Le Pasque di Bologna e Inter sono sempre al sangue (e, per fortuna, mai «di sangue»). Questa, l’ha risolta Orsolini, in mezza rovesciata, al minuto 94. Orsolini, un cambio. Come Bisseck, che aveva sbucciato la palla del cross, con le treccine, offrendola al suo sinistro. E allora: aggancio al vertice (Inter e Napoli 71) e sorpasso in zona Champions (Bologna 60 e Juventus, in attesa di Parma, 59).
La gloria pesa. E i campioni, senza Dumfries e Thuram, venivano dalla battaglia con il Bayern, senza Musiala e «Kompany». La partita è stata ispida, sporca, equilibrata, con poche occasioni e una gran tonnara ovunque (e comunque). Italiano, espulso al pari di Farris, è un «dentista» alla Gasperini, avanti di pressing e di trapano. Ha costretto l’Inter a togliersi lo smoking alla James Bond e infilarsi la tuta alla Cipputi. Sono state le staffette a forzare il destino. In particolare, Cambiaghi e l’Orso. Aveva perso a Bergamo, il Bologna, a rimorchio di un inguardabile Lucumi: di botto, tra i migliori in campo.
Se al Dall’Ara il Napoli di brontolo Conte aveva sofferto e pareggiato, a Monza, ieri, sembrava ancora succube pallido e pavido dei sermoni del suo tecnico. Mancano cinque giornate e il calendario costringe Inzaghino, fin da mercoledì sera (derby di coppa, da 1-1), ad assorbire in fretta la rabbia e voltare pagina ancora più in fretta. Poi la Roma, poi il Barça.
Canta Napoli, canta Bologna al ritmo di Lucio Dalla e del rock di Italiano, tre finali con la Viola e il viso patibolare del falegname di emozioni, oltre che di erezioni. L’aveva studiata bene, e l’ha realizzata meglio. L’Inter è calata di netto nell’ultimo quarto d’ora, sulle ceneri di una carica di Lautaro a Ravaglia. Certo, Correa titolare e Arnautovic in panca fanno sempre impressione. E naturalmente: Bologna da Champions.
Tutto come ampiamente previsto.
Squadra senza palle.
::)))
Vai Igorone, fai il pieno all’auto va.
A giugno, andare col cappello in mano da Conte e genuflettersi sui cecinper farlo tornare a sistemare le cose. Tengano o vendano chi gli pare.
Scritto da Fabrizio il 23 April 2025 alle ore 20:27
Ovvero quello che ha fatto Occhiobello ai tempi.
“Chiesa: individualista, dribblomane e giocatore che gioca a testa bassa”…
A Suzuki ha segnato pure mia zia, quest’anno.
Una squadra che dovrebbe lottare per un posto in Champions senza avere altri impegni e che non riesce manco a pareggiare a Parma (avesse detto), è giusto che in Champions non ci vada.
A giugno, andare col cappello in mano da Conte e genuflettersi sui cecinper farlo tornare a sistemare le cose. Tengano o vendano chi gli pare.
Farli prima sti cambi pareva brutto?
Credo che l’obiettivo sia il settimo posto, per consentire ad Andonio il siparietto preferito.
Marelli balbetta come un frocio per inventarsi qualcosa sul mancato rigore
Su Conceicao da rispedire al mittente anche costasse 15 milioni, lo dico da mo’.