Sembrava fatta. D’accordo, non proprio uno 0-2 placido come il Don del romanzo di Šolochov, viste le paratissime di Sommer su Bonny and Man, ma la rete di Darmian, già decisivo a Venezia, e il gollonzo di Thuram – con sospetti di mani-comio spazzati dal Var – avrebbero dovuto costituire una sentenza, non un indizio. Povero Parma, mormorava il Tardini, avvilito: anche alla luce degli sprechi del rientrante Lautaro.
Invece. Ancora una volta i cambi hanno premiato gli avversari e frenato i campioni. L’ex Chivu ha rivoltato l’assetto: dentro Leoni, Bernabé, Pellegrino. E, strada facendo, persino Ondrejka. Squalificato Inzaghino, toccava a Farris: fuori Bastoni, contuso, poi Dimarco e sull’1-2, per turnover, addirittura Calhanoglu e il Toro. Morale: sinistro filante di Bernabé, dal limite; rasoiata di Ondrejka, deviata da Acerbi e Darmian, a parziale risarcimento del destino.
Correa, Frattesi, Zalewski e l’ultimo arrivato, Arnautovic, non riuscivano a medicare quel ventello di nulla – e, soprattutto, l’uno-due in nove minuti, dal 60’ al 69’ – per quanto il Parma si fosse ritirato nei suoi appartamenti. Non solo: in contropiede, al 91’, era Pellegrino, classe 2001, centravanti di ante e di garra, a mangiarsi il 3-2.
In vista di Bologna-Napoli, lunedì, e del Bayern decimato di Champions, martedì, i nodi del calendario intasato esigono dazi trumpiani. Era reduce, l’Inter, dalle sofferenze finali con l’Udinese e dall’1-1 di coppa con il Milan, strappato in rimonta. Eccezione alla regola che la vuole spesso calante: per l’età, per il logorio, per le staffette. Naturalmente, complimenti a Chivu per essersi corretto e ai suoi per averci creduto. Rimane il forte sentore di un successo buttato. Ai tomi dei dotti il calcio preferisce, non di rado, le ricette ruspanti del vecchio Trap: non dire gatto se non ce l’hai nel sacco.
Weah a sinistra non si può vedere
Però con Cimoci a sx…
E cacchio, finalmente una partita in cui le squadre giocano con le loro divise tradizionali.
Difesa a tre da paurissima.
Assolutamente.
La gestione di una rosa consapevole del fatto che il mister a fine anno se ne andra e’complicatissima.specie se il mister ha scritto la storia del club.
Posso pero capire l’ambizione dei Percassi che volevano fare lo step successivo e provare a vincere il campionato e,come dici giustamente tu,fino ad un paio di domeniche fa erano in piena corsa.
Si conferma il fatto che Nico Gonzalez tiene per le palle qualcuno ad alti livelli :-))
Vero Alex, tanto più che da un po’ è filtrata pesantemente la notizia secondo la quale, con un anno di anticipo, Gasp finalmente lascerà Bergamo.
Va ovviamente pure ricordato che sino a tre settimane fà, dopo il massacro dello J Stadium, i bergamaschi erano pienamente in corsa per lo scudetto ma è bastato che qualche bullone si sfilasse dall’ingranaggio, che qualcosa andasse storto, e certe situazioni interne rischiano di riemergere (vedi l’insoddisfazione recente sulle prestazioni di Lookman e credo pure di Retegui)
Scritto da Superciuk il 6 April 2025 alle ore 20:00
Per altro verso la Dea si è inguaiata ed ora rientra fino al collo nella lotta per il posto Champions che 3 sconfitte di fila le hanno mangiato ( quasi ) tutta la “dote” di sicurezza che si era costruita…sicuri del posto Champions per la prossima stagione sono al momento solo N’Dranghetese e friarielli…dopodiché se stasera dovessimo pareggiare non sarebbe la fine del mondo, certo sempre che poi con Lecce , Monza, Parma e Venezia si facciano, senza se e senza ma, 12 punti 12
I Percassi hanno fatto un errore abbastanza ricorrente nel calcio.
Non si sono resi conto che l’allenatore aveva esaurito gli stimoli e avrebbero sovuto lasciarlo andare come da suo desiderio.
Dormazione che personalmente mi convince pochissimo seppur piu sensata di quella contro il genoa.
Gli dei non vogliano che debba fare un cambio in difesa e in generale qualsiasi sostituzione porterebbe ad un cambio di modulo o ad una serie di giocatori fuori ruolo.
Sapra lui.
Forza Igor.