Da Combi, Rosetta, Caligaris a Buffon, Barzagli, Bonucci: parlando di sé, la Juventus ha scritto di nuovo la storia del calcio. Cinque scudetti dal 1931 al 1935, altri cinque dal 2012 al 2016. Trentadue in tutto. L’ultimo le è stato consegnato in un giorno un po’ così, visto che il 25 aprile di ventun anni fa ci lasciava Andrea Fortunato, proprio dalla Roma ancora di Turone e sempre del Pupone. Ha sconfitto il Napoli di Higuain, al rientro. Non avrebbe meritato di perdere, la squadra di Sarri, ma ha perso. Le era già capitato allo Stadium.
Dodici punti a tre turni dal termine. Nel 2015 e nel 2014 furono diciassette, addirittura, sulla Roma di Garcia. Nel 2013, nove sul Napoli di Mazzarri; nel 2012, quattro sul Milan di Allegri (toh). Sono sincero: non l’avrei mai detto. Dopo la sconfitta con il Sassuolo, la quarta in dieci partite, sfilai al «funerale» come tanti (ma non tutti: ricordo; e a quei pochi, complimenti).
Ventiquattro vittorie in venticinque partite: una rimonta ro-man-ze-sca. I pazienti non juventini discettino pure di aiutini assortiti. E’ stata la superiorità, schiacciante, a polverizzarne gli effetti. Se il primo scudetto fu esteticamente il più bello, e gli altri incarnarono una via di mezzo tra il bello e il pratico, con netta prevalenza del pratico (in Allegri, soprattutto), l’ultimo è stato, come trama, il più salgariano. Da un ciclo all’altro, le partenze di Pirlo, Vidal e Tevez produssero orfani inconsolabili. E poi quel campionato strano, tutto di «sinistra», con l’alternanza al potere, prima l’Inter, poi la Fiorentina, quindi la Roma e il Napoli. Fino al pugno sul tavolo che, per primo, diede Cuadrado nel derby.
E’ stato il successo della società, da Agnelli a Marotta, da Allegri al suo staff (gestione muscolare esclusa: un macello). Ognuno scelga il proprio giocatore simbolo (per me, Pogba). Resta un dato di fatto indiscutibile: tutti gli scudetti sono stati vinti con la miglior difesa, e solo due, quelli di Tevez, anche con il miglior attacco.
Prossima sfida, l’Europa. I risultati finiscono sugli almanacchi, lo spettacolo resta nella memoria. Fino al confine? Verissimo. Ma anche fino al «confive».
Io di Simeone ricordo un bel gol il 5 maggio 2002
Bellissime le parole del Cholo sull’Inter.
Ti aspettoamo, auguri prr la Coppa.
Non lo so Fabrizio
Perché me lo sono ripromesso, ma so già come andrà a finire…
Quest’anno però la conferenza del 31 agosto ho deciso che me la vedo al mare, e prima che inizia mi sarò fatto un paio di Caipirinha, e un altro paio durante.
Come si fa
Mi dici come si ga Luca? Io mi incazzo sempre. Poi oh, relativizziamo, vinciamo scudi da cinque anni, potrebbe andar peggio. Ma io ho la Champions sul gozzo :-/
Si anche io ho avuto quella impressione, ci si appresta a navigare a vista, come lo scorso anno
Oppure (siccome sto ancora godendo) posso pensare a un po di pretattica.
Ma la sensazione è di mani ben messe avanti.
Quest’anno però mi sono ripromesso di non incazzarmi.
Io resto del mio parere, anche se so che Allegri non metterebbe mai in campo e Dybala dietro due punte, Mandzukic e Cavani o Morata
Marotta:”…noi non abbiamo un elemento preciso in mente….noi andremo a cogliere opportunita’qualora si presentassero…”.
Servono chiarimenti?
Scritto da Alex drastico il 26 aprile 2016 alle ore 23:46
Praticamente ha detto che naviga a vista e che ne va pure fiero… Beh spero non sia proprio così… Almeno non SEMPRE così…
Ronertson
Quelle che hai riportato sulla gazzetta,ad onor del vero,le ho sentite dire anche a vialli(soprattutto) e lippi.
Per tacere di boban e una miriade di altri allenatori ed ex giocatori.
Mi riferisco al de profundis sulla juve di ottobre.
Simeone e’un prescritto pezzo di merda e deve schiattare.