E’ stata una partita bella per un tempo e poi aspra, come da archivio. Sul piano del gioco si può dire tutto quello che si vuole, e cioè che l’Inter, a tratti, ha preso possesso del centro del ring e spinto la Juventus alla corde. A livello di occasioni, viceversa, non c’è stata gara. Il gol di Cuadrado (e che gol: sassata di destro, alla Totti), due traverse, Handanovic sempre sul pezzo contro un gran tiro di Joao Mario e un paio di brividi.
Allegri aveva confermato il movimento cinque stelle. Pioli, lui, aveva scopiazzato la vecchia Juve, aggiungendo Medel a Miranda e Murillo, allargato per tenere d’occhio quell’armadio di Mandzukic. Il problema di «questa» Juventus resta il rapporto fra opportunità e gol: se non chiudi le partite, l’esubero di punte e mezze punte può trasformarsi in zavorra, come hanno documentato le guance offerte al contropiede del deludente Perisic e, per la proprietà transitiva delle flessioni, il ricorso d’urgenza a Rugani.
E’ stata una notte disegnata dagli uncini di Chiellini, focoso collezionista di tackle e di bolge. Chiellini, e poi Mandzukic, e poi Higuain. Forza e dedizione, virtù che andranno abbinate a un gioco possibilmente meno frammentario.
Mi era piaciuta di più l’Inter di de Boer, all’andata, ma è pur vero che quella era un’altra Juventus. Pioli ha mescolato le carte, in avvio e durante: ha tirato poco, l’Inter, ed è calata alla distanza, spersa nel labirinto juventino.
I guizzi balistici di Dybala e Pjanic, il lavoro sporco di Gagliardini: non è stata un’ordalia vana. Lascia la solita polvere da sparo, dal rosso di Perisic al Rizzoli contestato. Vero, Chiellini e Mandzukic hanno rischiato il rigore, ma cinque ammoniti della Juventus contro uno (parlo di falli, non di proteste) costituiscono una contabilità strana. E comunque: 28a. vittoria consecutiva in casa e migliore in campo, il portiere avversario.
non predete temèo con i luridi maiali Suini lerci dal 1908
Ma kessiè lo hanno davvero già preso i bagonghi?
Beh, da uno trombato dall’aia, campato per una dieci a d’anni grazie al pesante nome (anche grazie alla politica) che portava che ti aspetti. Fu costretto a dimettersi perché messo nel dimenticatoio.
Eh, il dente è abbastanza avvelenato. Provate a dargli una semplice consulenza e vedi come ne parla bene.
x Fabrizio delle 19:02 – Volevi forse dire sudici.
http://www.tuttosport.com/news/calcio/serie-a/juventus/2017/02/06-21168762/lo_bello_contro_rizzoli_un_mediocre_don_abbondio_sempre_pro_juventus/
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da Wikipidia:
Il principale aneddoto per cui si ricorda Rosario Lo Bello fu la partita Verona-Milan del campionato 1989-1990, quando scatenò, per il suo discusso arbitraggio, la rabbia dei milanisti che avrebbero poi perso lo scudetto a vantaggio del Napoli. Nella gara di Verona non assegnò due rigori evidenti al Milan[senza fonte] ed espulse i giocatori milanisti Frank Rijkaard (poi squalificato 5 giornate) e Marco van Basten (squalificato una giornata), Alessandro Costacurta (squalificato 2 giornate), nonché l’allenatore Arrigo Sacchi (che però, a differenza dei giocatori, non venne squalificato).
Nel 1984 venne sospeso per 6 mesi dall’AIA per motivi disciplinari (rese un’intervista non autorizzata lesiva della reputazione di altri tesserati) e perse momentaneamente la qualifica di internazionale.[3]
Dirigente
Come dirigente dell’AIA, oltre ad aver collaborato con la Scuola Arbitrale adibita allo studio del regolamento, è stato fino al 2006 osservatore per conto dell’UEFA.
Nel 2007 rassegna le dimissioni dall’AIA, sentendosi un po’ messo in disparte dai vertici dell’associazione.
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Ma chi è questo Carneade? Ma di cosa parla?
Mi sembra di ricordare che è il figlio di Concetto Lo Bello, il Lo Bello originale.
Ecco un altro che, dimenticato da tutti,va far il paio con Simoni, Zeman, Liguori e a tutti coloro che parlano della Juve quando qualcuno si ricorda di loro.
che Dybala faccia praticamente il centrocampista mi da un fastidio tremendo, è come usare una motoGP per fare motocross
https://ilneroelazzurro.com/2017/02/06/le-sfumature-stanno-a-zero/
Se danno retta a questo possono darci fastidio se danno retta a tutti gli altri saranno sempre la seconda squadra di milano.
Luca, pero’ attenzione, erano “poveri ragazzi” un bel po’ di anni fa. Ormai la faccenda é nota. Se ora accettano di andare all’Inda, lo fanno con cognizione di causa. Ergo, piu’ che poveri ragazzi sono aspiranti suicidi…
L’importante è che non continuino ad ammazzare intere generazioni di poveri ragazzi…
Comunque, a destra, abbiamo un bel problema. Licht è meravigliosamente volenteroso ma quasi “alla frutta”, Alves invece, pare essere già al dessert.
Urgono rinforzi importanti per prox stagione.
Scritto da mike70 il 6 febbraio 2017 alle ore 18:00
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La palla al piede non è al dessert, è al caffè e all’ammazzacaffè!
Solo l’INPS può salvarci da questa calamità!!!!!!!!!!!!!!
Dovete scoppiare, anfetaminici!