ParBleu!

Roberto Beccantini15 June 2021

C’era tutto, a Monaco: la forza, la tecnica, la velocità. L’autogol di Hummels (4) che ha fissato l’1-0 di Francia-Germania non rende onore all’ordalia. A Loew manca un Lewandowski. A Deschamps, forse, un rapporto più equilibrato fra gli studi fatti in Italia e l’idea di bellezza che, un po’ per vezzo e un po’ per tradizione, contagia la cultura del suo paese. Ho scritto «forse» perché, gira e rigira, Rabiot (6+) ha colpito un palo e il fuorigioco tecnologico ha cancellato uno stratosferico gol di Mabappé (8) e un altro di Benzema (6,5). Per tacere di un forte sospetto di rigore su Mbappé, speronato da Hummels, al quale il «Lomu» di Parigi aveva mangiato una ventina di metri.

Hanno dominato la qualità robotica di Pogba (8) e i recuperi-champagne di Kanté (7,5). Per provarci, i tedeschi ci hanno provato, ma voi ricordate parate memorabili di Lloris (6,5)? Io no. Havertz (4), Gnabry (4) e Muller (5) erano sistematicamente in ritardo o, per attitudini spicciole, in ruoli non consoni. Né i panchinari (da Sané a Werner) hanno portato le munizioni che sarebbero servite. Anzi.

Il ruolo di Rabiot è questo: mezzala sinistra in un centrocampo a tre. Dopodiché, sia fatta la sua volontà. Mi sono piaciuti Varane (7) e Kimpembé (7), ho apprezzato le sciabolate di Kroos (7), un po’ meno i ghirigori di Gundogan (5,5) e le discese di Gosens (5,5: altra roba, rispetto alla fionda della Dea). Poi Griezmann: da attaccante puro, 5; da tuttocampista, 7; pressava, ringhiava, recuperava. Qualcuno alzerà il calice, qualcun altro lo butterà via: vi conosco mascherine.

Alle esequie della costruzione dal basso, solo i parenti stretti: mi aspettavo più gente. Quando si affrontano due pesi massimi che hanno fatto la storia, è più facile che vinca il pugile
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Schick, over the rainbow. Poi catenaccio

Roberto Beccantini14 June 2021

Appunti di viaggio da un’Europa che vorrebbe pesarsi, ma non sa ancora su quale bilancia salire. Per questo, accetta la ressa, a patto che non sia rissa, e si guarda attorno. Serena, adesso che Eriksen sta meglio; inquieta, se mai fossero veri i «tavolini» minacciati dall’Uefa pur di far scendere in campo i danesi (sabato, contro la Finlandia).

Glasgow, Scozia-Repubblica Ceca 0-2. A Bologna, contro l’Italia, Schick entrò sullo 0-2. Tardi. Ha 25 anni, è una pertica di 1,93. Esplose nella Samp, lo prese la Juventus, toccata e fuga, finì alla Roma, senza lasciare tracce, poi Lipsia e Leverkusen. Il primo gol alla Scozia, di testa, appartiene al repertorio del centravanti classico. Il secondo, da metà campo, alla lotteria degli eletti. A provarci, non costa niente. E’ pennellarla così, ad arcobaleno, che costa. E spacca i candidati. Voto 9. E gli scozzesi? Disordinati e sciuponi.

San Pietroburgo, Polonia-Slovacchia 1-2. Povero Paulo Sousa e povero Szczesny (5,5), è da un pezzo che non gliene va bene una. Un po’ per cali assortiti, un po’ per iella, come sul tiro di Mak (6,5), palo e schiena. E il resto non è che faccia morale: Lewandowski disarmato (5), Zielinski (5) stranamente a rimorchio dei momenti. Più incisivi, sul fronte opposto, Hamsik (6,5) e Kucka (6,5). A inizio ripresa, Polska avanti tutta, pareggio di Linetty (6), fin lì una lumaca, e la sensazione che il vento stesse cambiando. Il rosso a Krychowiak (4) ha riportato indietro le lancette.
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Dopo quel tuffo al cuore

Roberto Beccantini13 June 2021

Scossi dal cuore di Christian Eriksen, al quale la Clinica tutta augura il meglio possibile dopo aver temuto il peggio immaginabile, proviamo a recuperare qualche appunto d’Europa dal falò dei primi palpiti.

Galles-Svizzera 1-1. Partita così così. Mi è piaciuto Embolo (7), un attaccante che in area piomba da sentieri tutti suoi. Ramsey (5,5): lo aveva smarrito a Torino, non l’ho trovato in Nazionale. Sì, un po’ più dentro al gioco: ma ancora non basta, non «mi» basta. Alla prossima.

Belgio-Russia 3-0. Doppietta di Lukaku (7,5) e tutto il resto, nostalgia. Ogni volta che vedo i russi, penso all’Unione Sovietica del colonnello Lobanovsky, a quella macchina non implacabile ma difficilmente placabile, e mi intristisco. Poi la memoria corre alla caduta del Muro e allora capisco. Martinez, da parte sua, punta a recuperare Hazard (Eden), i cui dribbling – volteggianti come farfalle, pungenti come api – decorarono il Chelsea di Mourinho, Conte e Sarri.

Inghilterra-Croazia 1-0. Un quarto d’ora di sturm und drang dei leoncini di Southgate, con palo di Foden (6,5), e poi l’uncinetto di Modric (6,5), «zia» saggia e metodista. Provateci voi, da un francobollo di quattro milioni di abitanti, a estrarre un altro Rakitic e un altro Mandzukic. E’ mancata la mira, sono mancate le sportellate in area, là dove è pianto e stridore di «lenti». Bello, il gol: per il dondolio e il servizio tranciante di Phillips (7), per come Sterling (6,5) ha prima dettato il passaggio e poi l’ha «chiuso». Non c’è stato bisogno di Kane (5). Spero di vedere all’opera Grealish, un mio pallino. E Orsato? In pratica, l’hanno diretta i giocatori: 6,5.

Austria-Macedonia del Nord 3-1. Hanno deciso i cambi, Gregoritsch (7)
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