Il manifesto di Dortmund spacca in due Germania-Italia. Sarà 3-3 – loro alle semifinali di Nations League, noi a casa – ma chi deve mangiarsi il fegato? Chi? Und warum? E perché?
Primo tempo: tedeschi padroni di tutto, azzurri ridotti a una nuvola di passaggio. Rigore di Kimmich (per fallo di Buongiorno su Kleindienst); stoccata di Musiala, su angolo di Kimmich (toh), nel bel mezzo di un’assemblea di condominio convocata da Donnarumma (che palle, le palle inattive); capocciata di Kleindienst, su parabola di Kimmich (uffa). L’Italia: un petardo iniziale e poi tutti indietro, a masticare il pane duro del pressing teutonico.
Secondo tempo: Spalletti si corregge e sguinzaglia Politano. Fuori, tra gli altri, i centimetri di Gatti. I bianchi, chissà, pensano di aver già vinto e ritirano le barche, non solo i remi. Ne pagheranno il fio. Un pasticcio tra Sané e Kimmich arma il destro di Kean; e uno. Entra pure Raspadori, che titilla la mira di Moise: destro, e due. Sarà proprio Raspadori, al 95’, a trasformare il penalty concesso per mani-comio di Mittelstadt. Sul 3-2, Marciniak aveva colto un rigorino – di Schlotterbeck su Di Lorenzo – poi tolto dopo processione al Var.
Migliori per distacco: Kimmich, Musiala (tolto inopinatamente da quel «genio compreso» di Nagelsmann) e Kean (che non avrei sottratto alla lotteria degli episodi, per quanto spremuto). In questi casi, tirare le somme diventa una tortura. C’è un caro-biglietti e c’è (stato) uno sconto-partite: due in una, e sempre allo stesso prezzo. Wow. Gira e rigira, ha deciso l’1-2 di San Siro. Però l’ordalia del Westfalenstadion rimarrà nella memoria. Ognuno, come in politica, celebrerà i suoi comizi, le sue coalizioni; di governo (tirannico, i «crucchi» del pronti-via) o di opposizione (da scarpate sul leggio, gli scappati alla forca nella ripresa).
A modo suo, un inno al calcio: che più studi, più ti scappa.
Quindi perchè Giuntoli si è vergognato di averlo scelto?
Pero’ se si ammutinano Chiellini e compagni, e si vince lo scudetto, il miracolo è di Sarri e Chiellini è un pezzo di merda.
Sempre più chiaro.
Ah ecco, oltre quei 3 difensori, non c’erano altri che avessero voglia. Ora è chiaro.
remare contro è un concetto del cazzo.
Scritto da Riccardo Ric il 25 March 2025 alle ore 12:49
ahahhahahah
E’ da quando è nato il football che se i giocatori vogliono, ti fanno fallire…! E dopo la bosman hanno praticamente il coltello in mano. Unito al fatto che, nel 90% dei casi, il loro qi è come quello del mutinick 3glodita….. et volià..! les jeux sont fait
Inserire tre difensori, essendo sotto 3-0, fa parte del remare contro? Chiedo, eh.
Scritto da Guido il 25 March 2025 alle ore 12:52
Forse se chi vuoi fare entrare ti ha detto che non ha voglia (pensiamo alla figura di Dusan quando è caduto con la Dea favorendo il loro gol) forse si.
Anzi no scusa, hai ragione.
“Se io avessi dei figli vorrei che avessero un allenatore come me: onesto e diretto”.2 mar 2025 (Motta) Se questa frase l’avesse pronunciata un qualsiasi mio allenatore, o anche prof a scuola, dall’istante dopo la mia stima nei suoi confronti sarebbe precipitata—-
Inserire tre difensori, essendo sotto 3-0, fa parte del remare contro? Chiedo, eh.
Secondo me, Vlahovic (per dirne uno) avrebbe voluto tanto andare a mille, nelle giornate scorse.
remare contro è un concetto del cazzo. E’ preciso compito del mister portare i calciatori dalla sua parte ed ha un solo mezzo, convincerli della bontà delle sue idee. E se non li convince, non è che i giocatori giocano “male apposta”, non esiste, continuano a mettere tutto l’impegno possibile, ma mancherà, in campo, sempre qualcosa. In campo non vanno solo i piedi, ma anche la testa e il carattere. E le motivazioni. Significa “fattore umano” e che i calciatori non fossero convinti, e vorrei ben vedere il contrario, comprensibile, è emerso chiaramente. Ma la responsabilità, la mancanza è del mister.
Remare contro…ora si capiscono certe scelte cervellotiche (cit.)
Scritto da Guido il 25 March 2025 alle ore 12:41
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Si, è assolutamente vero.