real di Di Stefano, il Benfica di Eusebio, le milanesi. E, prima che arrivassero le orde batave, l’intrusione piccante del quinto dei Beatles, George Best.
Il giocatore dell’Ajax, il giocatore e l’allenatore del Barcellona: Cruijff è stato, a un tempo, artefice e simbolo della grande rivoluzione. L’ultima, vera, grande rivoluzione. Dal calcio di reparto, fondato sulle marcature e i ruoli, al calcio totale, figlio di una visione bulimica legata alla beatificazione dello spazio e non più dei suoi abitanti. E dunque aggressivo, coraggioso, quasi arrogante.
Quell’Ajax e quell’Olanda erano cattedre di liberi docenti, così liberi da influenzare lo sport anche fuori (capelli lunghi, mogli in ritiro, lo spirito controculturale dei Provo come filo carsico e seduttore). E poi Rinus Michels, e poi Stefan Kovacs. Cruijff era fragile, mingherlino, ma aveva radar ovunque. Non dribblava per fuggire. Accelerava e scartava per sfidare. Ambidestro, con il lessico moderno, potremmo definirlo un «falso nueve». Capo indiscusso, era veloce di pensiero, prima ancora che di gamba. Intuiva in anticipo le mosse degli avversari, e per questo raramente sbagliava la sua.
Tre Coppe dei Campioni da giocatore e una da allenatore, tre Palloni d’oro, un sacco e una sporta di scudetti, di altri trofei. Si spinse fino negli Usa, esploratore curioso e goloso. Il Barcellona che costruì dalla panchina altro non fu che il Barcellona pilotato dal campo a un titolo storico, dopo 14 anni di carestia.
«Nel calcio, la distanza massima che un giocatore deve percorrere dev’essere di dieci metri». Su questa pietra ha costruito la sua chiesa, il suo dream team, spalancando le porte del tiki taka al devoto Pep Guardiola e scolpendo un’epoca.
Come tutti i batavi era cicala, era arrogante: lo dimostrò ad Atene, nel 1994, facendosi umiliare dal Milan di Fabio Capello, addirittura 0-4. Immenso com’era, è stato uno dei pochi a fare la storia anche nella sconfitta. Capitò nel 1974, quando la sua Olanda totale e totalizzante si arrese al ruvido fervore della fabbrica tedesca. La Germania si prese il titolo; Cruijff, la memoria.
Segnava, faceva segnare. Faceva, soprattutto, sognare. Non offriva mai l’altra guancia, soprattutto quando andava a discutere l’ingaggio. Sandro Ciotti gli dedicò uno splendido e struggente documentario, «Il profeta del gol». Era un esteta, un eretico. Accompagnò il calcio verso la modernità . Con lui e con quelli che gli reggevano lo strascico, da Johan Neeskens in su e in giù, nacque il giocatore eclettico, straordinario nell’originale e grottesco nelle imitazioni, come ha sovente ribadito il passo, ambiguo, da versatile a generico.
E dal momento che il destino a volte è proprio una carogna, come si è preso Johan Cruijff, uno che in vita sua non ha mai venduto fumo? Con il fumo. Impossibile dimenticarti, Johan, e grazie di tutto.
ROBERTO BECCANTINI
Buona Pasqua a tutti, soprattutto a noi gobbi che abbiamo l’esclusiva delle minacce alle terne arbitrali.
https://twitter.com/massimozampini/status/713379156613062656
Buon anno a tutti