C’era tutto, a Monaco: la forza, la tecnica, la velocità . L’autogol di Hummels (4) che ha fissato l’1-0 di Francia-Germania non rende onore all’ordalia. A Loew manca un Lewandowski. A Deschamps, forse, un rapporto più equilibrato fra gli studi fatti in Italia e l’idea di bellezza che, un po’ per vezzo e un po’ per tradizione, contagia la cultura del suo paese. Ho scritto «forse» perché, gira e rigira, Rabiot (6+) ha colpito un palo e il fuorigioco tecnologico ha cancellato uno stratosferico gol di Mabappé (8) e un altro di Benzema (6,5). Per tacere di un forte sospetto di rigore su Mbappé, speronato da Hummels, al quale il «Lomu» di Parigi aveva mangiato una ventina di metri.
Hanno dominato la qualità robotica di Pogba (8) e i recuperi-champagne di Kanté (7,5). Per provarci, i tedeschi ci hanno provato, ma voi ricordate parate memorabili di Lloris (6,5)? Io no. Havertz (4), Gnabry (4) e Muller (5) erano sistematicamente in ritardo o, per attitudini spicciole, in ruoli non consoni. Né i panchinari (da Sané a Werner) hanno portato le munizioni che sarebbero servite. Anzi.
Il ruolo di Rabiot è questo: mezzala sinistra in un centrocampo a tre. Dopodiché, sia fatta la sua volontà . Mi sono piaciuti Varane (7) e Kimpembé (7), ho apprezzato le sciabolate di Kroos (7), un po’ meno i ghirigori di Gundogan (5,5) e le discese di Gosens (5,5: altra roba, rispetto alla fionda della Dea). Poi Griezmann: da attaccante puro, 5; da tuttocampista, 7; pressava, ringhiava, recuperava. Qualcuno alzerà il calice, qualcun altro lo butterà via: vi conosco mascherine.
Alle esequie della costruzione dal basso, solo i parenti stretti: mi aspettavo più gente. Quando si affrontano due pesi massimi che hanno fatto la storia, è più facile che vinca il pugile
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