Alla fine, il genio vince sulla genialata. Ai rigori, come nel 2014, tra risse e resse. Il genio di Leo Messi: passaggio visionario a Molina per il gol dell’1-0; rigore del 2-0, guadagnato da Acuna (pedatina di Dumfries). In mezzo, un bouquet di cosine «di sinistro». La genialata di Louis Van Gaal: non tanto la mossa, tardiva?, di passare dalla palla rasoterra alle torri, quanto la punizione del due pari al 101’. Secondo Liedholm gli schemi, provati in partita, riescono perfettamente in allenamento. Questo no, questo riesce subito. Sulla palla, Gakpo e Koopmeiners. Chi tira, chi non tira. Barriere, uomo-coccodrillo. L’atalantino finge la lecca e, viceversa, tocca dolce nel cuore dell’area, verso Weghorst, uno dei cambi, già autore dell’1-2. Il traliccio arpiona e bum.
Fin lì, pochi tiri (zero, i batavi), molta noia. Con Van Gaal costretto a correggersi coram populo e Scaloni lento nel leggere la nuova «geografia» della gara. Ai supplementari, avrei detto Orange. Invece sono stati gli argentini, soprattutto nel secondo, a premere. Era entrato Lau-Toro, e con lui Di Maria. Un paio di occasioni per l’interista e, proprio allo scadere, il palo di Enzo Fernandez. Mi ha ricordato il legno di Rensenbrink a Buenos Aires, nel ’78: avrebbe rimediato il destino, cinico e caro. I penalty impongono nervi d’acciaio, non solo centimetri sodali. Van Dijk parato, Messi (primo della lista) gol, Berghuis parato, Parades (la miccia del Bronx) gol, Koopmeiners gol, Montiel gol, Weghorst gol, Fernandez sbagliato, L. de Jong gol, di Lau-Toro la sentenza.
Podio: dopo Messi, i due terzini (Molina, Acuna), i due Martinez (il portiere, l’attaccante: non fosse altro che per la firma), Berghuis, devastante Attila di riserva, e F. de Jong.
Non un trattato di calcio, questo no. Se mai, la polpa di un giallo. Van Gaal esce imbattuto; la Pulce, già 4 gol, a uno da Mbappé, continua a segnare, a far segnare e sognare. I mendicanti di emozioni non chiedono altro.
Mi piacerebbe tanto sapere cosa Fernando Santos veda in Dalot, non dico una pippa ma insomma…
a prescindere da come finirà , Regragui è già entrato nella cerchia ristrettissima degli allenatori a me graditi. Avesse avuto giocatori con piedi un filino migliori sarebbe già tre a zero per il Marocco….3 a 1 vah
Mentre de pasquale è uno che vive per rompere i coglioni al prossimo…odia chiunque non la pensi come lui e credo che odi anche il suo modo di vivere(se la sua può chiamarsi vita)!!
Scritto da Lovre51 il 10 dicembre 2022 alle ore 15:13
Una vita finta, in un mondo finto, un mondo dove i frequentatori del Bar Herrera sono morti di freddo, dove il passaporto di Recoba era diversamente valido, dove Facchetti non aveva il telefono, usava i messaggi di fumo, dove la relazione di Palazzi era la loro assoluzione, dove c’era il rigore su Ronaldo, e con quel rigore avrebbero vinto il campionato, dove, pur non arrivando mai secondi, la Juventus gli rubava gli scudetti, dove i bilanci sono sempre stati specchiati, dove con la biblioteca storica si iscrivevano al campionato, un mondo dove possono indossare lo smoking bianco. Una vita spesa a negare la realtà , per poter continuare ad esistere. Una vita spesa inutilmente.
Gentile Robertson, certo. Palla lunga, palla corta, fraseggio, dribbling, schemi sui calci piazzati. L’importante è essere padroni di tutto e schiavi di nulla.
Sogno Marocco…
Bruttissima partita.
Beh,detto da leà fa sorridere,Lovre
Scritto da De pasquale il 10 dicembre 2022 alle ore 15:30 Nutro grossi dubbi sul fatto che lei sappia sorridere!
Io no. Ma credo che se uno schiera quell’undici li fa un favore all’avversario, che ha il reparto più forte proprio lì. E riduce il margine di vantaggio tecnico.
Beck, Robertson,
scusate se mi intrometto, vorrei soltanto comprendere i termini in cui state discutendo: uno interpreta il “giocatorista”, l’altro l’ “allenatorista” ?
Scritto da Roberto Beccantini il 10 dicembre 2022 alle ore 14:52
Sarà . ma non a caso tranne una eccezione (forse) che non ricordo la nazionale è sempre stata allenata (…) da ct locali, vuoi per tradizione o orgoglio nazionale. Che le avrà pure provate tutte, ma sempre con lo stesso humus un po cosi. E’ un po il ns stesso problema (anche della juve. Laddove si sia mescolata la storia locale con le esperienze estero (vedi uk) risultati al di la degli sfotto ce ne sono stati. Le squadre britanniche sono allenate per lo più da stranieri, che l’han fatta da padrone negli ultimi anni. La nazionale inglese ha forse la generazione di maggior talento degli ultimi 50 anni. Ricorderà i formidabili castroni che loa popolavano quando bearzot e bernardini li scherzavano negli anni settanta. Paracarri a fare da centravanti kick and run e poco altro.
Il brasile non ha una generazione scarsa di giocatori. Mi è sembrato un azzardo il modo in cui è stato schierato, tutto qui. L’ha pagato con la croazia, l’avrebbe potuto pagare con l’argentina o più avanti.
PS: a proposito di quelli – uno in particolare – che dicono che gli schemi unsevvvonoagggnente pecche succampo poi gli attri si movono, ieri il vecchio van gaal, lui si con una squadra di castroni, porta l’olanda ai supplmentari pareggiando con uno schema. Provato, immagino, in allenamento.
Oggi il calcio del buttala su che poi quelli bravi ci pensano loro (che è il calcio che il pigro tite ha fatto in questo mondiale), mica basta più. No?