Il Parma di Chivu aveva battuto per 2-0 il Bologna di Italiano e rimontato due gol all’Inter. Dunque, l’1-0 alla Juventus non può e non deve sorprendere. Nonostante le perdite, già al 10’, di Vogliacco e Bernabé. Non un segno di cedimento. Non un cenno di patteggiamento. Alla prima sconfitta del suo «traghetto», Tudor-Tutor farà bene a meditarci su. Senza le bollicine di Yildiz, uno stagno. E, in difesa, si continuano a beccare gol di testa (già dieci): era il 45’, quando Valeri ha pennellato da sinistra e Pellegrino, centravanti argentino di garra e spada, anticipato Kelly e incornato in bellezza. Sotto gli occhi di Crespo, che illustrò il Tardini non meno del Thuram in tribuna.
Così, la zona Champions diventa sempre più una lotteria. Il Parma di Bonny e Leoni (nomen omen) ha fatto la sua partita, di agguati e di morsi. Madama non si è alzata dai blocchi come a Roma e con il Lecce. Temeva, probabilmente, le transizioni degli avversari. Morale della favola: io la passo a te, tu la passi a me, Kalulu che scende sulla destra, Nico che si accentra, zero scintille, zero tiri, zero parate di Suzuki.
Male la coppia Kolo Muani-Vlahovic. Il francese, a venire incontro; il serbo, a perdere ogni scontro. McKennie e Cambiaso giravano al largo, se non in folle, e la rifinitura, in generale, risultava monca. Anche perché i dirimpettai blindavano i valichi e resistevano ad attacchi oggettivamente barbosi e fumosi.
Tardivi, i cambi del croato. Sul piano tecnico, una partita modesta. Ma a questo punto della stagione i giudizi estetici sono piume al vento. Conta ben altro. Il Parma ha fatto il dover suo. Chivu l’ha rialzata e aggiustata. Pellegrini è il maglio che mancava. La Juventus, da parte sua, è ricaduta nel vagabondaggio tattico che aveva impiombato Thiago. All’impatto di Igor, molti avevano colto clamorosi cambiamenti. Beati quei molti.
Gasperini e’ quello che piu’ si sente in giro , e me lo ha confermato anche un ex-juve, anzi…x lui e’ gia’ fatta, lo da proprio x sicuro
Scritto da intervengo102 il 24 April 2025 alle ore 08:54
Ma tanto è già fatta con Gasperini.
Notizia molto certa perché pubblicata da diverse ed importanti fonti , entro il 30 aprile sia Conte che ADL possono rescindere senza penali il contratto in essere .
Scritto da Intervengo102 il 23 March 2025 alle ore 14:23
Tranquilli, ci sono le fonti importanti. De Laurentiis non è un problema.
All’ingaggio, presumibilmente alto ( molto ) di un Conte improbabilmente di ritorno a Torino bisognerebbe poi aggiungere un esosissimo “prezzo di riscatto “ imposto da DeLa che ce lo ha sotto contratto fino a giugno 2027…non risulta ci siano clausole di nessun tipo nel contratto tra il salentino e i friarielli per cui DeLa , ammesso e non concesso che lo liberi, lo farebbe solo dopo una lunga, estenuante “trattativa “ , Giuntoli docet, e per un importo che sommato all’ingaggio rende fin d’ora tale operazione del tutto fantasiosa…questo già basterebbe, se poi aggiungiamo il fatto che l’ex-Fuggiasco presumibilmente vorrebbe “garanzie tecniche” , leggi acquisto di giocatori a lui graditi, la storia del “ ristorante da 10€ , un piazzamento per la prossima Champions ad oggi tornato ad essere come minimo “incerto”, shakerate il tutto e vedrete che viene fuori una bevanda dal nome “mission impossible”…mentre sono molto portato a ritenere che Gasperini verrebbe ANCHE senza Champions, costerebbe di meno e poi per lui “gobbo” di nascita completare la carriera sulla panchina della Juve sarebbe indubbiamente una grande soddisfazione
C’è una costante, nel percorso ultimo della Juventus, sia prossimo che remoto, e si chiama presunzione, in tutte le sue molteplici forme.
Per rimanere alla stretta attualità, non può essere che presunzione la sciatteria con cui ‘non’ si sono utilizzati i dieci giorni di preparazione alla partita di Parma: nessun piano di gioco, nessuno studio dell’avversario che, pure, aveva dato chiari segni di pericolosità costringendo recentemente l’Inter al pareggio sofferto e la Fiorentina alla sconfitta casalinga, nessuna contromisura all’assenza di due fonti di gioco come Koopmeiners e, sopratutto, Yildiz (ad esempio provando a inserire un centrocampista di tecnica e profondità come Douglas Luiz). Eppoi presunzione nei giocatori (tutti salvo, in parte, Locatelli) che pensavano di aver ragione trotterellando pigramente di un compagine in lotta per non retrocedere. Quindi ne è scaturita una partita inconsistente, con il portiere avversario sostanzialmente inoperoso, eccetto comode uscite a raccogliere traversoni scagliati in area con disarmante mollezza.
