Da via da Lisbona a via del Mare è un altro mondo. Anche se, paradossalmente, il solito. Cambia, però, il risultato: non proprio l’ultima ruota del carro. Soprattutto se il carro è questo. Un convoglio di assenti, quattro ammoniti in una ventina di minuti – dimostrazione di foga, più che di carattere – e una Juventus che non poteva non essere la Juventus ruminante e disarmante dell’autunno caldo. Il Lecce, mai dimenticarlo, è stato l’unico a bloccare o’ Napule a Fuorigrotta. Motto di Baroni: palla agli altri e presidiare. Morale: un palo di Hjulmand nel finale e stop. Male Strefezza, un mio cocco, male Ceesay.
In bilico tra Conte e conti, nonno Max l’ha sfangata con i «nipotini»: Miretti e Soulé subito, poi Fagioli, Kean e Iling-Junior. Nell’episodio (il destro a giro di Fagioli, delpieresco, su tocco di Iling-Junir) e in quell’ago sepolto nel pagliaio della società e trovato proprio dai bebé: o comunque anche da e con loro. All’estero sono regole, da noi eccezioni.
Centrocampo di piedi (McKennie, Rabiot) e non di teste (fino, almeno, all’ingresso di Fagioli). Primo tempo di sbadigli, secondo con la Signorinella più vorace. Dopo la svolta (73’), dentro Bonucci, catenaccione e il povero Iling a fare lo zoppo all’ala. Il corner non «recuperato» da Chiffi ha mandato in bestia l’arena. In attesa di Leo Messi, i cortomusisti si coccolano la terza vittoria di fila, seconda fuori casa, prima lontano da Torino. C’è vita, nei nostri cortili.
Una squadra come il Napoli che dà 4 pere al Liverpool, 10 all’Ajax e 6 ai Rangers, non deve meravigliare se ne dà «solo» 4 al Sassuolo, bardo giovanilista della provincia ricca. Ai tempi di Mazzarri, beccò due 7-0 dall’Inter (il primo in casa, addirittura). Persino la Juventus «senza allenatore» ci ricavò un 7-0. La scorsa stagione, il Napoli di Spalletti arrivò al 6-1. Il Napoli è oggi, in Italia, la squadra più vicina – filosoficamente – al City del Pep. Ha sempre fame, ha sempre voglia, e dalla fame e dalla voglia trae sempre piacere. E quando va in branda, ecco Meret. Tripletta di Osimhen, squillo (e due assist) di Kvara. Domani è il 30 ottobre, 62 anni fa nasceva Diego. Struggenti gli applausi, e tenero il ricordo.
Inter di slancio, 3-0 a una Sampdoria generosa ma sterile. De Vrij di testa; Barella di forza, su lancio di Bastoni (come al Camp Nou, come con la Juventus all’epoca di Conte); Correa da area ad area. Ottavi di Champions e quarto successo consecutivo. Il gioco corre e scorre, Calhanoglu regista è stato la trovata di Inzaghi, Barella è tornato Barella: un incursore di respiro europeo. E domenica sera, allo Stadium, il derby d’Italia. Stankovic, lui, fa quello che può. Ha ridato energia a un Lazzaro che agonizzava. La panchina di Quagliarella spiega il resto: i gol passano; gli anni, già 39, no.
Soulé, fagioli, miretti, lo stesso gatti. Come si fa a giudicarli? Buttati allo sbaraglio in campo senza uno spartito da suonare. Diamoli ad un allenatore e vediamo quello che valgono. Per ora si può dire che di tutti, Fabio miretti da Pinerolo è il talento calcistico più puro uscito dai campi di vinovo e dintorni negli ultimi anni. Fagioli sono quattro anni che si parla di lui. Pirlo non lo vedeva tanto. Il cialtrone… vabbè non conta.
Gentile primario, non guardiamo a queste sottigliezze! Esultiamo e festeggIano anche noi.
Io soule e fagioli(Contento per lui ed il suo gol,lo merita) per quel poco che li ho visti mi sembrano gente che va bene per il Lecce nel senso che dovrebbero giocarci.miretti non lo so ma non mi pare un fenomeno manco lui ma almeno ha fisico.
A prescindere da tutto lasciarli a lungo nelle mani di sto scemo significa rovinar loro la carriera.
L’unica cosa buona è che si sia vinto,ma solita pappardella.Vediamoci oggi ad 8!A me otre a Fagioli è piaciuto pure Gatti.
Lo riprende perché lo ha sepolto in panchina senza mezza chance vera…
Il cialtrone.
Il calcio è semplice ma non è per lui.
La figa, i cavalli , il gabbione, il fancazzismo…
Gentile Superciuk, il “fiumi di champagne” è legato, naturalmente, al Napoli.
Ragazzi scusate, per il ponte del 1 novembre sono “fuori sede” non ho visto la partita ma leggo che il Ricotta ha avuto da ridire su Fagioli, autore sempre a quanto leggo leggo di un gran goal, “deve capire meglio il ruolo…” , insomma il Ricotta anziché accendere un certo alla Madonna perché Fagioli gli ha tolto castagne bollentissime dal fuoco ha il becco di riprenderlo…
Anche il primario ha colto lo spirito cialtronesco dell’allenatore della Juve ed avallato dalla societá. Festeggiamo a champagne la vittoria con il Real Lecce. Ma quale stagione fallimentare? Essere eliminati dagli ottavi con un turno di anticipo perdendo male 4 partite su 5? Quisquilie. Essere fuori dalla lotta scudetto ad ottobre? E non si può sempre vincere. Festeggiamo la vittoria sul Lecce come dei bovini qualsiasi
è una lenta agonia…
ad ogni modo la solfa è sempre la stessa: nel quarto d’ora prima di segnare stavamo finalmente giocando decentemente mettendoli in difficoltà nella loro metà campo, appena segnato immediato ritorno a formazione impacciata e confusa, e pallino lasciato i n mano agli altri, salvati dal binomio cul e palo