La Champions, finalmente. Monsieur Mbappé e les italiens del Paris Saint-Qatar, 4-1 al Camp Nou e più non «dimandare». D’accordo: il Barcellona è un ammasso di macerie e, dunque, piano con l’enfasi. Già a dicembre la Juventus gliene aveva rifilati tre. La notte in cui Pirlo diventò il «maestro». Kylian Mbappé ha 22 anni. Credo che sia l’erede designato al trono di Messi (34 a giugno) e Cristiano Ronaldo (36 suonati). Non solo per la tripletta: che comunque pesa. Per il senso verticale del gioco, per la velocità , per la resistenza quasi rugbistica ai placcaggi. Non bisogna essere Einstein per capire a chi assomigli di più: ai due Ronaldo, Cierre e il Fenomeno.
Se Mbappé è stato l’hombre del partido, gli italiani sono stati i suoi cavalieri, non le sue damigelle. Fin dall’inizio, Pochettino ne aveva schierati addirittura tre: Florenzi, Verratti, Kean. Tre, come la Juventus a Napoli (Chiellini, Chiesa, Bernardeschi); e uno in più dell’Inter anti-Lazio (Bastoni, Barella). Sono numeri che, se torturati, confessano quello che uno vuole: fate voi, allora.
Il mio podio: 1) Verratti, da area ad area, concreto e talentuoso (che palla, la palla a Mbappé per l’uno pari), testa alta e nervi sotto controllo. 2) Kean, centro-destra, per non pestare i piedi a Icardi, un gol di cabeza e un occhio, sempre, all’avversario; e mai a rimorchio della partita; era della Juventus, il Cristianesimo costa. 3) Florenzi, fascia destra, coperture misurate e fionda del raddoppio. Vai con l’inno di Mameli.
In vantaggio era andato il Barça, con un rigorino, molto «ino», trasformato dalla Pulce. Sembrava, Messi, un vedovo triste che, dopo aver litigato con il padre della sposa (Bartomeu, l’ex presidente), cercasse l’amore che fu attraverso la fine che sarà . Fra un Piqué smoccolante e un Pjanic buttato giù dalla panchina.
E poi Lipsia-Liverpool. Un equilibrio di fondo lacerato da due «fotte» difensive. Avete presente gli shoot-out all’americana? Ecco: una pacchia, per Salah e Mané. C’era Alisson, in porta: salvato da un palo, sì, ma anche da un paio di parate, se non proprio romanzesche, almeno da rotocalco. E ogni volta che aveva la palla al piede, un calcio alla costruzione dal basso e campanili, tanti campanili. Non quelli degli esercizi spirituali o delle monache di Monza: quelli che avrebbero unito persino Peppone e don Camillo.
L’invertebrato ha avuto 6 mesi per passare ad un centrocampo a 3, ma lui niente.
Di culo si è ritrovato Texas come buonissimo incursore e lui per giocare a 2 a centrocampo (enorme cazzata di per sè) lo rende innocuo sulla linea laterale destra o sinistra. Persino quando si evidenziano paurose lacune offensive e le sue entrate in area sarebbero manna.
Togli mckennie e non kulu!?!?!?
Non funziona proprio niente…ci facciamo praticamente goal da soli, nel primo tempo quasi ci infortuniamo da soli, ci ostacoliamo da soli…un’armata Brancaleone…
Se è un uomo, stasera si dimette:
Povera Juve mia, come ti hanno ridotta
A parte 2 o 3…..il resto dei giocatori sarebbe già tanto a portarli in panchina in una Juve con la J maiuscola, questa non è la Juve per quanto mi riguarda.
Squadra tecnicamente e mentalmente scarsa.
Inutile girarci intorno.
Scritto da mike70 il 17 febbraio 2021 alle ore 22:
dai questa squadra a sarri
a spalletti
o aun pippo inzaghi qualsiasi
e vediamo
Hanno Mathaus e Diaz, ora arriva pure Serena
mike è pero la squadra che ha vinto lo scorso anno migliorata teoricamente…ma messa in mano ad un incapace ed è per questo che invece di mihliorare nel corso della stagione peggiora
Tolto chiesa Danilo demiral e de ligt gli altri sì trascinano per il campo.