Ma poi si può andare a ritroso, ritrovando sdegnata presunzione in Thiago Motta , refrattario a variare di una virgola il suo dogmatismo tattico, ingiustificata presunzione in tanti giocatori (Vlahovic, Cambiaso tra gli altri) che, forti di situazioni contrattuali in essere o future, credono di poter prescindere dall’impegno che si deve quando si gioca in squadra, frettolosa presunzione in Giuntoli, convinto che si potessero sostituire in un colpo solo giocatori radicati nel tessuto di una squadra, per lunga militanza o per crescita nel vivaio con una pletora di figurine, provenienti da mille realtà diverse e spesso acquistate (o solo prese a prestito) a caro prezzo.
E ancora indietro. Presunzione nel lasciare per ben due volte un allenatore, Conte, la cui perizia e bravura nella ricostruzione è comprovata, a rifondare piazze rivali, quando invece era libero e sarebbe volentieri ritornato. E sarà presunzione, provare a riprenderlo quest’estate, quando arriverà in ritardo, a seguito dei cavilli e delle resistenze che De Laurentiis non mancherà di frapporre.
E come non ravvisare un’ostinata e cparbia presunzione, da decadenti Buddenbrook, nel cercare scorciatoie o soluzioni estemporanee invece che affidarsi alla pazienza del lavoro e della programmazione: voler inserire Ronaldo in una squadra che difettava di gioco e non di gol (l’anno prima aveva fatto 130 reti senza di lui); rincorrere Guardiola, credendo che sarebbe venuto per il solo prestigio, salvo poi ripiegare, frettolosamente e in ritardo sul piano B (o C o D) Sarri e non aver nemmeno la pazienza di supportarlo nella costruzione di una squadra; chiamare l’amico del golf ad allenare la prima squadra, senza che questi avesse mai allenato nemmeno i pulcini; inbarcarsi in una crociata insensata come la Superlega, salvo trovarsi da soli ad agitarne spocchiosamente (la battuta infelice sul diritto dell’Atalanta a partecipare ha un ché di tragicomico) la bandiera e pagarne, da soli, il prezzo.
Presunzione decadente, faciloneria.
Non è scontato, né breve, uscirne.
Emre can e’uno dei motivi per cui venne cacciato Marotta che prendeva stecche dal suo procuratore.
Paratici si assicuro’ il giocatore a zero e Marotta gli fece il contratto.
L’avere la madre che fa un certo mestiere non ti esautora dal sapere la differenza tra dg e ds.
Rabitofu una buona operazione a zero.Ramsey pessima anche se l’anno di Sarri il gallese fece bene compreso il gol scudetto a torino contro l’inda.
A proposito di direttore sportivo.
Leggevo qualche giorno fa un’intervista a Perinetti il quale spiegava bene cosa è il direttore sportivo. Il direttore sportivo è la figura centrale non tra i dirigenti, ma dello spogliatoio di una squadra. E’ la persona che assiste a tutti gli allenamenti, conosce tutti i giocatori uno ad uno come sono nella loro vita privata prima ancora di ingaggiarli, è il riferimento della squadra più dell’allenatore che si rapporta con lui come gli altri giocatori. Il mercato non lo fa il direttore sportivo, o meglio non lo fa solo lui, ma lui approva e propone i giocatori al direttore generale sulla base del rapporto dei suoi osservatori e della conoscenza che ha della squadra. Oggi fare il DS in questo modo è più difficile per via della protervia di alcuni allenatori che non vogliono ingerenze nel loro lavoro, ma questo secondo modello funziona solo in rari casi. IL direttore (sempre sia lodato) racconta spesso di come lui comprava o vendeva i giocatori senza che l’allenatore ne fosse al corrente. Valeva il principio, e vale anche adesso, che prima c’è la proprietà perchè è quella che gestisce i soldi, poi i dirigenti, poi infine i dipendenti tra cui l’allenatore ed i calciatori
una delle pecche più grosse della squadra di quest’anno è la mancanza di giocatori di personalità. Si dice che Motta non gradisse i giocatori di personalità perché doveva essere l’unico leader dello spogliatoio, ma la cosa è credibile fino ad un certo punto anche se i suoi screzi con alcuni giocatori andrebbero a confermare questa tesi. In ogni caso il responsabile dell’assemblare la squadra tenendo conto di tutti i fattori (economoci, tecnici, umani) è il direttore sportivo ed i suoi collaboratori. E qui sta un altro problema della juve. La juve forte aveva un presidente forte, un direttore sportivo, un direttore generale e qualche altra figura che costituivano un team. Oggi c’è il solo giuntoli. Il pesce quando puzza, puzza dalla testa. Valeva prima e vale anche adesso.
oppure quello che fece paratici a parametro zero con rabiot, emre can , ramsey ect
Ah no scusa mi hai risposto e non avevo visto.grazie.
Che voglia vivere a torino non ci piove ma che lo faccia per un paio di milioni l’anno non ci credo….
Comunque non mi hai risposto….)))::::